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L’allarme di Casarin: l’arbitro scomparirà, basta rigorini e la verità su Mourinho

L'ex arbitro e designatore Casarin ha parlato del presente e del futuro del mondo dei fischietti: "Un mio amico mi ha detto che scompariranno. Al loro posto la tecnologia"

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Antonio Salomone

Antonio Salomone

Giornalista

Giornalista pubblicista. Lo affascinano, da sempre, le categorie minori e i talenti in erba. Ha fiuto per la notizia e per gli emergenti. Calcio, basket, motori: ci pensa lui

L’arbitro ormai è sinonimo di polemica. Alla fine dei novanta minuti, spesso, il pallone va in cantina e non si fa altro che parlare di moviola o errori. Troppo forse, visto che lo sport dovrebbe prendere il sopravvento. A parlarne ci ha pensato l’ex direttore di gara e designatore Casarin al Corriere dello Sport. Tante le tematiche affrontate: dall’episodio di Ucraina-Italia, ai rigorini, fino al rapporto con allenatori “scomodi” come Mourinho.

Casarin, gli arbitri presuntuosi e l’intelligenza artificiale

L’ex fischietto non si è esentato da critiche ai giovani direttori di gara di oggi: “Ho 200 partite in A e 150 in B, ai miei tempi l’alternanza, l’avanti e indietro, su e giù, rientrava nel percorso di crescita. Oggi i cosiddetti esperti dirigono solo in Serie A. Dico: vai indietro a rifarti. L’arbitro è presuntuoso, dopo qualche gara di campionato pensa di essere il più bravo del mondo e allora va punito e riportato a terra. Io certe cose le ho vissute, provate, pagate anche. Mi sono formato sotto Campanati, affiancato da D’Agostini, e in seguito con Ferrari Aggradi, alta scuola, capace – lui, sì – di fare crescere gli arbitri”. Poi una battuta o una scomoda verità: “Una persona importantissima mi ha spiegato che tra qualche anno l’intelligenza artificiale prenderà il posto dell’arbitro, una figura destinata a sparire. Io quel giorno non voglio esserci”.

L’episodio Cristante-Mudryk e i rigorini

Casarin ha analizzato l’episodio di Ucraina-Italia, il penalty non concesso ai gialloblu: “In Spagna sono portati a non concedere i rigorini. Manzano, che a pelle mi sta anche sui coglioni, ne dà pochissimi. Anch’io l’ho visto alla tv. Dalle prime immagini ho pensato fosse netto, poi ho notato che Mudryk accentua la caduta, quel volo non può essere frutto del tocco di Cristante. Il direttore di gara dal campo ha avuto una percezione più precisa dell’intensità. Per me il rigore dev’essere risarcimento, non regalo. L’arbitro non deve regalare, è una cosa che ho cercato di trasferire ai miei colleghi quando facevo il designatore. Il difensore con un fallo ha impedito all’avversario di segnare? Rigore. Il fatto è che non siamo ancora usciti dalla pandemia dei rigorini, ci vorrà molto tempo per aggiustare le cose. Concetto Lo Bello aveva una media di 0,25 rigori a partita. Bisogna tornare a un calcio forte nel quale l’accentuazione di certe cadute, per non dire la simulazione, va bandita. Dal campo l’arbitro capace sa valutare l’intera dinamica di un intervento falloso”.

Il rapporto tra Mourinho e gli arbitri

Un allenatore che spesso tende a soffermarsi sulle decisioni arbitrali è Mourinho e lo fa sempre con il suo stile, quasi provocatorio. Casarin però ha le idee chiare sul suo atteggiamento:Quando lui ricorda quello che ha vinto vuol farti sapere che ha lavorato, bene e tanto. Non fa il buffone e non ha voglia di perder tempo. Non gli puoi dire “stai zitto”, lui ti sovrasta. È un uomo intelligentissimo. Bisogna parlargli con rispetto. E poi ha una dozzina di persone dietro di lui che lo pressano”.

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