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America's Cup, Emirates New Zealand difende la "vecchia brocca": batte Ineos Britannia, serie chiusa sul 7-2

America's Cup, Emirates New Zealand conferma il dominio e si aggiudica il trofeo: battuta Ineos Britannia nella nona regata, la coppa resta in Nuova Zelanda. Appuntamento al 2027

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ha dovuto attendere qualche minuto in più per colpa del vento, che non ne voleva sapere di soffiare lungo la costa di Barcellona, ma alla fine Emirates Team New Zealand ha avuto in sorte ciò di cui andava in cerca: grazie alla settima vittoria nella serie contro Ineos Britannia, il consorzio neozealandese, guidato dal CEO Grant Dalton, ha conquistato per la quinta volta l’America’s Cup (la terza consecutiva), mantenendo così il diritto sia di mantenere la “vecchia brocca” nel continente oceanico, ma anche e soprattutto quello di poter decidere con chi e come rimetterlo in palio nella prossima edizione del trofeo più antico del mondo dello sport.

Ineos, la solita buona partenza non basta

L’ennesima partenza perfetta di Ineos dimostra che Ben Ainslie e David Fletcher ne hanno di classe da vendere: Emirates si ritrova subito a inseguire, ma il mezzo di cui dispone è semplicemente spaziale, perché ancora una volta lo speed test è favorevole all’imbarcazione neozelandese. Che al primo incrocio arriva subito ad avere il diritto di precedenza, cosa che consente al Kiwi di arrivare al primo gate con un vantaggio consistente (19 secondi).

È un film visto tante, troppe volte: le performance di Taihoro sono semplicemente fuori portata per i pur volenterosi britannici, che pure trovano il modo per rifarsi sotto nel lato di poppa, riuscendo a colmare gli oltre 200 metri di vantaggio accumulati. La regata così diventa bella, anzi bellissima: Ineos raggiunge addirittura la barca avversaria, distanziata ormai di appena 20 metri e costretta a giocare “di rimessa”, andando in copertura.

Al terzo gate, però, la scelta di Ainslie di andare per la separazione non paga dividendi: in un amen Emirates riprende il largo, tornando ad avere 200 metri di vantaggio. Un piccolo azzardo tentato dagli sfidanti, che pure non vengono aiutati neppure dal vento che torna a soffiare in modo un po’ più consistente sul campo di regata.

Ineos, la solita buona partenza non basta

Non appena si torna di bolina, la regata prende la sua ineluttabile piega: Emirates viaggia spedito, Ineos capisce che l’occasione per il sorpasso è andata e a quel punto si lancia in qualche tentativo estremo che non produce alcun risultato.

Gli ultimi due lati sono pura accademia, l’anticamera della grande festa dell’equipaggio neozelandese: oltre 400 metri di vantaggio al penultimo gate, poi di poppa non c’è modo di recuperare, con i britannici che chiudono a 36 secondi.

Per la terza volta consecutiva dopo quelle del 2017 (nelle Bermuda) e 2021 (ad Auckland), Emirates Team New Zealand scrive il proprio nome nell’albo d’oro della competizione, portando a 5 il totale dei successi (i primi nel 1995 a San Diego e nel 2000 ad Auckland). Storico anche il tris di Peter Burling, che a 33 anni ha già conquistato lo stesso numero di edizioni di autentiche leggende come Russel Coutts e Dennis Conner.

La prossima sfida? Forse a Jeddah, forse nel 2027

Per il poker potrebbe non volerci poi tanto: le indiscrezioni parlando della 38esima edizione in fase già di allestimento, con Jeddah che potrebbe soffiarla a Barcellona. E l’ipotesi che va per la maggiore è quella di ritrovarsi tutti tra un paio di anni, nel 2026, o al più tardi nel 2027, sempre con gli AC75 ammirati in queste ultime due edizioni (con tutti gli aggiornamenti del caso), magari con un nuovo regolamento di gare. Non si tornerà in Nuova Zelanda (costerebbe troppo e genererebbe pochi profitti), ma in Medio Oriente hanno capito che il gioco potrebbe valere la candela.

Di sicuro si sa che nella prossima edizione, in attesa di vedere se Ineos Britannia sarà ancora il Challenge of Record (cioè lo sfidante ufficiale: già in giornata dovrebbe arrivare la “lettera” con la quale l’equipaggio britannico chiederà una nuova “rivincita” al defender), ci sarà ancora spazio per Luna Rossa, con Patrizio Bertelli che ha confermato la volontà di proseguire il lavoro per riuscire finalmente a portare la vecchia brocca in Italia, dove non è mai arrivata in 173 anni di storia. E per farlo punterà su un team giovane, con Ruggero Tita e Marco Gradoni (più Gianluigi Ugolini) pronti a prendere il timone della barca italiana.

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