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Becker incorona Sinner: "Sempre più simile a Djokovic. Con lui e Alcaraz il tennis è in buone mani"

Il campione tedesco rende merito ai progressi del numero 1 di San Candido: "Gioca con una velocità alla quale solo Alcaraz, se in giornata, può resistere".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quando parla Boris è inevitabile tendere l’orecchio. Perché Boris, che di cognome fa Becker e al mondo del tennis s’è mostrato appena 17enne, andando a vincere nientemeno che sul prato sacro di Wimbledon (a.D. 1985), non è il tipo da girare troppo attorno alle parole. Lui va dritto al sodo, e parlando di Jannik Sinner ha fatto capire di apprezzare eccome le doti tecniche e umane del numero 1 del mondo. Al punto da profetizzare un futuro luminoso, da condividere chiaramente con Carlos Alcaraz, il compare ideale per ripercorrere le orme recenti di Federer e Djokovic.

Sinner e quel paragone da vero numero 1

Proprio il paragone col serbo è quello che Becker ha fatto emergere in modo più evidente, pensando anche all’ultima finale di Shanghai dove si è assistito a una partita dominata da Sinner nei momenti in cui la palla pesava di più. “Jannik non scende mai sotto il “par”, gioca sempre a un livello molto alto e porta in campo un tennis di qualità veramente eccelsa”, ha spiegato il tedesco.

“Ricorda molto da vicino Nole per lo stile e la capacità di essere performante in ogni situazione. Ed è costante nel rendimento proprio come lo era Nole quando era nel momento più alto della propria carriera”. Coinciso, guarda un po’, col periodo nel quale era Becker ad allenarlo: 6 stagioni dal 2011 al 2017, alcune delle quali semplicemente le migliori di tutta la parabola tennistica del serbo.

Ecco perché le parole di Boris valgono di più: “Quando Djokovic era più giovane, diciamo almeno fino a un paio d’anni fa, riusciva a dominare gli scambi da fondo campo grazie a una tecnica e a una capacità di risposta eccellente, che si fondava anche su un movimento di piedi che gli consentiva di fare maggiore presa e velocità. Adesso quel gioco lo fa Sinner, che mette velocità nei suoi colpi e spinge gli avversari lontani dalla riga”.

La sfida (anche generazionale) con Alcaraz

La crescita esponenziale dell’altoatesino non ha sorpreso più di tanto il “quasi” connazionale. Che pure ha ammesso candidamente di apprezzare (e pure tanto) pure Alcaraz. “Non a caso la finale di Pechino l’ha vita lo spagnolo, che a volte riesce a giocare a una velocità forse anche superiore a quella di Sinner, anche se non ha la stessa costanza nel tenere alto il ritmo nel corso del match. Carlos però, se in giornata, è difficile da fermare, anche per un numero 1 come Jannik. Perché riesce a salire di livello nei momenti più delicati, mostrando una forza fuori dal comune”.

Tanto da chiedersi quanto i due potranno durare sul tetto del tennis mondiale: “Loro sono sicuramente i Federer e Djokovic di domani, anche se è bene fare le dovute proporzioni. Roger e Nole, e ci metto anche Rafa, hanno fatto la storia di questo sport. Alcaraz come stile mi ricorda di più Federer, Sinner è più simile a Djokovic”. Mancherebbe un Nadal 2.0, ma Becker un nome ce l’ha: “Dico Ben Shelton, perché sorride, dà spettacolo e si diverte. Quello che non sa fare Rune”.

La vera missione: essere vincenti tanto a lungo

Tornando a Sinner, la considerazione di Becker è tale da far pensare che nella sua mente potrebbe davvero ricalcare le orme di Djokovic, anche se il serbo qualche cartuccia ancora da sparare sente di averla. “Non lo so se Sinner diventerà dominante come lo è stato Nole per così tanto tempo. Non credo sia giusto mettere sulle spalle sue e di Alcaraz troppa pressione: sono giovani, hanno tempo per dimostrare tutto il loro valore.

Chiaro, vincere 24 slam, o 22 come ha fatto Nadal o 20 come ha fatto Federer, è qualcosa di veramente fuori dal comune. Così come pensare a 428 settimane in vetta al ranking, come accaduto a Nole. Il fatto che sia rimasto l’ultimo avamposto di una generazione dorata del tennis mondiale un po’ fa pensare, ma credo che il tennis sia in buone mani pensando a ciò che Sinner e Alcaraz potranno fare nei prossimi anni”.

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