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ATP Finals, Sinner vince per Berrettini: il suo gesto è una lezione

Un elogio dell'amico e rivale, Matteo Berrettini: Sinner si guadagna un clamore e un elogio per sportività e anche per capacità di rimanere concentrato in questa fase

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Al netto delle qualità dimostrate sul campo, dopo aver preparato un incontro quasi improvvisando considerata l’ufficialità del suo subentro quasi a ridosso dell’evento, Jannik Sinner ha saputo trovare le parole giuste per evidenziare una mentalità nuova condivisa con Matteo Berrettini. Sinner ha dedicato al compagno e rivale una vittoria perfetta.

Un gesto concreto e bellissimo quello del classe 2001 che ha annientato il polacco Hurkacz, sconfitto in un match nel corso del quale abbiamo ammirato intelligenza tattica, colpi perfetti e qualche discesa a rete studiata con sicurezza da veterano. Non poco per una ATP Finals e per un ragazzino che si conferma più di una promessa.

I progressi di Sinner in una partita perfetta

Ma non è solo un elogio dei progressi tecnici e strategici oltre che mentali, quello che si intende fare dell’allievo prediletto di Roberto Piatti: ciò che ha colpito il pubblico, i giornalisti e gli stessi esperti è la linea adottata da Sinner, il quale archiviato il match ha deciso di rispettare l’ormai classico rito della dedica scritta sulla telecamera, con Jannik che ha stupito tutti con una frase che ha donato a Berrettini un clamore inaspettato.

La dedica speciale di Sinner a Berrettini

Inconsueto per chi, come lui, è stato costretto a lasciare il campo a causa di un infortunio:

“Matteo sei un idolo”, con cuoricino a corollario la dedica di Sinner a Matteo.

Sinner: le parole per Berrettini, vittima di un infortunio

Così questo ragazzino altoatesino, che si allena ed è stato cresciuto in Liguria a Bordighera, ha espresso soddisfazione e sollievo con un pizzico di emozione ai microfoni della Rai, affidando un messaggio di grande umanità:

“Questo torneo lo giochiamo per Matteo, perché innanzitutto è un grandissimo giocatore. Ma la persona che è è incredibile. Mi spiace tanto per lui. Proviamo a fare il nostro meglio, ma teniamo nel cuore Matteo perché si riprenda in fretta”.

Da Berrettini al suo amico Hurkacz, che si è dovuto arrendere al gioco di Sinner:

“Lui è uno dei miei migliori amici, ho perso contro di lui a Miami. Ho fatto tanta esperienza per giocare qui e sono felice. All’inizio ero teso, mi fa piacere che siate venuti. So che è tardi per voi, grazie a tutti”.

Sinner, il cambio di mentalità

Un segnale di come e di quanto sia mutato, da parte di questa generazione di azzurri, la modalità di comunicazione rispetto al pubblico e ai microfoni: per Jannik è preponderante, avvalendosi delle telecamere, rimarcare il legame di rispetto e di lealtà nei confronti di Berrettini invece che concentrarsi sul proprio gioco, sul risultato e anche sulla vetrina che il ritiro del romano gli ha permesso di godersi a Torino, in queste ATP Finals. E imporre uno stile diverso, a neanche 20 anni.

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