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LBA, la Virtus in Italia è un'altra cosa: batte l'Olimpia Milano e Ivanovic prende appunti. Che bella Trento

La 10a giornata di LBA: la vittoria in casa di Messina rimette Bologna in carreggiata almeno sul suolo italico. Trento continua a fare meraviglie, buon esordio di Faried a Reggio.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ce ne sono di temi scaturiti dalla 10a giornata di LBA, che a un terzo del cammino di regular season un verdetto lo ha già emesso: chi pensa che Trento sia soltanto una meteora, beh, forse ha sbagliato registro e previsione. Perché l’Aquila continua a volare e a dominare sul campionato, come dimostrano le 10 vittorie su altrettante gare disputate (contro Scafati sono addirittura 119 i punti segnati). Anche se poi i titoli inevitabilmente se li è presi la Virtus, con Dusko Ivanovic ancora costretto a guardare i suoi nuovi ragazzi da dietro la panchina, vittoriosi lo stesso sul campo dell’Olimpia in una sorta di “staffetta” di umori tra quel che racconta la stagione continentale e quella sul suolo nazionale.

Virtus, una vittoria ad Assago per ripartire

Bologna è ancora un’anima ferita, e probabilmente continuerà ad esserlo a lungo. Intanto però si prende uno scalpo importante passando all’Unipol Forum di Assago (da non confondere con la Unipol Arena di Casalecchio di Reno): la svolta avviene a metà del secondo quarto, in concomitanza con il momento migliore del tandem Shengelia-Cordinier (e anche Hackett una volta tanto fa il suo). Preso il largo, la Segafredo incassa il gettone e manda saluti a tutti, offrendo una prova di grande sostanza e caparbietà nella quale eccelle anche Zizic (12 punti con 6/8 dal campo) oltre che Grazulis, finalmente diventato un fattore dopo una prima parte di stagione nella quale è rimasto in anticamera (una tripla fondamentale per blindare la fuga e tante buone cose in 22’ di impiego).

Adesso però è il momento di capire cosa potrà produrre a livello di benefit l’arrivo in panchina di Ivanovic, un sergente di ferro famoso per i suoi modi piuttosto “bruschi” di allenare (una sorta di Zeman al quadrato applicato al mondo del basket: anche qui i gradoni vanno ancora di moda) e con un bagaglio d’esperienza tale che non si può pensare che non possa produrre comunque una scossa. Chiaro che Bologna deve ritrovare la sua essenza più profonda: in Europa probabilmente ha già alzato bandiera bianca e allora la LBA diventa il palcoscenico ideale per provare a costruire qualcosa di alternativo. Aver lasciato Milano a 4 punti dopo un terzo di cammino è già qualcosa. Anche se poi ci sono anche gli avversari.

Trento senza freni: ne mette 119 a Scafati!

Uno di questo è la Dolomiti Energia Trento, che ha Scafati ha letteralmente abbattuto ogni argine possibile. Il 119-110 finale è uno dei punteggi combinati più alti della storia del campionato italiano, ma è anche soprattutto la conferma di un concentrato di potenza che sembra pagare dividendi in ogni zona del campo. E occhio a giudicare i numeri: la Givova in partita c’è stata fino all’ultimo, pertanto non s’è trattato del solito garbage time buono per consegnare statistiche senza troppo costrutto.

Trento ha tante bocche da fuoco e molteplici soluzioni: Ford, Lamb, Ellis e Zukauskas formano una batteria di attaccanti formidabili, ma Galbiati ha trovato un’alchimia perfetta anche negli altri reparti, al netto di assenze importanti, con Niang che continua a crescere bene.

Faried, buona la prima. E Napoli sprofonda

L’altra notizia di giornata è rappresentata dall’esordio di Kenneth Faried con la maglia dell’Unahotels Reggio Emilia. Che ha rifilato a Napoli la decima sconfitta in altrettante gare disputate (la GeVi continua a vivere il “suo” incubo: peggiorate le 9 sconfitte di Treviglio della passata stagione). Faried ha risposto bene al debutto nella LBA: 4 punti e 9 rimbalzi (di cui 4 offensivi) in 18’ di utilizzo testimoniano la volontà di coach Priftis di volerlo inserire in fretta nelle rotazioni e chiedergli già un contributo importante.

Reggio è l’altra faccia bella del torneo, senza tralasciare quanto sta facendo Trapani (l’ex reggiano Galloway, adesso che è rientrato, dispensa cioccolatini e sorrisi, ma era tutto ampiamente pronosticabile) che è diventata la seconda forza del torneo in tandem con la Virtus e Brescia.

Tornando a Napoli, volano stracci in continuazione: il neo coach Valli in due gare ha potuto fare poco per invertire il trend, con Pangos e Manning (i colpi estivi dell’ex diesse Llompart e dell’ex coach Milicic) totalmente incapaci di porre un freno alla situazione di progressivo sbandamento che non accenna ad arrestarsi.

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