Più dannata di così la stagione di Ja Morant non avrebbe potuto essere. Un’annata durata appena 9 partite: non ce ne saranno altre da qui ad aprile, quando la regular season avrebbe chiuso i battenti, mentre Memphis magari avrebbe pure potuto continuare la sua corsa. Sarà difficile pensare che sia così adesso che Morant dovrà restare a guardare giocare i compagni: quella che sembrava essere una semplice sublussazione alla spalla destra s’è poi rivelata essere qualcosa di molto più serio, col giocatore di Grizzlies che si è procurato una lacerazione del labbro glenoideo superiore, che necessiterà un intervento chirurgico per la completa guarigione.
- Un'annata maledetta: dalla squalifica al nuovo stop
- Pacers col fiato sospeso: la coscia di Haliburton ha fatto crac
- Detroit, di male in peggio: anche Cunningham va ko
Un’annata maledetta: dalla squalifica al nuovo stop
Memphis in stagione ha raccolto appena 13 vittorie su 36 gare disputate. Ma nelle 9 in cui ha avuto Morant il bilancio è stato di tutt’altra pasta, con 6 vittorie e tre sole sconfitte. Questo dato è significativo e spiega meglio di ogni altro quanto l’assenza della sua stella possa aver inciso (e certamente inciderà) sulle fortune della squadra nel proseguo dell’annata. Che per Morant era cominciata soltanto a ridosso delle festività natalizie, complici le 25 partite di squalifica che l’NBA gli aveva comminato dopo i video che lo ritraevano con alcune armi in mano, episodi che avevano generato tanta indignazione in un ambiente che da decenni si batte per promuovere e favorire comportamenti corretti, soprattutto riguardo alla detenzione di armi (sono lontani gli anni in cui alcuni giocatori le portavano addirittura in spogliatoio).
L’infortunio occorso a Morant in allenamento è una mannaia che s’abbatte da un lato sui Grizzlies, dall’altro sul giocatore stesso, che era tornato in campo mostrando numeri d’alta scuola e tenendo medie assai elevate, con 25.1 punti, 8.1 assist e 5.6 rimbalzi a partita. Ritrovata la forma migliore, Ja s’è dovuto nuovamente accomodare in infermeria e adesso dovrà necessariamente attendere 9 mesi prima di tornare a fare magie su un parquet.
Pacers col fiato sospeso: la coscia di Haliburton ha fatto crac
L’inizio di 2024 non è stato invero molto tenero quanto a infortuni e problemi fisici. Indiana ad esempio tiene il fiato sospeso aspettando lumi sulle condizioni di Tyrese Haliburton, che nella partita vinta contro i Celtics ha rimediato un problema muscolare piuttosto serio alla coscia sinistra, tale da costringerlo a uscire in braccio a un paio di compagni.
L’entità dell’infortunio non è stata ancora resa nota, ma la sensazione è che non si sia trattato di qualcosa di poco conto, cioè guaribile in una o due settimane al massimo. Così fosse, i Pacers perderebbero molto del loro credito guadagnato in una prima parte di stagione fatta di 21 vittorie e 15 sconfitte, pienamente attaccata al carrozzone che a Est naviga attualmente al quarto posto (assieme a Magic, Heat, Knick e Cavaliers, tutte con lo stesso record).
Haliburton guida la classifica stagionale della lega in fatto di assist (12.5) e sin qui ha realizzato 22.6 punti di media a partita, con una percentuale dal campo appena inferiore al 50%. E soprattutto è in corsa per ottenere un posto da titolare in uno dei due quintetti dell’All Star Game, anche se adesso la sua presenza appare fortemente a rischio.
Detroit, di male in peggio: anche Cunningham va ko
Un altro che ha cominciato male l’anno nuovo è Cade Cunningham, alle prese con un problema al ginocchio sinistro. In questo caso la natura traumatica sembra aver scongiurato il pericolo di uno stop prolungato: la distorsione rimediata contro Denver non sembra tanto grave da precluderne l’utilizzo per un tempo lungo. Chiaro però che la prudenza non è mai troppa quando si parla di Cunningham, che nella scorsa stagione (da rookie) fu costretto a chiudere anzitempo le ostilità dopo un solo mese di regular season per un problema alla tibia sinistra, che richiese anche un intervento chirurgico. Detroit quest’anno è partita malissimo, inanellando persino 28 sconfitte di fila, ma senza Cunningham perde l’unico realizzatore affidabile.