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Australian Open, Bertolucci mette in guardia Sinner su Djokovic: "È il n°1". Poi smonta Alcaraz: “Ingenuo”

Il Djokovic visto contro Alcaraz è certamente la minaccia principale per Sinner verso la conquista del secondo Australian Open e le parole di Berolucci diventano un monito a Jannik

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Matteo Morace

Matteo Morace

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L’attesissimo quarto di finale vinto contro Carlos Alcaraz ci ha restituito una certezza: Novak Djokovic è tornato, davvero. Dopo una stagione con un solo acuto e tanti, troppi passaggi a vuoto, Nole sembra essere tornato alla sua versione cannibalesca, che ne i 37 anni e i problemi fisici che ne derivano, ne un Carlitos che l’anno scorso lo aveva stracciato in finale a Wimbledon possono fermare.

Per quanto visto in campo è inevitabile che ora sia Djokovic il principale rivale di Jannik Sinner, approdato in semifinale contro Ben Shelton dopo aver lasciato appena sei game ad Alex de Minaur, perla conquista di questi Australian Open e a proposito le parole al bacio per Nole di Paolo Bertolucci sulla Gazzetta dello Sport diventano un monito al n°1 del mondo.

Bertolucci: “Djokovic spaziale, a tratti brutale”

Quella messa in campo ieri da Novak Djokovic contro Carlos Alcaraz è stata una prestazione degna della miglior versione di Nole, che nell’ultimo anno si era vista solo in un’occasione e sempre contro lo spagnolo alle Olimpiadi di Parigi. “Djokovic spaziale. Ha vinto giocando un match a tratti brutale, spesso esaltante, mai banale”, questo il commento di un Paolo Bertolucci che come tutti gli appassionati di tennis non può che rimanere ogni volta impressionato dalla grandezza di questo infinito campione.

Analizzando la vittoria su Alcaraz, Bertolucci si è focalizzato sull’aspetto mentale, che ha permesso al serbo di ribaltare sorti dell’incontro quando si trovava sotto d’un set e afflitto da problemi fisici che gli impedivano rimuoversi liberamente: “Il mental game può diventare l’ago della bilancia in certe occasioni. E se c’è un giocatore che ha fatto di questo elemento uno dei propri punti di forza deluso bagaglio, traendone enorme vantaggio, è sicuramente Nole. Nessuno come lui sa manovrare la partita e condurla sapientemente nei suoi territori preferiti”.

Bertolucci mette in guardia Sinner: “Mentalmente è il n°1”

Il Djokovic visto contro Alcaraz è certamente la minaccia principale per Jannik Sinner, dominante nel suo quarto di finale contro Alex de Minaur, in questo Australian Open e anche le parole di Bertolucci sanno di monito al n°1 al mondo: “Il fisico è integro e mentalmente Djokovic è il numero uno, non solo di oggi dì tutti i i tempi. E ora c’è Murray, che è molto intelligente e conosce bene il serbo e altrettanto bene i suoi avversari”.

Perché al netto dell’infortunio accusato tra il primo e il secondo set, Djokovic è apparso al top fisicamente durante la sfida ad Alcaraz, così come nei turni precedenti di questo Australian Open. In più ora Nole può contare sull’aiuto del suo nuovo allenatore Andy Murray, che a livello di intelligenza tattica ha sempre avuto pochi rivali nel circuito, oltre che sulla sua forza mentale e capacità di dare ai match la direzione a lui più gradita.

Alcaraz esce ridimensionato dal match con Djokovic

Chi invece esce un po’ ridimensionato è Alcaraz, che dopo le buone prestazioni messe in campo nei primi turni dell’Australian Open, contro Djokovic si è sciolto non appena il serbo ha preso in mano le redimi dell’incontro, mostrando ancora una volta tutti i suoi limiti quando si tratta di trovare alternative al suo piano tattico a partita in corso, nonostante tutte le variazioni che illuso tennis offre, e nella gestione di determinati momenti dei match che finisco apparentemente per demoralizzarlo troppo facilmente.

Insomma, dopo un finale di 2024 certamente sottotono, nel mese abbondante di pausa per preparasi alla nuova stagione Carlitos non sembra essere riuscito ad apportare i miglioramenti che tutti si aspettavano, opinione condivisa dallo stesso Bertolucci: “Alcaraz ingenuo. È sembrato poco attento all’aspetto tattico. Dalla sfida con Djokovic esce sconfitto e per certi versi anche ridimensionato: in questi mesi non è stato raggiunto l’upgrade che ci si aspettava”. Certo è che essendo solo a gennaio questo giudizio potrà essere ribaltato nel giro di pochi mesi, ma starà ad Alcaraz dimostrarlo.

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