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Ascoli retrocesso in C: lacrimogeni e feriti, un manichino appeso contro il patron

Non è bastato il successo sul Pisa a salvare i marchigiani. La retrocessione ha fatto perdere le staffe ai tifosi bianconeri: durissima contestazione

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

L’ultimo verdetto della regular season di Serie B è la retrocessione diretta dell’Ascoli, che si è andato ad aggiungere a FeralpiSalò e Lecco. Non è bastato ai bianconeri il successo interno con il Pisa, a causa delle contemporanee vittorie di Bari e Ternana con queste ultime che si andranno a giocare tutto ai playout. Al termine della partita c’è stata una dura contestazione da parte della tifoseria marchigiana nei confronti del patron del club Massimo Pulcinelli.

Contestazione preventiva poi accade di tutto

In realtà la contestazione era già partita prima della sfida tra Ascoli e Pisa. I supporter di fede bianconera avevano sfilato con un corteo accompagnati da un manichino appeso che raffigurava il proprietario del club Pulcinelli. Dopodiché tutta la rabbia accumulata è definitivamente esplosa col fischio finale della gara che ha sancito l’aritmetica retrocessione dei marchigiani. La squadra è stata costretta a rifugiarsi negli spogliatoio mentre fuori accadeva di tutto.

Scenario da far west fuori al Duca

Fumogeni, lancio di bottiglie, petardi, tentativi di rompere il cordone di sicurezza della polizia che naturalmente ha replicato con cariche e decine di lacrimogeni. Uno scenario da far west al quale siamo abituati ma che poco dovrebbe avere a che fare con una partita di calcio. Migliaia di tifosi hanno invaso gli esterni del Duca per sfogare tutta la propria frustrazione al termine di una stagione chiaramente fallimentare. Sul banco degli imputati, come abbiamo visto, più la proprietà che allenatore e calciatori.

La scuse del presidente Neri e l’attacco alla stampa

A metterci la faccia per tutti è stato il presidente dell’Ascoli Carlo Neri che ha chiesto scusa ma che ha anche polemizzato con i giornalisti: “Innanzitutto non ho visto solidarietà nei confronti del proprietario, duramente attaccato con una macabra sceneggiata stanotte, con un manichino impiccato e uno striscione. Mi aspettavo da tutti voi solidarietà. Queste sono cose di vita e ora possiamo parlare di sport. La vittoria stasera non è stata sufficiente, rivolgo le scuse come società, unica responsabile di questa situazione, ai tifosi veri, la stragrande maggioranza di questa Regione. L’Ascoli ha 125 anni di storia, non sono stati sempre tranquilli, 16 di A, 27 di B ed altri di C. Passata la delusione, la società, la squadra, il club devono subito rialzarsi e combattere, restando uniti. Abbiamo tutte le carte in regola – ha concluso Neri – per riportare l’Ascoli ai livelli appropriati“.

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