Altro che una semplice plusvalenza, Dragusin sta prendendo a morsi la Serie A e alcuni poveri attaccanti. Termina la partita e le sue statistiche non cambiano mai e si trova spesso in cima ai duelli vinti. È il “gigante fondatore” della difesa del Genoa. Gilardino lo ha ripulito e gli ha messo addosso un abito da giocatore moderno. Forte nell’anticipo, molto fisico, bravo anche nella costruzione: tutti ingredienti che piacciono ai “cuochi” inglesi, in particolare a Londra, sponda Tottenham. Ma l’interesse per il rumeno è vivo anche in Italia, con il Napoli pronto a inserirsi nella corsa.
- Dragusin, lo Stachanov del Genoa al centro del mercato
- Dragusin, la Juve, la Champions e il Genoa nel destino
- L'epifania al Genoa e il premio dalla Romania
Dragusin, lo Stachanov del Genoa al centro del mercato
L’ottima stagione del Genoa passa anche dalle sue prestazioni. Gilardino non lo toglie mai dal campo: 18 partite, 2 gol, 1 assist e solo un’ammonizione. Sempre presente nei titolari e mai sostituito, uno “stakanovista“. Come Kira in Death Note ha un libro nero pieno di numero nove: tutti affrontati, tutti annientati. Il Tottenham ha bussato alla porta con una prima offerta verbale di 22-23 milioni, che però la dirigenza non ha proprio considerato.
La richiesta? 35 milioni di euro. Per gli Spurs di certo non è un problema alzare l’asticella e risolvere così i problemi in difesa. La fiducia è tanta. Sul classe 2002 c’è però anche il Napoli, che ha messo sul piatto 20 milioni più Ostigard, ma difficilmente potrebbe partecipare a un’asta con il club londinese. Quindi tutto è nelle mani e nel portafoglio di Philip Levy.
Dragusin, la Juve, la Champions e il Genoa nel destino
Esordire con la Juve in Champions League è il sogno di molti ragazzi. Dragusin lo ha realizzato nel 2020 contro la Dinamo Kiev. Dopo qualche giorno Pirlo lo ha lanciato anche in campionato. Contro chi? Proprio con il Genoa. Un segno del destino. E pensare che ora “il Maestro” siede sulla panchina dei rivali della Sampdoria. Il filo conduttore del calcio. La maglia dei blucerchiati l’ha vestita anche il giovane rumeno, ma per poco.
Un dettaglio che avrebbe potuto pesare, ma che è passato in secondo piano appena ha messo piede in campo. I bianconeri non ci hanno creduto abbastanza. Troppa fretta? Forse. Un piccolo rimpianto, che in un progetto pieno di giovani può capitare. Allegri però non è rimasto con le mani in mano perché a Torino è arrivato Cambiaso, una delle sorprese di questo campionato. E proprio il gioco delle ‘plusvalenze sulla valutazione dei due giocatori fu oggetto di inchieste a analisi ma oggi nessuno più si metterebbe a discutere.
L’epifania al Genoa e il premio dalla Romania
Il Genoa per Dragusin è stata un’epifania. Con i colori rossoblù ha manifestato il suo talento, quello che non si era visto nelle sue esperienze precedenti. In Serie B ha dominato e ha vinto il campionato e proprio come in questa stagione le ha giocate tutte e 38. Non ne ha saltata neanche una. Mai una squalifica, un infortunio, un raffreddore. Puntare su di lui è una certezza. Possente, ma pulito, gestisce bene il suo fisico e l’aggressività, come testimoniano i pochi cartellini. Poi ha anche il vizio del gol e in partite spesso complicate è un asso nella manica molto utile.
In Romania ha vinto il premio di giocatore dell’anno (2023) e la Nazionale punterà su di lui le speranze per l’Europeo. Dovrò vedersela con Lukaku nel girone. In Serie A lo ha già fatto e il belga ne è uscito a testa bassa. Una scena che si è ripetuta in loop come in un film di Rian Johnson. Ma qui siamo nella realtà.