L’America’s Cup come l’oro di Napoli. Un’occasione unica sul piano del prestigio ma anche su quello economico. Napoli, dopo lo scudetto conquistato dalla squadra del presidente De Laurentiis, si augura di diventare una capitale del mondo della vela proprio in quel tratto di mare e di lungomare che negli ultimi giorni si è tinto di azzurro.
L’arrivo delle Coppe a Napoli
Oggi le due Coppe (America’s Cup e Louis Vuitton Cup) sono arrivate in città per una cerimonia di presentazione che ha visto la presenza delle cariche cittadine e nazionali. E sia il governo che il sindaco Manfredi si sfregano le mani per la clamorosa opportunità a disposizione. Il ministro dello sport Abodi è stato chiaro: “Non verrà speso nemmeno un euro, dagli investimenti ci aspettiamo un rendimento. L’impatto sarà oggettivo, duraturo e gratificante. Parliamo di un impatto da 1 miliardo di euro. Bagnoli è stata decisiva perché è un’opzione che consente anche tutto il progetto di esprimersi al meglio. Questo è veramente il posto più bello del mondo”.
Tutto nelle mani del sindaco Manfredi
Non ci sarà un commissario straordinario per gestire l’organizzazione dell’America’s Cup del 2027, la gestione dell’evento sarà affidata al Comune e al primo cittadino Manfredi: “Il ritorno di immagine e di attenzione sarà unico. A Napoli resteranno le risorse economiche che arriveranno e poi un grande indotto turistico che sarà permanente, le opere che anticiperemo a Bagnoli, l’intervento che faremo su tutta la linea di costa e resterà il posizionamento tra le più grandi città del mondo”.
Le critiche dall’estero
La grande felicità di Napoli e del governo italiano però fa i conti con le critiche che arrivano dall’estero soprattutto sul fronte sportivo. Mancano solo due anni al grande evento e per il momento i sindacati partecipanti sono pochi e piuttosto dubbiosi. Le analisi più severe arrivano dalla Germania con il quotidiano Faz che nutre più di qualche dubbio: “Mancherà il miglior velista al mondo così come alcuni dei team più importanti degli ultimi decenni. Ad alcuni team mancano gli sponsor, altri stanno iniziando perdere interesse. La scelta di New Zealand di puntare sull’Italia è dovuta alla crisi economica che stanno affrontando con i soldi che vanno solo al rugby, mentre in Europa la situazione è diversa”.