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Ciclismo, Liegi-Bastogne-Liegi: Pogacar e van der Poel, a voi due! Duello rusticano, ma occhio ai britannici

La Doyenne chiude la stagione delle classiche del Nord: tutti gli occhi puntati sulla sfida diretta tra Pogacar e van der Poel, con Pidcock e Williams possibili outsider

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La Doyenne è come l’epifania: tutte le classiche (del Nord) si porta via. Ma prima di salutare la porzione di mondo che ha regalato un’altra primavera a fari accesi, promette di regalare forse lo spettacolo più bello, incerto e avvincente di questa lunga fase della stagione. Perché la Liegi-Bastogne-Liegi quest’anno rischia di rivelarsi al mondo come una delle gare più appassionanti, vuoi soprattutto per il duello che andrà per la maggiore, quello tra Tadej Pogacar e Mathieu van der Poel. Che salvo sorprese dovrebbero occupare il gradino più alto del podio, a meno che qualcuno non decida di piazzare l’acuto a sorpresa.

Tadej contro Mathieu: l’ultima grande sfida di primavera

Un anno fa fu una caduta a mettere Pogacar fuori gioco nella Doyenne vinta da Evenepoel (quest’anno assente per la rottura della clavicola nella disgraziata quarta tappa dell’Itzulia). Quest’anno però lo sloveno l’ha preparata a puntino: non corre dal Giro della Catalogna, cioè da più di tre settimane, e siccome ha messo nel mirino il Giro d’Italia (che scatterà tra due settimane) ha pensato bene di utilizzare la Liegi come trampolino di lancio per entrare ufficialmente nella seconda parte di stagione.

Che possa essere Tadej il favorito numero uno lo pensano in tanti: sin qui s’è gestito bene, e per questo arriverà all’ultima classica del Nord (già vinta nel 2021) tirato a lucido e pronto a regalare un altro colpo a effetto. Van der Poel invece un po’ di fatica all’Amstel l’ha manifestata, anche perché lui a differenza di tanti ha corso anche durante l’inverno (nel ciclocross) e di corse ne ha saltate pochi tra muri e pavé. Tutti però si attendono un duello rusticano, e nessun vuol restare deluso. Anche se l’elevata altimetria della corsa (2.774 metri) non si confà pedissequamente alle caratteristiche del neerlandese, che potrebbe accusare la fatica più di altri.

Possibili outsider: il “pericolo” viene dalla Britannia

La condizione in questa fase della stagione è amica di Tom Pidcock e Stephen Williams. Che hanno messo il loro nome sull’albo d’oro dei primi due appuntamenti del trittico delle Ardenne 2024: Pidcock ha vinto da fuoriclasse l’Amstel, attaccando quando doveva attaccare e poi regolando allo sprint un quartetto che presentava incognite. Williams a sorpresa (tanta sorpresa) ha messo in riga tutti sul mur de Huy alla Freccia-Vallone, mostrando un’esplosività che altrove nessuno ha dimostrato di possedere.

Giusto pensare ai due britannici come i rivali più temibili per la coppia dei sogni Pogacar-van der Poel, con Mattias Skjelmose (che alla Freccia s’è ritirato, quasi ibernato per via del grande freddo), Santiago Buitrago e Kevin Vaquelin prime alternative per provare a piazzare l’acuto.

Italia: Biagioli e Formolo le carte migliori

La Visma, orfana di Van Aert, punterà ancora le sue carte su Tiesj Benoot, la UAE come seconda carta avrà Marc Hirschi, mentre Richard Carapaz rimane la pedina più ambita di casa EF EasyPost. E gli italiani? Al solito c’è da giocare di rimessa: Andrea Bagioli e Davide Formolo restano le carte migliori, ma già una top ten somiglierebbe a un’impresa.

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