Gianluigi Buffon resta in nazionale e lo fa nelle vesti di direttore sportivo. Sì, avete capito bene. L’ex numero uno della Juventus avrà un ruolo operativo all’interno della Federazione, al fianco del presidente Gabriele Gravina, che ha spinto fortemente per la sua riconferma. Nuovi compiti e nuove responsabilità per una delle icone del calcio italiano, a poche settimane dalla cocente delusione di Euro 2024.
- Buffon, nuovo ruolo in Nazionale: sarà il direttore sportivo
- Come cambia l'Italia: il confronto con le altre Federazioni
Buffon, nuovo ruolo in Nazionale: sarà il direttore sportivo
A partire dal mese di settembre, quando l’Italia di Luciano Spalletti sarà chiamata a ripartire dalla Nations League contro la Francia di Didier Deschamps, Gianluigi Buffon dovrebbe diventare a tutti gli effetti il nuovo direttore sportivo della nazionale. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, infatti, l’ex numero uno azzurro avrà un ruolo più operativo e meno rappresentativo, potendo essere così più vicino alla squadra e al campo.
Non mancheranno selfie e autografi in giro per il mondo, ma Buffon non sarà più un “semplice” capodelegazione che fa da parafulmine con i media nei momenti difficili, fino ad oscurare il presente con lo straordinario passato che la sua figura richiama. Gravina, che non ha nemmeno preso in considerazione le possibili dimissioni del fuoriclasse di Carrara, ha accolto le sue richieste e gli ha affidato compiti e responsabilità che non andranno ad invadere le aree di competenza del ct Luciano Spalletti, confermato nonostante la brutta figura in Germania.
Cosa significa essere un ds della nazionale? Oltre a seguire con attenzione alcune dinamiche di spogliatoio, già note all’ex estremo difensore della Juve, Buffon avrà un ruolo attivo anche nei periodi che dividono le soste dedicate alla nazionale, mantenendo costantemente i contatti con calciatori e club, per aggiornare lo staff tecnico sulle condizioni psico-fisiche dei ragazzi. Rappresenterà il braccio destro di Spalletti e metterà in pratica quanto studiato durante il corso per diventare direttore sportivo, culminato con il diploma acquisito lo scorso febbraio.
Come cambia l’Italia: il confronto con le altre Federazioni
Avere un direttore sportivo in nazionale non è certo una novità. O almeno, lo è per la nostra Federcalcio, non per le altre Federazioni. Spagna e Germania, sotto questo punto di vista, sono sempre state un passo avanti. Le Furie Rosse, nell’era Luis Enrique, si erano affidate alle idee e all’esperienza di José Francisco Molina, cercando di ricostruire l’organigramma di un club, per dividere mansioni e responsabilità, ma seguendo una strategia comune. Il ct De La Fuente, invece, potrebbe essere presto affiancato dal direttore Mateu Alemany, già alla guida dell’area tecnica del Barcellona, e intanto ha favorito la promozione di Francis Hernandez, sapiente selezionatore delle giovanili.
A proposito di direzione tecnica, è sufficiente fare riferimento all’ex Roma Rudi Voller, icona del calcio tedesco e oggi dt della Federcalcio teutonica, nonché collante tra squadra e vertici della Federazione. Peraltro, ha recentemente prolungato il suo contratto con la Germania. Ai tempi di Joachim Low, molti ricorderanno Oliver Bierhoff, anch’egli con un glorioso passato in Italia da calciatore e poi dirigente della Federcalcio tedesca.
Il doppio ruolo non è più una novità, come conferma anche l’ultimo invito della UEFA in vista del 16 e 17 settembre, quando a Berlino si riuniranno allenatori e direttori tecnici, convocati da Ceferin. A Casa Italia, per il momento, si esclude la presenza di un vero e proprio direttore tecnico, ma non è detto che il neo ds Gigi Buffon non possa rappresentare ambo le figure, affiancando Luciano Spalletti sul campo e in tribuna. Il direttore tecnico, del resto, era stato rifiutato persino da Roberto Mancini, che bocciò l’inserimento all’interno dello staff di Marcello Lippi, proposto da Gabriele Gravina. Buffon e Spalletti, invece, hanno già lavorato insieme e sembrano essere in perfetta sintonia, al di là dei recenti risultati sportivi.