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Benedetta Pilato, crisi senza fine: Mondiali appesi a un filo. Martinenghi c'è e fa felice Giunta

Crisi nera per la nuotatrice tarantina: dopo il flop nei 100 rana, rinuncia anche ai 50 e rischia l'esclusione da Singapore. Dove invece ci sarà un Martinenghi ritrovato

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

C’era una volta Benedetta Pilato. Che invero c’è ancora, anche se (almeno adesso) non si vede. Non almeno a pelo d’acqua: la rinuncia alla finale A dei 100 rana è stata il segnale che qualcosa non andasse come sperato, e puntuale è arrivata la notizia della decisione della nuotatrice tarantina di non proseguire l’avventura nei campionati italiani Assoluti in corso di svolgimento a Riccione. Una decisione non priva di conseguenze: ad oggi Benedetta non ha fatto segnare il tempo di qualificazione per i mondiali di Singapore, e questo significa che il rischio di non vederla ai blocchi di partenza nella rassegna iridata è piuttosto elevato.

Una rinuncia pesante: mondiali di Singapore lontanissimi

Nei 100 rana, forse Pilato pensava che nessuna delle sue rivali avrebbe ottenuto i crono necessari per qualificarsi ai mondiali. Invece è stata smentita dai tempi che Anita Bottazzo e Lisa Angiolini hanno fatto registrare nella finale A, di fatto guadagnandosi le due card per rappresentare l’Italia in terra asiatica la prossima estate.

Il pericolo di restare fuori anche dai 50 rana è quanto mai incombente: se le stesse Bottazzo e Angiolini (oltre ad Arianna Castiglioni) dovessero ripetersi sulla vasca unica (30”20 il tempo limite per ottenere la qualificazione ai mondiali), ecco che le due slot verrebbero occupate e per la pugliese non ci sarebbe modo di replicare.

L’unica possibilità di essere convocata per Singapore è legata appunto a quello che accadrà nella finale di giovedì: se nessuna o soltanto una delle atlete in gara riuscirà a stare sotto i 30”20, allora spetterà alla direzione tecnica della FIN stabilire quali saranno le nuotatrici da schierare nella gara della vasca unica, che da pochi giorni è stata inserita anche nel programma olimpico di LA28.

Un anno nero: da Parigi a Riccione, passando per Budapest

Che il momento non fosse dei più facili per Benedetta lo si era intuito già alla fine del 2024, quando a Budapest nei mondiali in vasca corta era arrivata una cocente delusione con l’eliminazione nella batteria dei 100 rana. Il tutto dopo che a febbraio era arrivato il bronzo sui 50 rana a mondiali di Doha, mentre a Parigi la delusione si manifestò sottoforma della medaglia di legno conquistata nei 100 (con annessa polemica con Elisa Di Francisca, che la criticò per aver accolto tutto sommato con gioia quel quarto posto, di fatto rimproverandola di essersi voluta accontentare di stare appena fuori dal podio).

Il cambio di vita, con il trasferimento a Torino e il cambio di guida tecnica (ora l’allena Antonio Satta), sin qui non ha prodotto i risultati sperati. E la decisione di ritirarsi dai campionati italiani, col rischio concreto di vedere andare in fumo la possibilità di qualificarsi per i mondiali in programma nella seconda metà di luglio, testimonia che qualcosa s’è inceppato ben oltre le previsioni. Benedetta ha compiuto 20 anni a gennaio: pochi per pensare che la sua stella possa spegnersi così a stretto giro di posta.

Martinenghi batte un colpo. Viberti da urlo, ma niente mondiale

Per una Pilato in crisi nera, c’è almeno un Nicolò Martinenghi che comincia a mandare di nuovo segnali incoraggianti. Il 59”16 col quale ha vinto la finale dei 100 rana è sufficiente per consentirgli di staccare il pass per Singapore, con il suo nuovo tecnico Matteo Giunta (marito di Federica Pellegrini) che ha potuto constatarne i progressi nel corso di un inverno che non si è rivelato affatto semplice.

“Era da tanto che non mi sentivo così bene in vasca e sono felice sia per aver ottenuto il tempo per i mondiali, sia per aver conquistato un altro titolo italiano. Mi sento maturo al punto giusto per capire come comportarmi a seconda della finale e credo di aver fatto le cose nella maniera migliore”.

Il grande deluso di giornata è però Ludovico Viberti: un eccesso di sicurezza in batteria gli costa un posto nella finale A, costringendolo a gareggiare nella finale B dove al netto del tempo eccellente fatto registrare (59”04, è il terzo all time italiano di sempre, nonché il terzo tempo mondiale dell’anno) per i criteri federali non vale per la qualificazione ai mondiali.

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