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Cincinnati, Sinner rimonta Rublev e vola in semifinale: vittoria di peso tra vento, errori e lampi di genio

Jannik completa una rimonta furiosa: cede male il primo set, pagando dazio a un vento fastidioso, poi prende le misure e approfitta di tanti errori

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La noia non è la benvenuta, ma a volte basterebbe meno pathos per portare a casa certe partite. Non ditelo però a Jannik Sinner: a Cincinnati ha ammesso di non essere nella sua versione migliore, ma intanto il successo in rimonta su Andrej Rublev vale tanto oro quanto pesa, perché consente all’italiano di volare in semifinale in un Masters 1000 storicamente ostico e di rafforzare ulteriormente la propria leadership nel ranking. E poi da battaglie come queste non si può che uscire rafforzati: il vento c’ha messo lo zampino, ma alla fine Sinner l’ha portata a casa mostrando una caparbietà e una capacità di adattamento che non era scontata. Aspettando di sapere chi tra Zverev e Shelton sarà lo sfidante in semifinale, tutto sembra volgere al meglio.

Il vento, questo sconosciuto: esce fuori una partita pazza

Quella con Rublev ormai somiglia quasi a una “classica” per Sinner, avanti 5-3 nei precedenti (ma l’ultimo, la settimana scorsa a Montreal, ha sorriso al russo). E comunque che il momento non sia dei migliori per il numero 1 del mondo lo si intuisce chiaramente già nel corso dei primi giochi, con Rublev che scappa sul 3-0 trovando il break alla prima occasione utile (pesa un doppio fallo, e non sarà il primo della partita…).

L’altoatesino patisce gli scambi lunghi e sembra non trovare il giusto ritmo su una superficie che è velocissima, e che pertanto aiuta chi riesce a entrare prima nello scambio. Anche il vento un po’ condiziona le operazioni e Rublev sembra adattarsi meglio. Alla lunga però il problema è che nei game sul servizio del russo si gioca poco o niente, sebbene quando Andrej si ritrova a servire per il set qualcosa s’inceppa nei suoi meccanismi ben oliati.

Il vento però rimane un fattore e allunga i colpi soprattutto in uscita dal servizio: incredibilmente Rublev cede la battuta in un game dove era avanti 30-0, spedendo sul nastro la prima opportunità concessa a Sinner per il contro break. Solo che sul 5-4 il vento diventa nemico infingardo di Jannik che nel decimo gioco mette in fila ben 3 doppi falli, consegnando il parziale al rivale, che sentitamente ringrazia.

La saga delle palle break sprecate

Che il match sia un po’ pazzo lo si capisce meglio in apertura di secondo set, dove Sinner ottiene subito il break (addirittura a zero). Il vento però infastidisce sempre chi va a servire e puntualmente arriva il contro break, con l’italiano che manda due dritti in rete. È una battaglia anche e soprattutto di nervi, anche se quando Jannik vede bene il campo è evidente quanto sia più incisivo rispetto al collega russo.

Che lucra un po’ sugli errori altrui e poi si mette a remare da fondocampo, con buoni profitti. Anche se nel quinto gioco deve salvare due palle break, perché nel frattempo Sinner ha cominciato a prendere le misure al vento (e non solo). Un altro paio gliene tocca annullare nel settimo, ma stavolta pesano enormemente: Sinner scappa sul 15-40, ma con quattro vincenti in fila Rublev rimedia e si tiene avanti per 4-3. Solo che il momento buono del russo prosegue anche nel game successivo, dove scappa sullo 0-30 grazie a un paio di dritti ben assestati. Con un altro dritto si procura due palle break, che Sinner salva con una prima e una seconda (quasi) miracolosa. Poi piazza altri due punti e ricambia il favore, impattando sul 4-4.

Finalmente il break: anche il vento “tifa” Jannik

Il nono game è quello che in qualche modo fa da spartiacque al match: Sinner arriva a collezionare altre tre palle break e le sciupa tutte (clamoroso come si procura la seconda: scambio di 26 colpi, con “strettino” finale dopo essersi rialzato chissà come da terra). Rublev è al gancio, ma Jannik è impreciso e si fa male da solo, incapace di strappare la battuta al russo, che sale sul 5-4.

Di fatto però ormai si gioca solo quando serve Rublev, perché Sinner nel frattempo ha ritrovato continuità: l’undicesimo gioco è quello buono per provare a svoltare, ma l’ennesima palla break viene annullata con la solita prima vincente quando più serve. Eppure stavolta il vento diventa alleato di Sinner, che cancella due opportunità per andare sotto 6-5 e si procura l’ennesima palla break, stavolta coronata dal dritto in rete di Rublev. Break confermato senza patemi: 7-5 e soluzione al terzo.

Comanda il vento: alla fine Sinner chiude i conti

Adesso però l’inerzia è davvero tutta dalla parte di Jannik. Che trova subito il break, dimostrando che i turni di servizio del russo sono diventati un supplizio per il diretto interessato. In realtà Rublev trova sempre il modo per spingersi ai vantaggi, ma poi quando c’è da alzare l’asticella puntualmente va fuori giri. Non trema invece il braccio a Sinner, che conferma il break a zero e poi se ne prende un altro, traendo giovamento da un altro passaggio a vuoto dell’avversario (doppio fallo ed errore col dritto che puntualmente viene punito dal rovescio dell’italiano).

Eppure, come spesso capitato nel recente passato, Jannik non la chiude: si complica la vita nel quarto gioco, dove rincorre sempre (complice anche un doppio fallo) e perde la battuta dopo tempo immemore. Quando serve Rublev, però, le palle break sono la regola: la 16esima concessa nella partita viene convertita per la sesta volta e subito il doppio vantaggio è ristabilito. Sinner si concede un’altra dormita, consegnando un altro break al rivale, poi con due ace chiude la pratica evitando guai peggiori. Alla fine la sfanga grazie all’83% di punti vinti con la prima, entrata però sotto il 50%. Rublev crolla con la seconda (45%), e questo basta.

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