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Bari nella disperazione, cosa succede ora con De Laurentiis: deve vendere o no?

Con la mancata promozione dei biancorossi in serie A ADL non è più obbligato a cedere il club in tempi brevi, ma la multiproprietà dovrà comunque terminare entro il 2028 

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Il giorno dopo la sconfitta al 94’ con il Cagliari nella finale playoff di serie B non può che essere quello della disperazione per il Bari e i suoi tifosi. Quanto ad Aurelio De Laurentiis, il patron del club avrà molto più tempo per risolvere il problema riguardante la contemporanea proprietà della società pugliese e del Napoli: ADL non è obbligato a vendere ora, ma dovrà farlo nei prossimi anni.

Bari, De Laurentiis non è obbligato a vendere ora

Secondo l’articolo 16 bis delle Noif – le norme organizzative interne alla Figc – non è ammesso essere proprietario di due club che militano nella stessa serie. Un’eventualità che si sarebbe realizzata qualora il Bari non avesse incassato il gol di Pavoletti e perso la finale playoff di serie B con il Cagliari. Ad ogni modo De Laurentiis sarà costretto a vendere il Bari (o il Napoli) nei prossimi anni, per la precisione prima dell’inizio dei campionati della stagione 2028/29.

De Laurentiis obbligato a vendere il Bari entro il 2028

La norma transitoria legata che regolamenta le multiproprietà nelle Noif, infatti, stabilisce che a situazioni del genere va posta fine “entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza della Stagione Sportiva 2028/2029”. Anche in caso di mancata promozione del Bari (o retrocessione in B del Napoli) nei prossimi 5 anni, dunque, De Laurentiis sarà costretto a cedere una delle due società.

De Laurentiis non può cedere il Bari al figlio

Le Noif sono molto precise anche riguardo alla gestione del secondo club da parte di parenti o affini al multiproprietario: soluzioni di questo genere sono comunque vietate. “Non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado”, si legge nelle norme federali. L’ipotesi che Aurelio De Laurentiis possa cedere la proprietà del Bari al figlio Luigi, attuale presidente dei biancorossi, è dunque da escludere.

Bari nella disperazione, cosa succede ora con De Laurentiis: deve vendere o no? Fonte: Ansa

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