La terza olimpiade di Antonello Palmisano ha il sapore della maturità. Quella che a 33 anni sente di aver raggiunto, al netto del fiato sul collo delle atlete più giovani che oggi avverte in modo decisamente più forte. Ma che non le toglie il sonno, perché lei di una cosa si dice sicura: provare ad ambire al massimo risultato possibile, bissando l’oro ottenuto a Tokyo e, più recentemente, ai campionati Europei di Roma. Dove pure il caldo l’ha fatta da padrone, mentre a Parigi le condizioni meteo dovrebbero rivelarsi più clementi. E Antonella, si sa, si esalta di pari passo a quando la temperatura aumenta.
Il viaggio è più bello se fatto insieme
Un lungo video postato sul proprio profilo Instagram è servito per rendere meglio il concetto di ciò di cui la campionessa di Mottola andrà in cerca in terra di Francia. Un messaggio pieno di immagini, ricordi, speranze e attese, dove il filo conduttore è rappresentato dalla voglia di non sentirsi mai sola. “Ho sempre pensato che il viaggio è la parte fondamentale e indimenticabile, è spesso imponente quanto il sogno stesso. Io sento di non essere sola a inseguire il mio sogno e in questo cammino ho ricevuto tanto grazie a tutti coloro che ho incontrato, e che l’hanno reso più luminoso e straordinario. Il 1° agosto sulla linea di partenza gareggerò con il mondo e per il mondo, e non c’è frase che senta più di questa. Ensemble, togheter, insieme”.
Come Jacobs e Tamberi, ma al femminile: “Un onore”
Il tema del viaggio ricorre nelle parole di Antonella, che per la prima volta ha preparato un’olimpiade seguendo alla lettera i consigli del marito allenatore Lorenzo Dessi. Un binomio che l’Italia dell’atletica confida possa rivelarsi ancora una volta vincente, dopo che già a Roma è arrivata una prima grande risposta con l’oro nella 20 km di marcia.
Quell’oro che a Palmisano a Parigi vorrebbe mettere nuovamente al collo. “Sarà una gara dura – ha confidato alla Gazzetta del Mezzogiorno – con tante pretendenti alla vittoria finale. Penso alle tre cinesi, alla spagnola Perez, all’australiana e alla peruviana Garcia. Se farà tanto caldo saprò di essere avvantaggiata, ma probabilmente non ci sarà così tanta afa come ad esempio ho trovato di recente a Roma. Però correremo alle 9.20 del mattino e magari questo potrebbe rivelarsi d’aiuto per me, perché la temperatura sarà necessariamente più calda”.
Antonella nell’atletica al femminile rappresenta ciò che Tamberi e Jacobs incarnano perfettamente nel mondo maschile, cioè l’atleta di riferimento. “Un onore, ma poi ogni volta si riparte da zero e la strada detta le sue regole. Io spero di essere competitiva e di onorare l’appuntamento olimpico nel miglior modo possibile. Se avrò dato il massimo, accetterò il risultato senza rimpianti. Queste per me saranno le olimpiadi delle emozioni e del sentimento e voglio godermele tutte”.