Ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al suo più grande amore. Che naturalmente è la racchetta, perché il tennis è una parte troppo importante nella vita di Matteo Berrettini. Che a 28 anni ha ritrovato sensazioni che sembravano essersi perdute in mezzo a un mare di problemi e infortuni, ma che pur togliendogli il sorriso spesso e volentieri sono diventati la molla per spingerlo oltre i propri limiti. Tanto che quando l’ATP gli ha chiesto di scrivere appunto una lettera, Matteo s’è fatto trascinare dal cuore e dai buoni sentimenti.
- La lettera di Matteo e la predilezione per Federer
- La sconfitta con Fognini, le gioie dopo i dolori
- Al lavoro ad Alicante: fari puntati su Brisbane
La lettera di Matteo e la predilezione per Federer
“Caro tennis. Mi sentivo come se tu fossi l’amore della mia vita. Eri impegnativo. E lo sei ancora, impegnativo. Ma questo è probabilmente il motivo per cui mi piaci così tanto”. Comincia così il testo che il giocatore romano ha consegnato ai social media del circuito professionistico. Una sorta di manifesto in cui ha condensato un po’ tutta la sua vita, che s’intreccia anche con quella familiare, dal momento che suo fratello Jacopo è giocatore professionista proprio come lui.
“Caro tennis. Sei sempre stato una questione di famiglia, qualcosa che scorreva nel nostro sangue. La prima cosa che hanno fatto i miei è stato darmi una racchetta, quando avevo solo tre anni. E ricordo che non mi piaceva il tennis, così ho smesso. Ho ricominciato a otto anni, perché mio fratello, più piccolo di me, mi ha chiesto di tornare a giocare per divertirsi. Mio fratello voleva sempre essere Djokovic, io sceglievo Federer: giocavamo per ore in casa, con i palloncini, con racchette piccole o grandi, non era importante. volevamo solo divertirci”.
La sconfitta con Fognini, le gioie dopo i dolori
C’è un momento in particolare che ricorre nelle immagini evocate da Berrettini: è la sconfitta agli Internazionali di Roma 2017 contro Fabio Fognini, che all’epoca ne aveva ancora di più (specialmente sulla terra). Ma perdere davanti al pubblico della Capitale, quindi della sua città, gli procurò una ferita dolorosa. “Non siamo partiti col piede giusto, ma siamo stati bravi a cambiare e ora io mi diverto con te, completamente. Tu sei una parte di me da allora. Nel 2017 al torneo di Roma, il mio torneo di casa, ho perso malamente con Fognini, mi ha schiantato. Mi hai colpito duramente, ma allo stesso tempo ho sentito emozioni forti, che volevo provare ancora: una spinta a migliorare. Il resto è storia”.
Con l’ultimo capitolo scritto a Malaga poco più di due settimane fa, con quelle lacrime di gioia dopo il trionfo in Davis che porta anche e soprattutto la sua firma. “Mi hai insegnato tutto ciò in modo duro, qualche volta. Ma questo è il motivo per cui sono qui. Io penso che ogni cosa negativa, se così possiamo chiamarla, sia quello che mi ha portato qui, a godermi tutto al massimo.
Ho vinto qualche titolo, ho raggiunto la finale di uno Slam. Ho giocato le ATP Finals a Londra e a Torino. Mi hai insegnato a essere resiliente, combattivo, a credere nelle persone con cui lavoro. Per me non è solo sport, ma l’occasione per incontrare persone, stringere amicizie che sono quasi famiglia. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno cambiato la vita, dentro e fuori dal campo. Dopo tutti questi anni, penso di conoscerti, sarebbe bello vedere cosa ci aspetta. Love, Matteo”.
Al lavoro ad Alicante: fari puntati su Brisbane
Intanto nei prossimi giorni lo aspettano i campi all’aperto, quelli del circolo di Alicante dove si è trasferito per affinare la preparazione in vista degli Australian Open. È lo stesso impianto dove esattamente 12 mesi fa Jannik Sinner si mise a preparare la stagione che l’avrebbe consacrato nell’olimpo del tennis, e curiosamente con lui ci sarà Umberto Ferrara, l’ex preparatore atletico di Sinner, “silurato” dopo il caso Clostebol (fu lui ad acquistare il Trofodermin in farmacia a Bologna e a passarlo al fisioterapista Naldi), oltre ad Alessandro Bega, che dopo la separazione da Francisco Roig è rimasto il suo unico allenatore.
L’obiettivo di Berrettini è di presentarsi pronto e tirato a lucido a Brisbane a fine mese, quando scatterà il primi ATP 250 in vista degli Australian Open.