Una volta le chiamavano “fughe bidone”, ma questa ha tutta l’aria di essere la fuga giusta: Ben O’Connor ha messo tutti nel sacco, e godendo di ampia (troppa) libertà da parte del gruppo dei migliori adesso rischia di essersi cucito addosso un pezzettino di Vuelta. Perché sarà dura adesso sfilargli di dosso la maglia rossa, pensando alle qualità sempre ben espresse in salita: con oltre 6′ di vantaggio conquistati nella tappa con arrivo a Yunquera, l’australiano della Decathlon AG2R La Mondiale rischia di aver fatto il colpo della vita. Perché non sarà per nulla facile andarlo a riprendere, anche per gente come Roglic, Almeida e Mas che pure su questa Vuelta hanno messo da tempo un bel cerchietto rosso.
- O'Connor di un altro pianeta: il gruppo resta inerme
- Distacchi pesanti: ora per i big si fa veramente dura
O’Connor di un altro pianeta: il gruppo resta inerme
O’Connor ha vinto una tappa veramente strana, nella quale la fuga è andata in porto ma dove soprattutto si fatica a comprendere perché il gruppo della maglia rossa abbia traccheggiato tanto prima di mettersi giù a fare l’andatura. Alla fine l’ampia libertà di cui hanno goduto i contrattaccanti ha finito per favorire eccome l’australiano, che ha lasciato tutti i compagni di fuga sul Puerto Martinez (penultima asperità di giornata) ed è andato su con un passo davvero notevole, pensando che la media di tappa è stata superiore ai 40 km/h con quasi 4.000 metri di dislivello.
Una prestazione super di O’Connor, quinto australiano a vestire la maglia rossa e quinto australiano ad annoverare almeno una vittoria di tappa in tutti e tre i grandi giri (al Tour nel 2021 a Tignes e al Giro nel 2020 a Madonna di Campiglio): la sua progressione è andata aumentando di consistenza nel fiale, evidentemente spinto dalla sensazione di ritrovarsi a che fare con l’occasione inseguita da una vita intera. Tanto che dopo la “sorpresa” Kuss dell’edizione passata, alla Vuelta potrebbe davvero spuntarla un altro outsider di lusso.
Distacchi pesanti: ora per i big si fa veramente dura
O’Connor al via della sesta frazione pagava poco meno di 2’ da Primoz Roglic. Che è rimasto un po’ nel limbo, come tutti i suoi colleghi che annidano i pensieri alla classifica generale: hanno lasciato troppo spazio alla fuga, e puntualmente sono stati puniti. Dietro al vincitore di giornata, menzione speciale per Gjis Leemreize (DMS-Firmenich PostNL), l’ultimo a perdere la ruota dell’australiano, mentre Marco Frigo è stato tra i più attivi della fuga, ma non è riuscito a tenere il ritmo nella parte conclusiva, tra l’altro incappando anche in una scivolata in discesa (per fortuna senza conseguenze) per poi risalire solitario e chiudere al secondo posto con 4’33” di ritardo.
Gli uomini di classifica hanno provato a far saltare il banco (ma tra di loro) negli ultimi 7 km, ma senza mai dare l’impressione di volerlo fare per davvero: ora dovranno studiare piani alternativi per ricucire un gap decisamente importante: Roglic è a 4’51”, Almeida a 4’59”, Mas a 5’23” e Tiberi a 5’29” (maglia bianca, scivolato settimo nella generale). Messa così, dura per tutti.