Serve una bombola d’ossigeno, ma quanto è bello arrivare in vetta dopo una scalata tanto dannata. Perché Matteo Berrettini la vita se la spiana, poi se la complica, poi se la spiana nuovamente e ancora se la complica, quasi perdendola definitivamente. Ma dalla buca nella quale s’era andato a ficcare esce nuovamente vittorioso, superando al terzo set e in coda a una partita che più pazza non potrebbe essere quel Frances Tiafoe che alla fine non sa se ridere o se piangere. Berrettini qualche lacrima tra un urlo e un altro se la fa sfuggire: finisce 6-3 7-6 6-3 dopo tre ore di gioco, con 4 match point sciupati e ben 15 palle break annullate. Partite così se ne contano sulle dita di una mano in un’intera carriera: vincerle equivale ad aver scalato l’Everest.
- Primo set da "vero martello": Berrettini implacabile
- Difesa a oltranza, poi il break decisivo
- Tiafoe è duro a morire, Berrettini non la chiude
- Tiebreak buttato, poi la risurrezione al terzo
- Musetti avanti senza giocare: venerdì sfiderà Zverev
Primo set da “vero martello”: Berrettini implacabile
Quello con Tiafoe è uno stress test importante per Berrettini, con vista (chiaramente) sulla Davis di Malaga. L’americano non se la passa granché bene e pertanto è il primo a voler cercare di forzare la mano in avvio, tanto da procurarsi subito due palle break nel gioco d’apertura, annullate da Matteo con la prima (sulla seconda il servizio viaggia a 220 km/h…).
Anche il primo turno di servizio di Tiafoe si chiude ai vantaggi, seppur senza palle break. Poi però nel quarto gioco l’italiano se ne procura due di palle per spezzare l’equilibrio, e se sulla prima il dritto si spegne in corridoio, sulla seconda l’americano va in confusione, steccando di rovescio e consegnandosi al rivale, che scappa sul 3-1.
A quel punto Berrettini va in modalità pilota automatico: tiene due volte la battuta a 15, poi sale 15-40 procurandosi due set point, che pure non sfrutta (rovescio in rete sul primo, mentre un provvidenziale ace salva Tiafoe sul secondo). Epilogo comunque rimandato di un niente, perché nel nono gioco lo statunitense non muove il tabellone e con quattro punti di fila l’italiano chiude sul 6-3 in 38’ di partita, facendo registrare percentuali altissime con la prima, che sfiora il 90%.
Difesa a oltranza, poi il break decisivo
Il secondo set si apre con un game chilometrico nel quale Berrettini deve dar sfoggio a tutte le sue qualità di combattente: Tiafoe arriva a contare ben 4 palle break, le prime due in fila (15-40) che Matteo salva servendo benissimo sia nel primo caso (chiudendo col dritto) che nel secondo (prima esterna imprendibile).
Per due volte l’italiano potrebbe chiudere il gioco, ma per due volte l’americano si riporta in parità procurandosi altre due opportunità per fare break, salvate ancora una volta al servizio e poi, dopo uno scambio lunghissimo, grazie a un rovescio incrociato giocato in un momento delicatissimo. Tiafoe avrebbe la quinta palla break del game, ma è sempre la solita battuta a togliere degli impicci Berrettini, che impatta dopo tante tribolazioni.
Il set però è molto più combattuto del precedente, specie nei turni di servizio del romano, perché nel frattempo il numero 15 del mondo aumenta sensibilmente le percentuali con la prima. Alla fine però è il settimo gioco quello che spariglia le carte: Matteo porta Frances ai vantaggi e si procura subito una palla break, annullata dopo uno scambio che pareva ormai appannaggio dell’italiano. Ma la stanchezza si fa sentire nelle gambe dell’americano che concede un’altra palla break, regalando il game con una palla corta tanto inutile, quanto velleitaria, per poi chiedere un medical timeout (apparentemente però senza una valida ragione).
Tiafoe è duro a morire, Berrettini non la chiude
Quello che torna in campo però è un Tiafoe rigenerato, capace di prendersi subito tre palle break per rimettere i conti in ordine: Berrettini le annulla una dietro l’altra, con un passante di dritto, un servizio esterno e uno “strettino” in corsa che fa togliere veramente il cappello al pubblico viennese. Poi vince anche scendendo a rete prima di infilare un servizio da 228 km/h con il quale firma il quinto punto consecutivo e respinge l’assalto dell’americano, che sentiva ormai di avere il contro break in tasca.
Il momento clutch prosegue con altri due punti in apertura del nono gioco (delizioso un pallonetto in rovescio a chiudere lo scambio che vale lo 0-30) prima che due volte il nastro ridia fiato a Tiafoe, che prova almeno a prolungare il match di un altro gioco. Nel quale però scappa 0-30, obbligando ancora una volta Matteo a remare controvento. Arrivano altre due palle break, e il modo per tirarsi fuori dagli impicci è sempre lo stesso: servizio al corpo, servizio a 223 km/h. Frances è sconsolato: l’italiano ci mette un altro servizio e dritto e il match point è servito, ma il pallonetto di rovescio esce di un’unghia. Poi però rovina tutto: doppio fallo e dritto di Tiafoe per impattare sul 5-5.
Tiebreak buttato, poi la risurrezione al terzo
Di solito partite come queste si perdono all’istante, ma Berrettini almeno riesce a spingerla al tiebreak. Dove parte meglio, strappando un minibreak, e dove sul 6-4 si ritrova a servire la seconda palla match. Ma Tiafoe s’inventa un passante che accarezza il nastro e beffardo trafigge l’italiano, che poi non può nulla sul servizio che vale il 6 pari e nemmeno sullo scambio successivo. Così sul 7-6 è l’americano ad avere la prima palla set, puntualmente sfruttata perché il dritto del romano termina out.
Si va al terzo, e subito Frances si procura due palle per il break (buona la prima). Berrettini è in una buca, ma riemerge come l’araba fenice: spinge Tiafoe ai vantaggi, poi lo beffa col dritto e infine approfitta di uno smash senza pretese del rivale. È di nuovo parità, è di nuovo bagarre, è di nuovo Matteo che deve salvare una palla break (servizio e dritto, logico). Ne salva un’altra nel quinto gioco, aiutato dal nastro, e con un ace e una gran prima sale 3-2.
Il sesto gioco è quello decisivo: Tiafoe lo gioca tutto in salita, annulla due palle break ai vantaggi, poi alla terza crolla sul passante stellare dell’italiano. Che a suon di ace sale sul 5-2 per andare a giocarsi tutto nel nono gioco, dove arrivano i match point numero 4 (annullato dall’americano con una stop volley di rovescio) e numero 5, che finalmente si trasforma nel punto della partita.
Musetti avanti senza giocare: venerdì sfiderà Zverev
A Vienna ai quarti l’Italia avrà anche un altro uomo in odore di Davis: Lorenzo Musetti però non dovrà nemmeno sudarsela troppo, perché l’ottavo di finale contro Gael Monfils è saltato a causa di un malessere del tennista francese (che non ha specificato il motivo della rinuncia). Musetti avanza direttamente ai quarti e troverà nientemeno che Zverev (che ha battuto agevolmente Giron in due set) nella rivincita della sfida olimpica del torneo di Parigi.
Berrettini dovrà invece aspettare l’esito del match tra Khachanov e Nakashima per conoscere il nome del suo avversario nel quarto di finale. Dove gli italiani potrebbero diventare tre se anche a Flavio Cobolli dovesse riuscire di battere Alex de Minaur nella sfida in programma domani.