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Barshim, retroscena sull'oro condiviso con Tamberi

Il saltatore qatariota oro a Tokyo 2020 con l'azzurro svela: "Con Gianmarco avevamo immaginato tutto... Con qualsiasi altro saltatore avrei fatto lo spareggio".

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Barshim, retroscena sull'oro condiviso con Tamberi Fonte: Getty Images

Se l’Italia sportiva in quel 1° agosto 2021 ha vissuto uno dei giorni più fulgidi della propria storia è anche… merito di Mutaz Essa Barshim.

Sì, perché senza la decisione del qatariota di condividere la scelta di Gianmarco Tamberi di non spareggiare per l’oro unico nel salto in alto ai Giochi di Tokyo 2020, chissà come sarebbe andata.

Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Barshim è tornato su quell’emozionante istante, svelando anche un retroscena:

“È stata una decisione presa sul momento. La cosa divertente è che solo un anno fa ne avevamo pure parlato, sognando a occhi aperti. Ci dicevamo: ‘Immagina se vinciamo entrambi l’oro come sarebbe bello’. Ma ci è venuto in mente dopo. Sul momento è stata una sensazione incredibile, ma naturale. Con Giammarco ho condiviso molto, in carriera e non solo, abbiamo vissuto lo stesso grave infortunio, temendo di non poter più gareggiare, invece siamo riusciti ad arrivare a Tokyo. Abbiamo investito forza mentale e fisica, sostenendoci a vicenda. Tutto ciò crea un legame molto forte. Sapevo cosa significasse per lui questa medaglia e lui per me. È bastato uno sguardo per capire che era l’unica cosa da fare”.

Barshim è poi deciso nel contraddire chi parl di soddisfazione a metà: “Noi atleti siamo competitivi per natura, ma la competitività a volte va messa da parte, perché alla fine condividiamo passione, l’intensità momenti vissuti al di là di ogni difficoltà. Condividere questa medaglia con Giammarco è stato un momento di puro sport e non una vittoria diminuita, ma il contrario. Me lo dicono tutti: questa doppia medaglia è qualcosa di storico”.

E c’è spazio pure per scherzare…: “Con un altro atleta sarebbe stato diverso e probabilmente avrei continuato la gara. Certo, la prossima volta si dovrà accontentare dell’argento. Scherzi a parte, ci siamo affrontati forse in una delle sfide più dure della storia delle Olimpiadi, e dopo aver superato la paura di non poter più gareggiare, come ci dicevano i medici. Se ci siamo riusciti è anche perché ci siamo sempre incitati a vicenda. Continueremo a farlo e ci divertiremo ancora”.

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