Domenica sera contro Porto Rico, al Pala De Andrè di Ravenna, l’Italia di Gianmarco Pozzecco farà l’ultimo tagliando prima di imbarcarsi sul volo che la porterà in Asia, dove dal 25 agosto proverà ad andare a caccia di una medaglia in un mondiale che si preannuncia denso di significati e incline a tante possibili sorprese.
Che gli Azzurri abbiano vinto tutti e 4 i test sin qui disputati è di per sé già una sorpresa: non capitava mai in passato, ma guai a montarsi troppo la testa. Perché il potenziale della nazionale del Poz è indiscusso, con un bel mix di giovani e atleti più esperti che sin dai primi raduni ha dimostrato di funzionare, eccome.
- Al Mondiale sarà un'altra storia
- Come una grande famiglia
- L'investitura di Nick Melli
- Banchero è il passato
- Bisogna vivere il sogno
- Le ultime scelte
Al Mondiale sarà un’altra storia
Ma al mondiale sarà tutta un’altra storia: anche gli avversari cominceranno a stringerei lacci delle scarpe (non che sin qui siano rimasti a guardare), e dopotutto è giusto ricordare come nelle gare disputate in questa prima decade agostana davanti all’Italia ci fossero squadre non sempre al completo, spesso private delle loro stelle (Antetokounmpo e Jokic ne sono la riprova, ma entrambi salteranno il mondiale, quindi alla fine Grecia e Serbia erano con le versioni migliori possibili).
Pozzecco ne ha viste e vissute tante di stranezze in vita sua, e per questo con l’avanzare del tempo ha cominciato a predicare calma.
Come una grande famiglia
A un’intervista al Corriere della Sera ha affidato tutte le sue sensazioni prima della partenza per l’Asia, con l’impazienza di chi non vede l’ora di battersi per qualcosa che conta per davvero.
Non è che battendo battuto due squadre di grandi tradizioni e di qualità indiscussa come Grecia e Serbia abbiamo acquisito chissà quale forza a livello internazionale. La realtà è la stessa di sempre: c’è una rassegna iridata dove possono arrivare in fondo tante squadre. Anche la Germania, che adesso è accreditata di un posto fuori dalle 10, ma che magari potrebbe comunque fare la sorpresa. Siamo almeno in 12 a giocarci le medaglie. L’importante sarà arrivare pronti quando non si potrà più sbagliare.
Il Poz ha dato un’anima a un’Italia che pure, forse più in patria che all’estero, non gode di grosso credito.
Ho detto ai ragazzi che bisogna cercare di palleggiare il meno possibile, di essere altruismi e soprattutto collaborativi tra di loro. E di esplorare talento e personalità: da qui nasce il sentimento di prendere le cose a cuore. Stiamo bene come gruppo, ci sentiamo uniti: siamo una “grande famiglia”, ma stavolta non è un termine abusato, è la pura e semplice verità.
L’investitura di Nick Melli
Anche se in ogni gruppo c’è bisogno di un leader: il commissario tecnico ha investito del ruolo Nick Melli, arrivando a definirlo
il miglior giocatore europeo. L’ho detto e lo ribadisco: non credo di mettergli pressione addosso, lui è quello che più di tutti si avvicina a Dino Meneghin. E comunque un padre potrebbe mai vedere un figlio brutto?
Banchero è il passato
Nelle Filippine, con l’Italia attesa al debutto contro Angola il 25 agosto (poi il 27 la sfida alla Repubblica Dominicana e il 29 ai padroni di casa in un ambiente tendenzialmente caliente), ci sarà tempo e modo di esplorare orizzonti sino a poco tempo fa inimmaginabili.
Ma ci sarà anche (forse) l’opportunità di imbattersi in quel Paolo Banchero che ha funestato le notti di tanti appassionati italiani, fino a beffarli tutti con la decisione di scegliere di giocare per Team USA.
Non avrò problemi a salutarlo. Ha fatto la sua scelta, giusta o sbagliata che sia lo dirà il tempo. Non ci fossero state le restrizioni Covid, tutto questo non sarebbe successo perché a fine 2020 stava imbarcandosi su un aereo che l’avrebbe portato a giocare le gare di qualificazione all’Europeo con la nazionale italiana. È andata così e non ho rimpianti. E sono d’accordo con Petrucci quando dice che non bisogna andare a caccia dei “naturalizzati” (vedi Darius Thompson): abbiamo tanti bravi giocatori italiani, che giocano con sentimento. Vedi Spissu, che rappresenta una regione intera. Se sono su questa panchina è anche merito suo, per ciò che ha fatto quando l’allenavo a Sassari.
Bisogna vivere il sogno
Pozzecco vive anche di sogni, e uno se l’è voluto regalare in un’estate tanto particolare:
In Spagna ci sono mia moglie e mia figlia, e doverle vedere solo tramite smartphone è una tortura. Ma con questi ragazzi ci siamo detti che bisogna vivere il nostro sogno. Non metto le mani avanti, anche se so che sarà dura spuntarla contro avversari fortissimi. Il nostro unico pensiero deve essere quello di andare oltre i nostri limiti.
Le ultime scelte
Dopo la gara con Porto Rico arriverà anche l’ora delle ultime scelte: Caruso e Woldetensae dovrebbero essere gli ultimi due giocatori esclusi dall’elenco dei 12 che andranno nelle Filippine. Di certezze ormai il Poz ne ha acquisite tante e l’ultimo test contro la formazione caraibica servirà semmai per affinare la preparazione e rimettere tutte le tessere del mosaico al loro posto.
Poi l’aereo sul quale saliranno gli Azzurri atterrerà in Cina, teatro delle ultime due amichevoli contro Brasile e Nuova Zelanda. Poi si comincerà a fare sul serio, sperando che una nazione intera possa immedesimarsi in una squadra che vive come una famiglia e si mostra come una famiglia. Dove papà è una testa un po’ calda, ma con un cuore grande così. E che mette i sogni davanti a ogni schema di gioco.