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Ceccon e Khelif ossessioni del web: il clochard del nuoto e l’intersex della boxe le medaglie più cool  

Ragioni diverse ma identica attenzione mediatica: il nuotatore azzurro e la pugile algerina sono gli atleti più cercati sul web. L'interesse social per Ceccon e Khelif

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Thomas Ceccon e Imane Khelif hanno fatto il giro del mondo. Il nuotatore e la pugile sono diventati cool: casi differenti, l’algerina ne avrebbe fatto volentieri a meno ma suo malgrado le è toccato in sorte lo stesso sviluppo che s’è trovato a vivere l’azzurro. Con una postilla: se è vero che la ribalta di Imane è figlia del discredito, è altrettanto certo che la ruota è girata: gli odiatori, anche quelli artatamente indirizzati, adesso sono meno degli estimatori.

Figure di forte interesse anche, soprattutto, per i giovani. La dimensione di Parigi si è fatta presto una tridimensionalità: web, social, tv. Olimpiadi e sport, ma anche parecchio altro.

L’oro di Ceccon e il bronzo di Imane

L’oro di Ceccon e – almeno – il bronzo di Khelif non inquadrano bene: non basta il podio, stavolta, a parlare di Thomas o raccontare di Imane. Sex symbol che rifiuta di esserlo, il primo: vanta il credito di uno status in più rispetto agli altri atleti: vattelapesca perché. Il fisico è quello di un adone, ma di adoni ce n’è qualche migliaio, in Francia.

Per dire: Ceccon non capirebbe perché qualcuno possa ritenerlo più bello di Tete, il grande amico Nicolò Martinenghi. Improvvisamente è schizzato il nome di Ceccon: le ricerche online sul dorsista sono in picchiata. Scrivi una cosa su di lui e crei ingorghi: il traffico di internet pare l’A1 nei giorni da bollino rosso.

L’oltre vasca di Thomas

L’oltre vasca di Thomas ha contribuito a costruire un personaggio suo malgrado. E c’entra ben poco il baffo sparito, buona parte del corpo depilato per la prima volta, il fascino insito in chi vince, il viso da attore. Quanti ce ne sono di volti da prestare al cinema? La platea italiana o gli appassionati del nuoto – più degli altri – sono avvezzi alla decontestualizzazione della viralità: Thomas è uno che ha carattere da vendere.

Lo ha insegnato la piscina: vasca e bordo vasca. Abnegazione totale alla professione e alla professionalità, massima capacità di esposizione quando altri faticano a metterci la faccia, nessun imbarazzo a dire qualcosa anche quando c’è da dare di conto di un insuccesso. Suo o degli azzurri.

Un clochard a Parigi

Però anche Thomas non è esente dal peso della pressione: ci è cascato, per esempio, dopo la brutta figura della 4×100 mista che ha mancato la qualificazione alla finale olimpica.

Fiacco e sottotono, non s’è presentato ai microfoni: le critiche in tv di Luca Sacchi e la spiega di Tete, che ha sottolineato come Ceccon stesse poco bene, sono stati il botta e risposta consumato in tempo reale. L’oltre vasca di Ceccon è fatto anche di istanti che diventano istantanee.

Prendi stamattina: asciugamani e zaino, le scarpe accomodate in un angolo e sdraiato in un parco c’è Ceccon. Immortalato da un atleta col cellulare, dormiva come un clochard: il video è passato di stanza in stanza, virale all over the world.

Thomas s’è preso l’America

Ma Thomas s’era già preso l’America ancora prima di dichiarare che sarà proprio quella la prossima meta di allenamento: negli States sono pazzi dell’italiano.

La dimensione mondiale del personaggio la restituisce la rivista People: ha dedicato a Thomas un articolo celebrativo, il nuotatore è uno dei più cercati e commentati sul web. Il confine tra corsia e cinepresa rischia di farsi striminzito: capiremo più avanti quale ricaduta avrà avuto la ribalta sul 23enne.

Quelli che stanno con Imane Khelif

Khelif ha fatto percorso netto: solo vittorie negli incontri fin qui disputati. Continuare a parlarne per regalare spazio e rigaggio a chi costruisce sul nulla? L’ultima carineria in ordine di tempo è stata quella di Trump: “Con me alla presidenza nessuno sport femminile vedrà la partecipazione di uomini”. Non qui. Politica e logiche di potere possono covare altrove.

Di Imane dico: è medaglia di bronzo sicura. Ha portato su ring l’orgoglio del suo Paese. Si augura di aver reso un servizio alle donne e di aver contribuito alla difesa dei loro diritti. Quanto interesse c’è intorno alla pugile?

È in trend da giorni, i motori di ricerca suggeriscono che sia uno degli argomenti più stimolanti. I social, poi, amplificano ancora di più. Appurare una inversione di tendenza nei commenti che rimpolpano il web, coglierne l’efficacia dei messaggi che hanno fatto breccia significa riportare un dato di fatto. Quelli che si schierano dalla parte di Imane cominciano a essere tanti. All’inizio non era così.

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