È l’anno della provincia, dove tutti i sogni prendono forma. Non certo quelli delle solite note: ormai s’è perso il conto di quante volte sia capitato di vedere Olimpia Milano e Virtus Bologna battute all’unisono, roba che pensando a budget e ambizioni un po’ fa stridere con la realtà delle cose. Poco male: la LBA 2024-25 è bella e divertente anche per questo, e da ieri non ha nemmeno più una squadra imbattuta. Perché è caduta anche Trento, l’ultima delle immortali, avvicinata in vetta dalla vera rivelazione di inizio campionato. Che poi, pensando a proclami, giocatori e tecnico a libro paga, tanto rivelazione neanche lo è.
- Trapani non scherza: Alibegovic ha alzato l'asticella
- Varese ritrova la magia nel derby: Mannion, ritorno con ko.
- Provinciali in paradiso: Treviso, Reggio e Brescia
Trapani non scherza: Alibegovic ha alzato l’asticella
Perché è difficile pensare a Trapani come a una mina vagante o qualcosa di simile. È una squadra che sa il fatto suo, creata per stupire e per provare a tenere il passo delle migliori. Jasmin Repesa è un condottiero senza peli sulla lingua: parla quando c’è da parlare, alza la voce quando il copione lo richiede, mai si sognerebbe di non pronunciare frasi che gli ronzano in testa.
Certo sin qui ha dovuto usare poco bastone e tanta carota: gli Shark vanno che è un piacere, capaci di confezionare 9 vittorie su 11 gare disputate, e con un Amar Alibegovic che dispensa classe e genialità da tutti i pori. L’ex Virtus un anno fa scelse di scendere in A2 per “prendere la rincorsa” e tornare al piano di sopra con tutte le intenzioni del caso di voler rendere la vita dura agli avversari. La difesa di Trento è venuta via dalla Sicilia col più classico dei mal di testa: 30 punti segnati (4/5 dall’arco) in appena 25’ di impiego, con una valutazione di 34.
Patron Antonini non sta nella pelle: anche in una serata nella quale Galloway fatica a trovare continuità, i conti gli Shark li hanno fatti tornare. E adesso hanno legittima ragione di poter pensare in grande: la Coppa Italia sarà la prima vera cartina tornasole, ma questa versione di Trapani può davvero durare a lungo e far paura a tanti.
Varese ritrova la magia nel derby: Mannion, ritorno con ko.
Se di sorpresa si vuol parlare, allora si citofoni a casa Varese. Dove il derby con Milano ha risvegliato passioni mai sopite, e anche un po’ di quell’ardore che tra un’operazione e l’altra di mercato (Mannion all’EA7, tanto per dire) era rimasto nascosto chissà dove. Stavolta a Masnago c’è stato solo da stropicciarsi gli occhi: l’Openjobmetis è una squadra in netta crescita, uscita per la prima volta dalle grinfie della zona retrocessione, trascinata da un Johnson che si fa sentire sempre sotto tabellone e da quel Librizzi che ha preso il posto di Mannion con coraggio e intraprendenza, freddo dalla lunga distanza (3 su 7 di serata).
Mannion che ha sbagliato la tripla del sorpasso nei secondi finali, anche se poi agli annali resterà il tiro corto di Bolmaro sulla sirena che avrebbe potuto spedire la partita all’overtime. Milano, dannatamente bella in Europa, continua a zoppicare e pure parecchio in campionato: attualmente è nona, addirittura fuori dal discorso Coppa Italia, anche se nelle restanti 4 partite che separano la carovana LBA dal termine del girone d’andata avrà modo di risistemare un po’ di cose e arpionare una delle 8 slot per la final eight.
Dovrà però sudarsi la qualificazione, e sarà una fatica non da poco pensando che questa è un’altra settimana da doppio turno di Eurolega, che qualche energia nervosa e fisica la toglierà. Messina ha dato priorità alla questione continentale, tralasciando (per ora) le faccende domestiche. Rischio calcolato o azzardo pericoloso? Il tempo dirà chi ha ragione.
Provinciali in paradiso: Treviso, Reggio e Brescia
Altre cartoline dai campi: Ky Bowman è sempre più l’anima di Treviso, che se finisse oggi la prima metà di stagione si concederebbe un bel viaggio premio a Torino per la Coppa. Anche Reggio Emilia ha cominciato a gustare l’aria d’alta quota: Cassius Winston quando conta sbaglia raramente e confeziona un’altra vittoria pesantissima, l’ottava in 11 gare, passando in casa di una Dinamo Sassari mancata proprio nel finale.
E poi c’è la solita Germani Brescia, con Amedeo Della Valle di nuovo su livelli di eccellenza pura, che infierisce su una GeVi Napoli rimasta al palo e sempre più in balia delle onde. È la faccia triste di una prima parte di stagione dove tutte in qualche modo hanno trovato il loro momento di gloria, ma in casa partenopea i conti continuano a non tornare. E così facendo il pericolo è che quando ci si rimetterà in carreggiata potrebbe essere troppo tardi.