Non trova pace Kevin Porter jr.: il giocatore degli Houston Rockets è stato arrestato nelle scorse ore con l’accusa di aver tentato di strangolare la fidanzata all’interno del Millennium Hotel di New York.
Che fosse un soggetto difficile non era un gran mistero, ma che finisse nuovamente per cacciarsi in un altro brutto guaio, beh, nessuno se lo sarebbe mai augurato. Invece è successo di nuovo, e stavolta potrebbe arrivare anche una brutta stangata da parte della NBA.
- La chiamata al 911 alle 6,45
- Una vita sul filo del rasoio
- La pistola e i messaggi criptici
- Un quadriennale da 82,5 milioni di dollari
- La stretta dell'NBA
- A rischio il suo percorso nella Lega
La chiamata al 911 alle 6,45
Una chiamata arrivata al 911 alle 6,45 del mattino ha costretto le forze dell’ordine a intervenire: Kysre Gondrezick, 26 anni, ha dichiarato che a far scatenare la lite ha contribuito l’ennesima notte brava del giocatore, che avrebbe fatto rientro in hotel soltanto a tarda notte.
All’invito della fidanzata di restare fuori dalla porta, Porter jr. ha reagito chiedendo a un impiegato della struttura di consentirgli di tornare all’interno della sua stanza, e una volta entrato ha prima minacciato la fidanzata, quindi l’ha afferrata per il collo, causandole un taglio sul lato sinistro del viso e probabilmente anche una frattura, che hanno reso necessario il trasporto in ospedale della donna, ex giocatrice nella WNBA.
Porter è stato denunciato per violenze e adesso dovrà rispondere delle accuse mosse dalla sua fidanzata.
Una vita sul filo del rasoio
Inutile ricordare quanto il carattere decisamente particolare e molto incline allo scontro abbia finito per complicare – e pure tanto – l’esistenza della guardia dei Rockets. Scelto alla numero 30 del draft 2019 dai Milwaukee Bucks, ma immediatamente girato ai Cleveland Cavaliers, Porter jr. è entrato in NBA con la fama di “bad boy” e sostanzialmente ha fatto poco o nulla per smentirla.
Ai Cavs è durato poco più di un anno e mezzo, tra una lunga sequenza di litigi all’interno dello spogliatoio e qualche strano comportamento fuori dal campo.
La pistola e i messaggi criptici
Due i fatti maggiormente contestati: nell’estate del 2020 puntò una pistola a un automobilista, reo di aver causato un incidente, mentre nell’ottobre del 2020 arrivò a postare alcuni messaggi criptici sui propri profili social, che molti interpretarono alla stregua di un annuncio pre-suicidio.
Tutto ciò convinse la dirigenza a spedirlo a Houston nel febbraio del 2021, e sebbene inizialmente in Texas le bizze si mostrarono un po’ ridimensionate, non mancarono esposti di alterchi all’interno dello spogliatoio (una volta abbandonò l’arena prima di una gara dopo aver tirato di tutto a compagni e assistenti).
Un quadriennale da 82,5 milioni di dollari
Nonostante ciò, nell’estate del 2022 il giocatore ha firmato un’estensione per 4 anni e complessivi 82,5 milioni di dollari, cifra però solo parzialmente garantita proprio per via dei ben noti problemi comportamentali (se i Rockets dovessero arrivare alla decisione di tagliare il giocatore sarebbero tenuti a versargli solo 16,9 milioni e non l’importo totale dell’accordo).
Il problema più volte manifestato in più periodi della sua vita nella gestione della rabbia lo ha portato spesso e volentieri a finire sulle copertine dalla parte sbagliata della storia, ma questa ultima vicenda di rivelarsi alla stregua della più complessa e potenzialmente dannosa di tutta la sua esistenza.
La stretta dell’NBA
L’NBA da tempo ha cominciato una vera e propria crociata nei confronti di quei giocatori che si sono resi protagonisti di episodi non solo lesivi della credibilità della Lega ma anche di violenza al di fuori del campo.
Il precedente di Ja Morant, che dovrà scontare 25 gare di sospensione e senza essere stipendiato per essersi fatto riprendere (postando tutto sui social) mentre giocava con delle pistole in auto, già rende l’idea della volontà della lega di debellare un pericoloso fenomeno di imitazione che potrebbe lederne fortemente l’immagine agli occhi degli appassionati.
Appare dunque assai probabile che nei prossimi giorni nei confronti di Porter jr. si possa abbattere la scure di una punizione esemplare, tale anche da poterne compromettere l’intera carriera nel principale campionato professionistico al mondo.
A rischio il suo percorso nella Lega
Porter jr. in NBA ha disputato 196 partite, viaggiando a una media di 15.3 punti, 5 assist e 4.3 rimbalzi a partita, tirando con il 43.1% dal campo (35% da tre) e facendo registrare il career high nell’aprile del 2021 contro i Bucks con 50 punti.
Ora però tutto questo rischia di diventare un ricordo sbiadito: l’ultima “bravata” rischia di costargli davvero cara.