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Basket, Final Eight Coppa Italia: Milano la vince con la difesa, Brescia ko. Trento liquida Trieste nel finale

Saranno Milano e Trento a giocarsi la Frecciarossa Final Eight di Coppa Italia: l'Olimpia regola Brescia, che paga la serata no di Della Valle. Trento fatica ma supera Trieste

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Milano fa la voce grossa contro Brescia, Trento la riprende per i capelli nel finale e rovina la serata (quasi) perfetta di Trieste. Saranno EA7 Exchange e Dolomiti Energia a giocarsi la Frecciarossa Final Eight Coppa Italia 2025: l’Olimpia s’è portata a casa una semifinale “sporca” (nel senso buono della parola) contro Brescia, che ha pagato la serataccia al tiro di Amedeo Della Valle (0/10, i suoi 4 punti arrivano tutti dalla lunetta) ma che fino a pochi minuti dal termine era assolutamente in grado di poter mettere la freccia in qualsiasi momento. Sfuma così per la Leonessa il sogno di ripetere l’exploit del 2023. Trento ha sofferto sino alla fine contro Trieste, piegandola soltanto negli ultimi secondi.

Shields non si ferma più: Brescia si perde nel finale

Ettore Messina, insomma, la spunta sull’allievo Peppe Poeta. Che pure non ha molto da rimproverarsi: la Germani ha tenuto botta con tutte le armi di cui disponeva, pagando dazio soltanto a un po’ di stanchezza nelle battute finali, con Milano capace di chiudere ogni spiffero nel pitturato e di costringere l’attacco bresciano a tante forzature (appena due punti negli nei 5′ iniziali del quarto periodo: la difesa, valore aggiunto).

Messina ringrazia soprattutto Shavon Shields, che se continuano ad andare così le cose sarà inevitabilmente l’MVP della final eight di Torino: 19 punti per la guardia dell’EA7, ma un supporto importante arriva come prevedibile anche da Nikola Mirotic, che seppur ancora non al massimo della condizione di punti ne infila 14 e nel finale riesce a far sentire la sua presenza sul parquet. Brescia ottiene tanto da Ndour (20 punti), ma manca nel momento che decide la partita: entrata nel quarto periodo avanti di una lunghezza, incassa un parziale di 6-0 (tripla di Tonut, gioco da tre punti di Shields) e poi non riesce più a trovare spunti offensivi, finendo a -13 quando Ricci infila la tripla del 67-54.

A quel punto l’Olimpia deve solo provare a rallentare il gioco e controllare, sebbene Ndour non abbia affatto finito il lavoro, riportando a meno di due possessi pieni di distanza la Leonessa (70-65). Ci pensano però Shields e Bolmaro (dalla lunetta) a tenere a distanza la Germani. Messina domani punterà a centrare la “stella” personale, cioè la decima Coppa Italia da allenatore, mentre per Milano in caso di vittoria sarebbe la nona, buona per staccare la Virtus nella classifica all time delle squadre più titolate.

Trento sulle spalle di Lamb: Trieste beffata nel finale

L’ultimo ostacolo sulla strada dei prestigiosi traguardi si chiama Dolomiti Energia Trento: la squadra di Paolo Galbiati ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, ma alla fine un modo per piegare Trieste l’ha trovato. Non prima di aver visto l’inferno con i propri occhi: i giuliani hanno dilapidato negli ultimi due minuti e mezzo ben 6 punti di vantaggio (68-74), freddati da un contro parziale di 7-0 targato Niang (gioco da tre punti), Ellis e Lamb, che non pago segna anche una tripla per rimettere definitivamente avanti Trento dopo quella con la quale Brown aveva riportato avanti Trieste.

Un finale bellissimo deciso da una rubata di Niang nei confronti di Ruzzier (80-77) e poi, dopo il tap in del -1 firmato Brown, dai due punti che Lamb segna nei due viaggi in lunetta (tra uno e l’altro, una palla a due con Brown, decisiva per le sorti del match). Finisce 82-79, con tanti rimpianti per i ragazzi di coach Christian, a cui non bastano i 25 di Ruzzier, i 21 di Brown e i 19 di Valentine (mancato però nel finale).

La capolista della LBA, cooperativa del canestro (cinque in doppia cifra), adesso dovrà provare a fare quello che Brescia e Napoli hanno fatto nelle ultime due edizioni, cioè estromettere dalla corsa l’Olimpia, la sua storia e la sua tradizione. Impresa non impossibile, perché in una finale, si sa, tutto può succedere.

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