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Caso Djokovic, il serbo rivela la verità e ammette gli errori

Il numero uno del tennis spiega come e quando ha contratto il virus e fa chiarezza sulla questione viaggi pre Australia.

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Novak Djokovic è ancora in attesa di capire se potrà partecipare o meno agli Australian Open. Nel frattempo ha deciso di parlare (via social network) per fare chiarezza su tanti punti oscuri della vicenda.

Djokovic, le tappe della sua positività

In questi giorni, in tanti hanno criticato il serbo per aver partecipato a degli eventi quando era già positivo al Covid. Il numero uno del tennis (attualmente si sta allenando in Australia) ha spiegato cosa è accaduto: “Voglio chiarire che mi sono attenuto alle regole per il tracciamento e che ho provato a mettere tutti in sicurezza. Ho assistito a un match di basket a Belgrado il 14 dicembre, e mi è stato riferito che alcune persone erano risultate positive al Covid. Nonostante non avessi i sintomi, il 16 dicembre ho fatto un test antigenico rapido che è risultato negativo e per maggiore cautela lo stesso giorno ho eseguito un test molecolare. Il giorno successivo ho partecipato a un evento di tennis a Belgrado per consegnare premi ai bambini e ho fatto un test rapido dell’antigene prima di andare all’evento, ed è stato negativo. Ero asintomatico e mi sentivo bene e non avevo ricevuto la notifica di un risultato positivo del test molecolare fino a dopo quell’evento. Il 18 dicembre mi trovavo nel mio centro di tennis a Belgrado per un’intervista e un servizio fotografico a L’Equipe fissati da tempo. Ho cancellato tutti gli altri eventi tranne l’intervista a L’Equipe“; le sue parole nel lungo post social.

Positivo all’incontro con l’Equipe

Di fatto, Novak Djokovic si è presentato all’intervista con l’Equipe pur sapendo che era positivo al Covid: “Mi sono sentito in dovere di farla perché non volevo deludere il giornalista, ma mi sono assicurato di restare a distanza di sicurezza e di indossare la mascherina, tranne quando mi è stata scattata una foto. Mentre tornavo a casa dopo il colloquio per isolarmi per il periodo richiesto riflettendoci, ho capito che il mio è stato un errore di giudizio e ammetto che avrei dovuto rimandare l’appuntamento”. Lo stesso media francese ha fatto sapere che, durante l’intervista, durata 33 minuti, il serbo si è rifiutato di togliersi la mascherina per una foto e di averla tolta solo per il servizio fotografico.

Djokovic e la questione viaggi

Sempre nel lungo post, il serbo ha spiegato anche cosa è accaduto con i documenti firmati all’aeroporto (attualmente sotto indagine e nelle meni del ministro dell’immigrazione australiano): “La documentazione è stata presentata dal mio team e il mio agente si scusa profondamente per l’errore che ha commesso nello spuntare la casella errata sul mio viaggio precedente all’arrivo in Australia. Questo è stato un errore umano e certamente non intenzionale. Viviamo in tempi difficili in una pandemia globale e a volte possono verificarsi questi errori”. In chiusura, Novak Djokovic ha fatto sapere che non parlerà più di questa vicenda. Ora c’è solo da attendere la decisione finale del governo australiano, soprattutto alla luce di queste dichiarazioni. Il serbo ora vuole pensare solo a prepararsi per gli Australian Open.

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