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Arbitri, Orsato ultima chance per uscire dal tunnel: "Per migliorare serve cambiare"

Polemiche a non finire su arbitri e Var, ma cosa ne pensa Orsato? Il fischietto di Schio si è ritirato pochi mesi fa, ecco come potrebbe essere di aiuto a Rocchi.

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

“Da quando Orsato non fischia più, non è più domenica”. Parafrasando Cesare Cremonini e la sua dedica a Baggio non si può non pensare che proprio dopo l’addio dell’arbitro di Schio, ritiratosi in estate, è iniziata la stagione più difficile per la Can e l’Aia. Polemiche ce ne sono sempre state, ma il numero di errori arbitrali in queste prime 12 giornate di campionato è impressionante così come l’entità degli sbagli. Proprio un ritorno di Orsato, ovviamente con un altro ruolo, potrebbe aiutare il designatore Rocchi ad uscire dal tunnel.

La crisi degli arbitri

E’ dalla prima giornata che anche gli arbitri più affidabili, compreso Guida che era considerato l’erede naturale di Orsato, commettono errori gravi soprattutto nella difformità delle decisioni ma nel mirino c’è anche il Var e il suo utilizzo: dubbi sintetizzati dallo sfogo di Conte dopo Inter-Napoli, con quello sfogo in diretta tv e quel “ma che significa” ripetuto ossessivamente 23 volte.

Lo sfogo di Conte in diretta

“Che significa che il Var non poteva intervenire? – aveva urlato Conte a Dazn – È un qualcosa che mi fa veramente incazzare: il Var dovrebbe correggere gli errori o valutare situazioni sfuggite alla vista dall’arbitro. Usato così crea solo retropensieri da parte di tutti… Se c’è un errore, come nel caso del rigore concesso, il Var deve intervenire, non confermare la decisione sbagliata dell’arbitro. E deve valere per tutti, non solo quando avviene contro di noi”.

La risposta di Rocchi a Conte

Immediata o quasi la replica di Rocchi: “Di sicuro prima di tutto dobbiamo fare meno errori noi , ma bisogna cercare di essere più riflessivi, perché serve sempre rispetto. Chiedo di essere più riflessivi e più tolleranti, perché se non porti rispetto il clima s’incendia. Non posso mica fare una conferenza ogni volta: se poi uno incappa in un errore chiaro, lo diciamo noi per primi che è un errore”.

Il ruolo di Orsato per aiutare Rocchi

In questo clima avvelenato di botta e risposta, con Marotta che fa illazioni sulla genuinità delle parole del suo ex tecnico (“quando Conte parla ha sempre un obiettivo“) ecco quindi che una figura come Orsato potrebbe provare a scendere in campo. L’ex arbitro non ha mai nascosto di voler rientrare con un altro ruolo (non quello di designatore) per fornire la sua esperienza ed aiutare gli arbitri.

Le parole di Orsato

Intervistato dal Messaggero Veneto Orsato ha lanciato qualche segnale dicendo: “Il presidente della Lega di Serie C, Matteo Marani, pronunciò una frase che mi colpì molto: per migliorare bisogna avere il coraggio di cambiare. Ed è una frase che mi porto sempre dentro. Cambiando, si possono davvero migliorare le cose. Dove? Il dove lo sappiamo. Vediamo in futuro”.

Nessuna autocandidatura e nessuna rivelazione sul suo futuro (“Non lo so. Per ora il mio tempo è tutto dedicato ai giovani”) ma un’ammissione (non nuova) sul Var: “Quando venivo chiamato al Var, mi arrabbiavo con me stesso perché, nel coprire il tragitto verso il monitor di servizio, mi chiedevo: ‘Adesso cosa mi sono perso di così importante’? Avevo l’addetto al Var più forte al mondo, Irrati, come potevo prendermela con lui? Perché un arbitro non vuole sbagliare. Il Var è stato ed è importante per tutti, non solo per i direttori di gara, ma pure per giocatori ed allenatori. Una cosa positiva, insomma. Come per ogni novità, tuttavia, ci vuole tempo per imparare ad usarlo, non possiamo pretendere la perfezione…”.

Cosa potrebbe fare oggi Orsato

Quando nello scorso ottobre, al Festival dello sport di Trento, venne chiesto ad Orsato un parere sulle polemiche che già erano partite, disse: “Non è confusione, il regolamento è molto a discrezionalità dell’arbitro, lo dicono le regole. Non decidiamo su fatti oggettivi, dobbiamo interpretare ma dobbiamo essere uniformi. Bisogna essere bravi a creare una mentalità uniforme, oggi abbiamo tanti arbitri giovani e ci vuole tempo. Io a fine partita chiedevo agli allenatori di avere pazienza con i giovani. Cosa voglio fare da grande? Trasmettere agli altri quello che i grandi maestri hanno trasmesso a me, so che posso insegnare a Guida, Massa e Mariani che sono i nostri migliori arbitri come migliorare, spiegando cosa facevo io”.

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