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Atletica, vedova Mennea querela il presidente Fidal Stefano Mei: tutta colpa di una mail mai arrivata

Vedova Mennea querela il presidente Fidal Mei, che sostiene di averla invitata al Golden Gala 2023 tramite una mail che non sarebbe mai arrivata

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

In pista, tutto bene: medaglie che arrivano senza sosta, giovani in rampa di lancio che promettono meraviglie, un movimento che dopo anni di torpore s’è risvegliato e a cominciato a mandare segnali forti anche al resto del mondo. Ma fuori dalla pista per l’atletica italiana non sono tutte rose e fiori, come dimostra la vicenda che ha per protagonisti da una parte la Fidal, rappresentata dal presidente Stefano Mei, e dall’altra Manuela Olivieri Mennea, avvocato nella vita ma soprattutto moglie di Pietro Mennea, quello che rimane ad oggi uno degli atleti più iconici della storia dell’atletica nazionale.

Il nodo del contendere: un invito mai recapitato

Il nodo del contendere è una mail che a detta dell’avvocato Olivieri Mennea non è mai stata recapitata. Una mail nella quale era contenuto l’invito da parte della Fidal a prendere parte all’edizione 2023 del Golden Gala, che da qualche stagione è intitolato proprio alla memoria di Pietro Mennea. Una mail che la Fidal giura di aver inoltrato alla casella di posta indicata, ma che la vedova Mennea ha dichiarato non essere mai arrivata.

Una convinzione che ha portato la signora Olivieri a querelare per diffamazione il presidente federale Stefano Mei, che a mezzo stampa aveva negato la ricostruzione, dicendo che l’invito era stato regolarmente inviato.

La difesa della Fidal: “Ecco la copia della mail inviata”

Sui tavoli della Procura di Roma è finita una querela che qualche imbarazzo nelle stanze della politica italiana (non soltanto quella legata all’atletica) l’ha procurato. Una vicenda che si è tinta di giallo anche per presunti screenshot telefonici taroccati e questioni personali che hanno finito per gettare ulteriore benzina su quanto accaduto.

L’avvocato Olivieri ha ribadito senza mezzi termini di non essere stata invitata all’appuntamento romano di Diamond League, e qualcuno c’ha ricamato un po’ sopra ricordando anche i contrasti avuti negli anni passati da Mennea con Mei, che dopo i trascorsi comuni da atleti (erano in camera assieme durante le olimpiadi di Seoul 1988) non hanno trovato la stessa intesa nel corso della loro carriera politica.

Lo stesso Mei ha però ribadito quanto il comportamento della Fidal fosse stato integerrimo: “La mail è stata regolarmente inviata all’indirizzo di posta indicato, e se non è stata vista non può essere colpa della federazione, aveva avuto modo di affermare il presidente federale, mostrando ad alcuni giornalisti anche la copia dell’invio telematico. Appunto uno screenshot al quale però la vedova Mennea non ha voluto credere.

L’affondo: una perizia per incastrare Mei

E quella che sembrava una semplice “baruffa mediatica”, destinata a esaurirsi nello spazio di poco tempo, è diventato un vero e proprio caso. Tanto che l’avvocato Olivieri ha incaricato una nota società specializzata in consulenza scientifiche a indirizzo criminale di realizzare uno studio (una sorta di ricerca telematica) per capire se davvero quella mail fosse stata inviata o meno.

L’esito della perizia ha dato ragione alla signora Mennea: collegando l’esportazione e autenticazione dell’intero archivio tramite “Google Takeout”, un programma che permette di scandagliare tutto il contenuto di una casella di posta, compreso spam e cestino, è risultato che nessuna mail proveniente dalla Fidal è stata mai recapitata alla account di Manuela Olivieri Mennea.

Non solo: analizzando il contenuto del presunto invito della mail mostrata da Mei sarebbero emerse diverse alterazioni e incoerenze spiegabili con la sovrapposizione di parti differenti per costruire l’immagine, realizzando dunque uno screenshot “tarocco”, il che testimonierebbe la veridicità della tesi. Da qui la decisione di procedere con la querela per diffamazione, con vivo imbarazzo di tutta la grande famiglia dello sport italiano. La vicenda comunque non è legata alla famiglia Mennea che con una nota ha fatto sapere “di non essere interessata a questa situazione e che la vedova non rappresenta che se stessa ma non la famiglia”

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