Quando sei in una grande piazza come Milano sfuggire alle pressioni dei tifosi è difficile: ne sanno qualcosa Simone Inzaghi e Javier Zanetti, che sono stati costretti più di una volta a parlare con gli ultrà, a fare mezze promesse, a cercare compromessi. Un atteggiamento che non è piaciuto a Luciano Spalletti, ad esempio, con il ct che si è sfogato pubblicamente prendendo le distanze. C’è poi chi, come Ottavio Bianchi, ha allenato non solo a Milano ma anche in altre piazze caldissime come Napoli e Roma e sa cosa vuol dire tenere testa alle tifoserie. Intervistato in esclusiva da Virgilio sport l’ex tecnico bresciano racconta la sua esperienza.
Bianchi a lei è mai capitata una situazione come quella vissuta con i tifosi da Inzaghi?
“Forse avete dimenticato la mia carriera, io sono sempre stato isolato. Da tutto e da tutti. Completamente. Mai andato a riunioni di nessun tipo, mai accettato inviti. Vivevo sempre nella mia camera d’albergo”
In piazze come Napoli, Roma e Milano non deve essere stato facile per lei
“La mia vita era campo-albergo e albergo-campo, i tentativi di pressioni ci sono sempre stati e potrei scrivere un libro ma me ne sono distaccato. Penso che ognuno debba fare il suo mestiere e il mio era quello di andare agli allenamenti e di rispondere al presidente del mio lavoro, e questo sia da giocatore che da tecnico”
I biglietti li avranno chiesti anche a lei in qualche modo…
“Guardi, le dico solo questo: pur di non chiedere mai biglietti a nessuno non facevo venire allo stadio neanche i miei familiari. Mi sono sempre isolato a costo di passare…per quello che sono”
Negli anni d’oro del Napoli di Maradona c’era la caccia al biglietto..
“Non solo a Napoli, il discorso è valido sempre, quando ero alla Roma feci mettere per iscritto nel mio contratto all’ingegner Viola che non avrei mai partecipato alle inaugurazioni di sede dei tifosi o ai loro incontri o a comparsate in tv. Mi disse: ‘non si preoccupi, ci andrò io’…”.
E all’Inter è stata la stessa cosa…
“All’Inter come a Bergamo o ad Avellino o a Como o a Firenze, io sono sempre stato lo stesso, con i miei princìpi. Tentativi di pressioni ce ne sono sempre stati e tanti ma io sono fatto così. Con questo non voglio criminalizzare nessuno, sia chiaro. Ognuno è fatto a modo suo”