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Volley femminile Champions League, estasi Milano: Vargas la porta al golden set, ma Egonu si prende la finale

Una monumentale prestazione di Egonu spinge Milano alla finalissima di Champions. Il Fenerbahce porta l'Allianz al golden set, ma poi è costretta a cedere

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Com’è dolce Istanbul per Milano, che vede le porte dell’inferno, ma trova il modo per risalire in fretta verso il paradiso, conquistando al golden set la qualificazione alla finalissima di Champions League (che si giocherà in Turchia: forse ad Ankara, forse a Istanbul). Un verdetto arrivato in coda a una partita sconsigliata ai deboli di cuori, nella quale l’Allianz ha fatto e disfatto più volte la tela (manco fosse Penelope) riuscendo però all’ultima curva a lasciare la zampata per accedere all’atto conclusivo della massima rassegna continentale.

Egonu, altra serata magica: 35 punti per fare la storia

Dopotutto, Paola Egonu non è il tipo da lasciare le cose a metà: un anno dopo aver dato alle stampe una delle prestazioni più iconiche della sua carriera (42 punti nella finale di Torino tra VakifBank ed Eczacibasi) la fuoriclasse di Cittadella rimette nuovamente piede nella finale di Champions League, dove potrebbe trovare lo stesso avversario (l’Eczacibasi) oppure Conegliano, che domani sera sempre a Istanbul dovrà difendere il 3-2 conquistato nella gara d’andata.

E lo ha fatto dimostrando una volta di più di essere una fuoriclasse assoluta: 35 punti, il 49% in attacco (su 67 tentativi) e una presenza dominante quando più contava. Uno spauracchio per la difesa turca, che alla lunga non ha saputo arginarla come avrebbe dovuto per tirarla fuori dalla competizione.

Montagne russe, più che turche: botta e risposta

Il Vero Volley doveva vincere due set, ma per spedire Melissa Vargas e compagne fuori dalla Champions s’è dovuta appellare al golden set. E, tutto sommato, la ragione di questo prolungamento ad alto contenuto di adrenalina (e paura) è figlio di qualche errore di troppo delle ragazze di Gaspari arrivato quando la tavola era già imbandita per chiudere i conti e assicurarsi il pass per la finale.

Il Fenerbahce dopo il 3-0 incassato all’andata ha provato a cambiare marcia dominando nel primo set, martellando al servizio e creando sconquassi nella ricezione di Milano (Castillo e Sylla in evidente difficoltà). Cedendo, però, in volata il secondo parziale, con l’Allianz capace di stampare un 11-3 di parziale nel momento più delicato, ha finito per rimettere in carreggiata Egonu e compagne, che da quel momento in poi hanno seriamente alzato i giri del motore. Anche se hanno continuato a sbagliare tanto, anche troppo, finendo per complicarsi la vita da sole cedendo in coda a un terzo set che pareva già in tasca.

La grande paura: il quarto set buttato via sul più bello

Il quarto set, di fatto, è parso già una sorta di resa dei conti: il Fener l’ha cominciato meglio, poi però sotto la spinta della solita Egonu (12 punti nel parziale) l’inerzia della serie sembrava ormai destinata a premiare definitivamente le italiane. Alle quali, però, è venuto il braccino corto nel momento meno indicato: quando Alessia Orro (“miracolosamente” in campo dopo l’infortunio rimediato in Serie A1 Tigotà sabato scorso) ha cominciato a cercare solo Egonu, le letture delle turche si sono fatte attinenti e la stessa Paola di colpo ha perso smalto, subendo tre muri consecutivi.

Fedorovtseva non s’è fatta scappare l’occasione: con due punti di fila (ace il secondo) ha spedito tutti al golden set, facendo venire i brividi veri all’Allianz, che di colpo ha sentito che nuovamente la qualificazione stava per sfuggirli di mano.

Golden set con Milano padrona. E Orro si scioglie in lacrime

Il golden set nel volley è un po’ come la lotteria dei rigori nel calcio: si arriva a 15 e gli errori si pagano non a caro, ma a carissimo prezzo. E il Fener sbaglia completamente la partenza, ritrovandosi sotto per 4-1 (Egonu, doppia Cazaute e muro sontuoso di Sylla su Vargas). Al servizio però le turche rimettono le cose a posto e a quota 7 è di nuovo parità.

Tocca però a Cazaute stravolgere (stavolta definitivamente) il copione della partita: firma due punti filati che valgono il break decisivo, poi riconsegna il testimone a Paola Egonu che firma gli ultimi tre punti di Milano, vincendo anche la sfida diretta con Vargas, che si “ferma” a 29. Gaspari può ringraziare una volta di più Folie, che firma 6 muri, ma soprattutto Cazaute, decisiva nel finale soprattutto per ciò che concerne le percentuali in ricezione.

Le lacrime di Alessia Orro, un po’ di dolore per la caviglia gonfia e un po’ di commozione per aver giocato la partita (forse) più incredibile della sua carriera, la dicono lunga su quanto Milano volesse questa finale. Nonostante un Fenerbahce da 14 ace di serata, andato vicino a un ribaltone che avrebbe avuto del clamoroso. Ma scommettere contro Egonu non è mai la cosa migliore da fare.

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