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Volley Nations League, l'Italia non fa sconti a Cuba: 3-1 e Final Eight ipotecata. Come Parigi...

Una buona Italia supera Cuba (e la fatica) per 3-1. Michieletto top scorer con 15 punti, 14 per Lavia e 13 per un Romanò che fa capire di essere sulla strada giusta

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La macchina è oliata e il tour de force non scalfisce certezze e convinzioni. Così l’Italia di Fefè De Giorgi mette un altro mattone pesante sulla via che conduce a Parigi 2024, perché il 3-1 rifilato a Cuba aiuta eccome a rafforzare una posizione nel ranking FIVB che non lascia spazio a molti voli pindarici. Insomma, la Francia è pronta a spalancare le porte agli azzurri, che intanto mettono pressione anche alle rivali in quota VNL: vero che la Polonia vanta un miglior quoziente set, ma anche in questo caso la vetta è a un passo e la final eight di Lodz praticamente in cassaforte.

Riecco Anzani titolare, e il muro azzurro funziona

Cuba fin qui aveva dimostrato di avere diverse cose da dire. È in lotta per un piazzamento che le consenta di volare a Parigi (se lo gioca con la Serbia), anche se a Ottawa aveva già fatto capire di non essere più la stessa squadra che un paio di settimane fa aveva dato la paga a Brasile e Germania (ko. contro i padroni di casa del Canada e pure contro l’Olanda).

L’Italia però sapeva di avere un nemico in più da affrontare: quella contro i caraibici è la terza partita in appena 39 ore, il che appare abbastanza inusuale anche a livelli così importanti. De Giorgi allora cambia un interprete in avvio dando un po’ di fiato a Russo e rilanciando Anzani titolare accanto a Galassi nella batteria dei centrali. Romanò si riprende la maglia da opposto dopo la prova opaca mandata a referto con gli USA, ma i problemi maggiori in avvio arrivano in ricezione, con Yant (ex Lube) che fa subito capire di non voler nascondersi più di tanto.

Con l’Italia costretta a inseguire a dare una mano a Michieletto e compagni ci pensano proprio i cubani, che ogni tanto pasticciano e non riescono a scappare. Quando il set entra nel vivo, è proprio un ace di Ale a rimettere gli azzurri avanti per la prima volta prima dei tre muri con i quali Galassi, Lavia e ancora Galassi inchiodano i cubani alle loro responsabilità per il 25-21 finale.

L’imprevisto: Yant sa come far male alla difesa italiana

Pur senza brillare, l’Italia in qualche modo fa capire di averne di più. Ma ancora una volta si ritrova a inseguire a inizio secondo set, quando Yant ricomincia a martellare tanto dalla linea dei 9 metri, quando da posto 4. De Giorgi almeno può dire che questa è davvero una partita “allenante”: a muro i suoi ragazzi dimostrano di averne di più e con Galassi e Giannelli trovano il modo per impattarla a quota 14, andando pure avanti di un break dopo una bella rigiocata di Michieletto.

Sul 19-17 però di colpo la macchina azzurra s’inceppa: un parziale di 4-0 ribalta completamente l’inerzia del parziale, con il muro cubano che stavolta non fa sconti a Romanò e Galassi, regalando a Conception il primo tempo che vale la ritrovata parità (25-22). Il finale qualche campanello d’allarme lo fa suonare: De Giorgi vuole vederci chiaro, ma una volta tanto decide di non cambiare nulla. Tiene in campo anche Romanò, seppur titubante, e la partita riprende.

Michieletto non fa sconti: due set comodi e pratica risolta

La sensazione è che la lezione gli italiani l’abbiano imparata: a differenza dei precedenti due set, stavolta sono loro a partire a mille, con Michieletto che infligge ferite nella disattenta retroguardia caraibica. Nonostante Conception abbia un sussulto (mini break di 3-0 e Cuba di nuovo a contatto), stavolta la partita è segnata: l’Italia si mantiene sempre avanti e con Galassi e un ritrovato Romanò (clamoroso un punto fatto praticamente in bagher, con la palla che in qualche modo cade nel campo avversario) si tiene a distanza dai guai, anche perché nel frattempo anche Lavia torna a fare la voce grosse (4 punti a testa per lui e Michieletto nel set, chiuso 25-19).

Nel quarto Cuba dimostra di essere al gancio: sempre Ale ottiene il primo mini break, con Romanò e Galassi (5 muri per l’ex Monza, promesso sposo di Piacenza), perfetti nel trovare sempre il tempo giusto per la giocata giusta. La difesa caraibica va in tilt e quando Lavia mette giù la palla del 13-5 si capisce che non c’è molto altro da fare, se non attendere il naturale corso degli eventi. Yant sfoga tutta la sua frustrazione con un attacco al fulmicotone che colpisce Romanò (un po’ stordito), ma Cuba è lontanissima e il 25-13 finale permette all’Italia di evitare di spendere altre energie. Domenica, sempre alle 17, l’ultima recita a Ottawa contro l’Olanda.

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