Pazzo mondo, questo della LBA. Dove le cose possono cambiare in un istante, e non necessariamente come gli addetti ai lavori potrebbero immaginare. Prendete il caso dell’Openjobmetis Varese, che la settimana scorsa ha perso il suo giocatore principe (tale Nico Mannion, passato a risolvere i problemi dell’Olimpia Milano): da vittima sacrificale a rivelazione del mese di novembre il passo è stato brevissimo, con un ragazzo originario proprio di Varese salito sul proscenio nel momento in cui nessuno se lo sarebbe mai potuto aspettare. Ma che per tempismo e carpe diem andrebbe solo e soltanto lodato.
- Librizzi s'è preso Varese (in due sole settimane)
- Quel "piccoletto" che vuol riscrivere la storia
- Treviso fuori dal tunnel, le campane male male
Librizzi s’è preso Varese (in due sole settimane)
Lui, Matteo Librizzi, è senza ombra di dubbio l’eroe della 7a giornata di stagione regolare di LBA. Perché con 28 punti, 9 assist, 40 di valutazione e una percentuale dal campo del 66% (con 5 su 7 dall’arco) ha spezzato l’imbattibilità stagionale della Virtus Bologna, tanto che da ieri in vetta solitaria c’è rimasta soltanto Trento.
Ma soprattutto perché s’è preso le chiavi di Varese in un istante, per giunta quello più delicato, figlio di un avvio di stagione che definire complesso è poco, segnato da tante sconfitte e dall’addio di Mannion, accorso al capezzale di una Milano in evidente difficoltà tanto in Italia, quanto in Europa (e per ora i conti il Red Mamba l’ha fatti tornare).
Librizzi ha avuto la sua grande opportunità per prendersi la squadra per la quale tifa e brama da sempre e l’ha colta al volo, e adesso anche il basket italiano (al solito in colpevole ritardo) se n’è accorto.
Quel “piccoletto” che vuol riscrivere la storia
La Virtus è stata la prima vittima illustre, lui ha provato a prendersi la prima rivincita contro chi da sempre lo identifica come “too small” per stare al passo con i migliori. Colpa di quei 180 centimetri per 70 kg che per qualcuno non rappresentano il minimo sindacale per reggere il confronto con la LBA. Lui però se n’è infischiato e intanto ha dato la paga a Bologna, dopo che segnali erano già arrivati contro Trapani (18 punti) e in misura minore nelle sfide contro Pistoia (11 punti) e Trieste (9).
Chiaro che l’addio di Mannion gli ha permesso di prendersi minuti che altrimenti non avrebbe mai avuto, ma un conto è averli e un conto è sfruttarli. Da buon capitano, Matteo s’è preso Varese sulle spalle e adesso promette di portarla verso posizioni più degne del passato del club varesotto. Che intanto ha piazzato la seconda W stagionale e ha messo un altro mattoncino pesante in chiave salvezza, che visti i trascorsi recenti da quelle parti non è mai una cosa tanto scontata.
Treviso fuori dal tunnel, le campane male male
La domenica appena trascorsa è stata anche e soprattutto quella delle vittorie dal valore doppio nella parte destra della classifica, vedi quella di Treviso al cospetto di Scafati. Che se n’è tornata a casa con 29 punti di distacco (104 quelli incassati), 23 dei quali firmati da Mascolo e 21 da Olisevicius: una combo che in casa NutriBullett aspettavano da tempo, buona per rifiatare dopo un avvio di stagione decisamente al rallentatore e non scevro di cattivi pensieri.
Scafati (dove Marcelo Nicola ha chiesto scusa ai tifosi: a volte lo stile conta di più quando si perde che quando si vince) è invece la facce meno sorridente della lega assieme a quella di Napoli, che continua la sua maledetta via Crucis stagionale (7 sconfitte di fila) e non sa più come tirarsi fuori da una crisi che prima che tecnica appare decisamente di natura mentale. Milicic è sempre appeso a un filo, ma per ora la dirigenza sembra voler proseguire e dare un’ulteriore chance al tecnico croato.
Menzione finale per Milano, che soffre tremendamente contro Sassari, rischiando di farsi recuperare 17 lunghezze di vantaggio negli ultimi 10’. Alla fine la risolve Zach LeDay, con il doppio turno di Eurolega che incombe alle porte: Messina rimane nel frullatore, ma certe vittorie (seppur sporche) aiutano a vivere meglio.