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Volley Champions League, Perugia vola in finale con super Ishikawa: dovrà "espugnare" Lodz contro una polacca

Perugia prima finalista di Champions League: domenica sfiderà una tra Jastrzebski e Zawierce (che giocherà comunque in casa) per conquistare l'unico trofeo mancante in bacheca.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Resta da fare un passo, quello più lungo, ma anche quello più bello. Perché Perugia è una sola partita dalla conquista del tetto d’Europa, con quella Champions rincorsa vanamente per un decennio che torna a bussare prepotentemente alla porta dei sogni. La Sir è la prima finalista della massima competizione europea, otto anni dopo aver giocato l’unica finale della sua storia: allora lo Zenit si rivelò essere un ostacolo troppo duro (c’era anche Leon, poi futuro perugino), stavolta ci sarà una tra Jastrzebski e Zawierce a rendere dura la vita ai ragazzi di Lorenzetti, chiamati a compiere un’impresa nella tana del lupo, visto che in Polonia tutti proveranno a spingere una delle due formazioni locali.

Stoychev, stavolta il colpaccio non è riuscito

Perugia però ha il pedigree per saper superare anche gli ostacoli più duri. E dopo la batosta incassata nei play-off scudetto contro Civitanova, capace di ribaltare la serie da 0-2 a 3-2 (con la Sir che in gara 3 ha avuto una palla match nel tiebreak per chiudere i conti e volare dritta in finale), ha saputo rialzarsi e guardare oltre.

Prima ha liquidato in due gare la pratica Piacenza nella finale per il terzo posto, che garantiva il pass per la Champions della stagione che verrà (nel volley non c’è una carta per i campioni in carica: o ci si qualifica in campo nazionale e si resta a guardare), poi ha superato con caparbietà e grande attenzione l’ostacolo Halkbank Ankara nella prima semifinale della rassegna (il derby polacco andrà in scena oggi alle 14,45).

L’ha fatto con una prova attenta e rigorosa, soprattutto ordinata e convinta quando più serviva: il 3-0 finale è un po’ ingannatore, nel senso che i turchi hanno venduto a caro prezzo la propria pelle, peraltro cedendo davvero di misura (25-23, 25-23, 25-22 i parziali). Non è riuscito a Radoslav Stoychev il tecnico un altro sgambetto eccellente: a gennaio, quando ancora allenava la Rana Verona, il tecnico bulgaro eliminò a sorpresa Perugia nella final four di Coppa Italia. Adesso avrebbe voluto ripetersi dopo essersi seduto sulla panchina di Ankara da un mese e mezzo, ma Lorenzetti ha vinto la partita a scacchi.

Ishikawa non stecca, Plotnytskiy non convince

L’ha fatto soprattutto sfruttando la serata di vena di Yuki Ishikawa, che ha chiuso con i crampi (non un bel segnale) ma non prima di aver realizzato 20 punti e messo decisamente a ferro e fuoco la difesa turca. Perugia, come detto, ha fatto il suo, anche se non ha dominato: ha dovuto inseguire nel primo set, brava a ricucire quando Ankara stava per prendere il largo e salutare la compagnia (e lì Ishikawa è stato il primo trascinatore), con Ben Tara bravo e fortunato a trovare un nastro amico sul muro col quale ha chiuso sul 25-23 il primo parziale.

Poi ha tenuto la barra dritta per tutto il proseguo dell’incontro, guidando nel punteggio ma subendo a tratti il ritorno della formazione turca, con il “nemico storico” Leal (quante battaglie contro la Sir quando giocava a Piacenza e Modena) che ha riportato sotto un paio di volte i compagni.

Perugia però ha dominato a muro, soprattutto con Loser (4) e Solé (3), che in due ne hanno totalizzati più di tutta l’Halkbank messa assieme (5), e ha saputo andare oltre la serata in tono minore di Plotnytskiy, meno dirompente rispetto alle abitudini. Alla fine qualche errore di troppo degli avversari ha dato una mano e la serata s’è chiusa senza ulteriori sussulti.

Dubbio Semeniuk per la finale, ma c’è voglia di impresa

Lorenzetti per la finale spera però di recuperare Semeniuk: il polacco non è sceso in campo per un fastidio muscolare e la sua presenza resta fortemente a rischio. Ma contro Jastrzebski e Zawierce ci sarà bisogno di alzare l’asticella: le formazioni polacche hanno un vissuto e soprattutto un potenziale tecnico decisamente maggiore rispetto ad Ankara, e domenica sera (ore 20) servirà la miglior versione di casa Sir.

Perché quell’ultimo trofeo che manca nella bacheca di Gino Sirci non è mai stato così vicino: vincerlo aiuterebbe a chiudere la stagione con un sorriso, dopo che strada facendo qualche delusione di troppo ha preso il sopravvento. E renderebbe davvero Perugia una delle grandi dinastie del volley continentale, e non solo.

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