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Thomas Ceccon, l'oro olimpico dei 100 dorso: ribelle romantico e anticonformista che si è preso un sogno a Parigi 2024

Chi è e che cosa sappiamo del campione olimpico dei 100 dorso, promessa del nuoto azzurro della sua generazione che ha conquistato il pubblico francese e internazionale con il suo poderoso talento

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Nella solitudine che impone il silenzio della vasca (il nuoto lo è in forma superlativa), le riflessioni si ordinano. Thomas Ceccon ci impone il suo modo di essere, senza sovrastrutture. Un ribelle contemporaneo, addirittura essenziale e pragmatico, senza mai risultare sopra le righe.

Il suo oro olimpico è rivendicato con l’importanza delle ambizioni, e dei sogni, che il suo tecnico Alberto Burlina, già vincitore del premio allenatore dell’anno nel 2023, gli ha inculcato in un tragitto. Quando il percorso automobilistico sblocca i migliori suggerimenti diventa soggetto di una dichiarazione post oro olimpico.

Thomas Ceccon, il predestinato del nuoto azzurro

Thomas Ceccon era un predestinato. Eppure la sua naturale propensione ad avvalersi di parole taglienti, scomode in alcune circostanze gli conferiscono uno spessore anomalo rispetto a 22enni che non hanno conosciuto la disciplina che impone lo sport, il nuoto con gli allenamenti mattutini, gli incastri indispensabili con gli studi e le scelte che si condividono con la famiglia.

E anche rispetto a un certo modello di nuotatore nel quale non si rifletteva Ceccon. Perché i campioni, come Thomas, vanno capiti e sostenuti prima di tutto con l’impegno da parte della famiglia come è stato per lui, che ha ricordato – nella perfetta sintesi di cui è capace – la indubbia abnegazione di cui sono stati in grado suo padre e sua madre.

La famiglia

Il papà Loris oggi fa l’infermiere, ieri era pentatleta dell’esercito, mentre mamma Gioia è stata campionessa italiana di pattinaggio a rotelle. Entrambi conoscono le immense soddisfazioni che lo sport dona al pari dei sacrifici, l’organizzazione e i talenti per diventare uno sportivo e, poi, il campione che abbiamo ammirato alla Defense Arena.

Sono stati loro, per sua stessa ammissione, a spingerlo verso il nuoto che ha incominciato a praticare piccolo con un obiettivo: raccogliere le monetine sul fondo. L’escamotage che suo padre adottò nella piena consapevolezza che per lui, per Thomas, fosse la chiave giusta.

Oggi sua madre vive con lui a Verona, dove si sono trasferiti e dove si trova il centro federale più celebre e importante d’Italia, e che lo sostiene nel perseguire l’equilibrio perfetto fatto tra veglia, sonno e Olimpiadi.

Come ha esplicitato ai microfoni della Rai, a Elisabetta Caporale, in un’intervista fuori da ogni categorizzazione, non si concede nulla. Non riusce a cantare tutto l’Inno per l’emozione. Ha testa e cuore per questi Giochi parigini. E le gare che rimangono. Al massimo, si concederà qualche partita a carte.

L’esplosione a Tokyo e ai Mondiali

A osservarlo, rispetto a Tokyo ha eliminato i baffi e la peluria per ragioni aerodinamiche. Il suo fisico è scolpito, il suo dorso è di una perfezione estetica esemplare pur non lasciandolo del tutto appagato, soddisfatto. Non riesce a godersi del tutto la medaglia d’oro perché ci sono le staffette, quelle che a Tokyo avevano rivelato che Ceccon è diverso, dotato di un talento pregiato, da preservare. C’è chi ha detto che Thomas ha lottato con il suo talento. A Parigi c’è una convivenza felice, serena, se conflitto è stato.

Ha vinto i 100 dorso, ma potrebbe primeggiare in altri stili come abbiamo compreso ai mondiali di Fukuoka, in Giappone, e poi anche a Budapest. Senza problemi. Lo squalo è nato a Thiene, in provincia di Vicenza, nel 2001: in piscina è arrivato perché suo fratello Efrem aveva già iniziato a nuotare. L’amore è stato immenso, immediato pur richiedendo a Thomas e ai suoi incastri perfetti.

Fonte: ANSA

Ceccon vincitore a Budapest nel 2022

Nonnismo e le dichiarazioni di rottura

Quando è approdato in nazionale, a soli 16 anni, ha subito un nonnismo sgradevole e fastidioso: olio in valigia, dentifricio e altre piccole angherie. Non è un tipo che subisce sa tagliare con le parole come nell’acqua. “C’era gente di quindici anni più grande che non accettava il mio arrivo”, ha detto in una dichiarazione passata.

Ha degli idoli che per un 22enne sono alquanto comprensibili, non scontati: Rafa Nadal, perché il tennis è lo sport che ama, Michael Phelps, campione per antonomasia e esempio umano di resilienza, e Conor McGregor, autentica leggenda MMA. Le arti marziali lo appassionano.

Fonte: ANSA

Ceccon e compagni con la medaglia di bronzo a Tokyo 2020

Vita privata

Per la vita privata non ha il tempo necessario. Nel recente passato aveva intrattenuto una relazione con la nuotatrice Giorgia Biondani, come ammise in un’intervista di qualche anno fa concessa a Giulia Zonca (Specchio de La Stampa). “Sì. Con Giorgia Biondani, una delle ragazze che nuotano a Verona con me. Lo sanno in pochi, è una storia recente e non è che sto a postare foto insieme o che. La mia vita privata non la spiffero”.

Oggi non ha una compagna: ha baciato l’acqua della piscina di Parigi a siglare un’unione che dura dal primo incontro da bambino nella struttura che lo accolse da bambino. Da quel lancio di monetine a fondo vasca.

Il suo rapporto con i social è complicato. D’altronde nulla suggeriva il contrario, per un campione che non intende cedere nulla al controllo altrui.

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