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Champions, c’è City-Real: tra Guardiola e Ancelotti uno fuori, ma Pep non teme l’esonero

I due maestri della panchina si sfidano nell’andata dei playoff: dopo il flop stagionale in Premier il catalano rischia grosso   

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Da potenziale finale di Champions League, a scontro più atteso dei playoff: Manchester City e Real Madrid non sono riuscite a qualificarsi direttamente per gli ottavi e domani si scontrano nella gara più attesa del primo turno a eliminazione diretta. In conferenza Pep Guardiola ha ammesso di meritare il purgatorio degli spareggi rispetto al collega e amico Carlo Ancelotto, ma ha anche precisato di non temere l’esonero in caso di eliminazione.

Champions, è già l’ora di City-Real Madrid

Il Real Madrid ha chiuso il girone di Champions League all’11° posto, il Manchester City ha fatto ancora peggio, rischiando l’eliminazione e classificandosi alla fine 22°: ecco perché domani li ritroveremo uno contro l’altro all’Etihad Stadium nell’andata dei playoff della massima competizione europea. La vecchia Coppa dei Campioni è ormai il grande obiettivo dei Citizens, che in Premier sono al 5° posto a 15 lunghezze dal Liverpool (che ha anche una gara in meno): la pressione su Pep Guardiola che in conferenza stampa ha di fatto ammesso di non sapere cosa aspettarsi domani. “Non siamo continui – ha detto il tecnico catalano – Possiamo anche stravincere, giocare una gran partita, ma il problema per noi quest’anno è che non abbiamo continuità”.

City, per Guardiola il Real sta meglio

Secondo Guardiola il Real Madrid è la punizione per i passi falsi commessi finora in Champions. “Quando ho visto che il sorteggio ci avrebbe messo davanti Bayern Monaco o Real Madrid, ho pensato che era esattamente quello che ci eravamo meritati”, ha detto il catalano in conferenza. In Europa la continuità è mancata anche al Real Madrid di Carlo Ancelotti, ma Guardiola ha ammesso che i blancos finora hanno fatto meglio del suo City.

“Il Real è sempre primo nella Liga – ha dichiarato Guardiola -, contro l’Atletico Madrid e contro una delle migliori versioni del Barcellona degli ultimi anni. Sono grandi avversari, li abbiamo affrontati tante volte e sappiamo che nei momenti difficili tirano sempre fuori il meglio di loro stessi”.

City, Guardiola non teme l’esonero

Il rischio di eliminazione per il City è concreto, ma Guardiola s’è mostrato sorridente quando in conferenza stampa qualcuno ha parlato di esonero. “Non so se a un dottore, a un professore o a un architetto chiedono se pensa che si sta giocando il posto – la risposta di Pep -. So che quando perdiamo in trasferta i tifosi mi cantano che verrò esonerato la mattina dopo. Io non ho questa sensazione: sono qui per quello che abbiamo vinto negli ultimi anni, altrimenti probabilmente non sarei più qui”. Poi la battuta per sdrammatizzare: “Non penso di essere a rischio, ma lo penso io: magari domani finisco in mezzo a una strada”.

Real, Ancelotti e l’ultimatum del Brasile

Ancelotti arriva all’Etihad dopo aver conquistato un punto nelle ultime due gare della Liga contro Espanyol e Atletico Madrid, segnate dalle roventi polemiche arbitrali sollevate dalla casa blanca e dallo stesso tecnico italiano, che ora vede i Colchoneros a un solo punto di distanza. Intanto, dal Brasile fanno sapere che la CBF, la federcalcio locale, ha lanciato un ultimatum ad Ancelotti: lo aspetterà fino a maggio per investirlo del ruolo di c.t., dopodiché si rivolgerà ad un altro allenatore.

Guardiola e Ancelotti sulla stessa panchina

Nell’attesa della sfida di Manchester, la stampa spagnola è andata a ripescare episodi curiosi legati alla carriera dei due allenatori. As ha citato la partita di beneficenza giocata il 22 dicembre 2008 a San Siro tra l’Iraq e una selezione mondiale degli Ambasciatori di Pace: Ancelotti, che all’epoca allenava il Milan da 8 stagioni, e Guardiola, che si era appena insediato sulla panchina del Barcellona, si alternarono sulla panchina della squadra degli Ambasciatori.

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