Il torneo olimpico di calcio, come ogni competizione che si rispetti, è pieno di storia tra giovani che emergono e giocatori che riscattano un periodo buio. Appartiene a questa seconda categoria Marco Asensio, protagonista della semifinale tra Giappone e Spagna con il goal vittoria per le Furie Rosse.
La fine di un incubo per l’attaccante del Real Madrid, iniziato nell’estate del 2019. Era il 24 luglio quando, nel corso della sfida con l’Arsenal valida per l’International Champions Cup, Asensio si procura la rottura del crociato del ginocchio sinistro. Una botta tremenda per un talento in piena ascesa, che in qualche momento teme che la sua carriera sia finita e che torna in campo solo molti mesi dopo.
Il ritorno non potrebbe essere più felice. Il 18 giugno 2020 Asensio entra nel finale del match contro il Valencia, contribuendo con un goal e un assist al 3-0 finale del Real Madrid. I Blancos sono protagonisti di un ottimo finale di stagione e, anche grazie ad altre due reti dell’attaccante cresciuto nella cantera madridista, vincono la Liga.
L’anno successivo Asensio torna a pieno regime, ma non si rende certo protagonista di un’annata memorabile. In campionato segna solo 5 goal in 35 partite, più altri 2 in 11 gare di Champions. Un rendimento che porta a molte critiche, oltre che all’esclusione dai convocati per Euro 2020.
L’attaccante quantomeno non perde le Olimpiadi di Tokyo, alle quali partecipa da fuoriquota. L’inizio non è dei migliori, con le critiche che continuano a piombare su di lui. Asensio però non si arrende, attendendo in silenzio il momento per emergere e zittire i critici. Non potrebbe scegliere un’occasione migliore dato che, nel secondo supplementare della semifinale contro il Giappone, firma il goal che porta la Spagna all’ultimo atto della manifestazione.
Un risultato straordinario, commentato dal giocatore a fine partita in un’intervista ad AS durante la quale si è tolto anche qualche sassolino: “La critica è qualcosa con cui noi dobbiamo convivere, ma alcune persone sorpassano dei limiti che invece dovrebbero esistere. Vincere una medaglia significa molto per me, soprattutto per cosa ho passato negli ultimi due anni. Ho avuto la squadra, la famiglia e alcuni amici che mi hanno sostenuto: senza di loro, probabilmente sarei caduto a pezzi”.
Dopo il goal del riscatto, Asensio può regalare a sé stesso e alla squadra altre prodezze con la speranza di regalare alla Spagna la medaglia d’oro. Un momento importante in un’estate densa di avvenimenti per il giocatore, il cui futuro a Madrid appare tutt’altro che certo (in Premier League lo vogliono Everton, Leeds e Leicester).