L’Inter esce nel modo peggiore dalla Champions League e sui social i tifosi si scagliano contro colui che considerano il maggior responsabile della debacle nerazzurra: Luciano Spalletti.
In cinque giorni l’Inter si ritrova a -14 dalla capolista Juventus e fuori dalla massima competizione europea: il sogno di ritornare grandi sfuma di nuovo, e i tifosi hanno una sensazione di déjà vu per una stagione che rischia di perdere di senso molto presto.
Il tecnico toscano è sotto accusa per diversi motivi, in primis le scelte iniziali di formazione e i cambi sbagliati: particolamente contestata la sostituzione di Politano (tra i migliori in campo) con Vrsaljko, in un momento in cui l’Inter doveva attaccare per segnare un’altra rete al Psv ed assicurarsi la qualificazione. Ma non piacciono neanche le dichiarazioni post partita, quando Spalletti ha indicato come causa dell’eliminazione la debolezza mentale dei suoi giocatori.
Sui social è già spuntato l’hashtag #spallettiout, e su Twitter è un moltiplicarsi di “Vattene”, “Cacciatelo”, si parla di “mediocrità” dell’allenatore e il malumore cresce. Si rispolvera anche il tweet del padre di Lautaro Martinez, che aveva definito il tecnico “cagon”. E Spalletti è sotto accusa anche per l’arrivo di Radja Nainggolan, che tra infortuni e serate in discoteca non si è praticamente ancora visto al Meazza.
“Non siamo riusciti a mantenere la tranquillità dovuta nonostante tutto fosse ancora possibile e ci siamo innervositi perdendo qualche palla di troppo. Abbiamo fatto gli stessi punti del Tottenham ma dovevamo fare meglio in questa gara. Ci siamo lasciati trascinare dalle tensioni che gli eventi hanno creato”, è la spiegazione di Spalletti dopo la figuraccia in casa.
“Come si fa a nascondere il risultato degli avversari? Il boato del pubblico arriva. La Uefa mi ha chiesto se volevo scriverlo sul cartellone e ho detto di sì, bisogna avere lo spessore e la forza mentale di reagire ai corretti eventi. Solo così si ha il massimo della forza su quelle che sono le situazioni che succedono. Icardi? Ma non è un giocatore che risolve un comportamento di una squadra, ci vogliono più cose. Non ci vuole un calciatore che fa quella giocata, è un insieme che si muove”.
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