Lucio Battisti, chi era costui? Se lo sarà chiesto forse Diletta Leotta dopo aver letto i tanti commenti ironici sul web per l’ennesimo strafalcione commesso in diretta su Dazn, dopo il successo della Lazio sulla Juventus. La showgirl solo pochi giorni fa, in occasione dei premi dell’Assocalciatori, ne aveva combinata un’altra commettendo una gaffe con Handanovic ma stavolta ha toppato due volte in un colpo solo.
LA GAFFE – Alla fine della partita dell’Olimpico la Leotta ha commentato così l’esultanza dei biancocelesti: “Bellissime le immagini di tutta la squadra che va ad esultare sotto la curva, con i tifosi che cantano ‘I Giardini di marzo‘ di Venditti per festeggiare la settima vittoria consecutiva”.
DUE ERRORI – Che in casa-Lazio possano mettere una canzone di Venditti, noto tifoso romanista ed autore dell’inno giallorosso Grazie Roma, farebbe sorridere di per sè ma confondere uno dei capolavori di Lucio Battisti con una canzone di Venditti è imperdonabile.
SANREMO? La cosa appare ancora più singolare se si pensa che Diletta Leotta sarebbe uno dei volti femminili in lizza per la 70esima edizione del Festival di Sanremo.
SARCASMO – Un’eventualità nei giorni scorsi già aspramente criticata da Paola Ferrari che, dopo la gaffe dell’Olimpico, ne ha immediatamente approfittato per tornare alla carica su Twitter: “E’ pronta per Sanremo…”.
LE REAZIONI – Tutto il mondo del web sorride di fronte allo strafalcione: “Non sa nemmeno “che anno è che giorno è….” o anche: “Pronta per Sanremo, già me la vedo: “Al Bano com’è essere per la prima volta sul palco dell’Ariston?”.
L’IRONIA – C’è chi scrive: “Terzo sfondone: una canzone di Venditti per festeggiare la Lazio??” o anche: “Va beh mica si può pretendere intelligenza o cultura. Dai mica si può pretendere tutto eh”, oppure: “Mi immagino un Venditti contentissimo per questo accostamento”.
LA SCALA – Fioccano i commenti: “Darà la colpa all’autore come con Handanovic…”, oppure: “L’ignoranza dilaga in ogni campo ormai….perdonateli Battisti Mogol” e infine: “Si è confusa con la prima della Scala”.