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Como, dalla D al sogno Serie A con la proprietà più ricca d’Italia

Alla scoperta del progetto Como: da Cesc Fabregas nuovo allenatore a Thierry Henry azionista, passando per il nuovo centro sportivo e il progetto stadio

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Marco Pino

Marco Pino

Sport Economy Specialist

Abbina la passione per il calcio alla competenza in materia economica. Analizza il calcio in chiave business, spiegando in modo semplice gli aspetti più complessi del mondo del pallone. Aiuta i lettori di Virgilio Sport a capire tutto di plusvalenze, indici di liquidità, diritti di recompra, parametri zero, operazioni di mercato e analisi di bilanci

Como, dalla D al sogno Serie A con la proprietà più ricca d’Italia Fonte: Pagina Facebook: Como 1907

Sulle rive di “quel ramo del Lago di Como” è nata, ormai già 4 anni fa, una nuova realtà che punta ad essere un riferimento del calcio italiano nelle prossime stagioni.

Parliamo del Como, che oggi milita in Serie BKT e punta a fare il salto nella massima serie con un progetto programmatico e ben definito che vuole rilanciare il calcio lariano dopo l’abisso del fallimento avvenuto nel 2017.

Non tutti sanno che il Como ha la proprietà più ricca d’Italia, più dei colossi della Serie A.

Una dirigenza e un management internazionale con linee guida ben chiare per realizzare una visione più ampia che guarda anche fuori dal rettangolo verde.

Tanti personaggi e protagonisti di spicco, tra cui grandi campioni come Cesc Fabregas e Thierry Henry, che hanno sposato il progetto Como.

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Una realtà da scoprire, conoscere ed approfondire per parlare di un club che certamente sarà protagonista dei prossimi anni del calcio italiano con uno spirito e un’influenza internazionale.

Il Como è una squadra con una storia lunga e ricca, situata nella suggestiva cornice del Lago di Como, che ha attirato l’attenzione negli ultimi anni non solo per le sue prestazioni sul campo, ma anche per il suo modello di business e per la sua proprietà.

Chi sono i proprietari del Como

Nel 2019 il club è stato acquisito da un gruppo di investitori che hanno una vasta gamma di interessi commerciali in svariati settori, dall’immobiliare al mondo della finanza.

Michael Bambang Hartono e Robert Budi Hartono sono le due figure di spicco della famiglia indonesiana che controlla il Como al 100% tramite la SENT ENTERTAINMENT LIMITED che è controllata a sua volta al 100% dalla PT GLOBAL MEDIA VISUAL.

La ricchezza dei suoi protagonisti indonesiani deriva da una storia che parte nel 1963, anno dal quale divennero proprietari della multinazionale del tabacco Djarum (avuta in eredità dal padre), famosa per la produzione di sigarette aromatizzate.

L’azienda del settore del tabacco divenne solo il primo dei tanti business che hanno permesso agli Hartono di posizionarsi oggi nella classifica dei più ricchi imprenditori al mondo.

Il salto lo ebbero nel 1997, in concomitanza con la crisi economica asiatica, quando i due fratelli riuscirono ad acquisire la Bank Centra Asia (principale banca privata indonesiana che faceva parte del gruppo Salim).

Con questa operazione i fratelli Hartono amplicarono notevolmente il proprio patrimonio e volume d’affari acquisendo catene di supermercati, case di produzioni cinematografiche e servizi di streaming.

Una serie di business che li hanno portati ad occupare il 64° posto (Robert Budi) e 69° posto (Michael Bambang) nella classifica 2022 dei più ricchi di Forbes per patrimonio.

Analizzando in maniera superficiale questi dati si potrebbe pensare che, in conseguenza di questa ricchezza, gli Hartono siano nelle condizioni di fare anche spese folli per il Como. Ma non è questo il caso.

Stiamo parlando, infatti, di una proprietà che agisce in maniera programmatica con azioni definite da una visione ben chiara di lungo periodo e affidandosi ad un management con respiro internazionale e personaggi noti nel mondo del calcio.

Dennis Wise, Cesc Fabregas e Thierry Henry

Il profilo basso è stata una delle caratteristiche della proprietà nel portare avanti il progetto Como.

Gli Hartono hanno rilevato la proprietà del Como Calcio nel 2019, con i lariani che militavano in Serie D e venivano dal fallimento di 2 anni prima.

In sole due anni il nuovo “Como 1907”, nuovo nome della società nata dalle macerie del fallimento, riesce a raggiungere la Serie B.

Una delle figure di spicco del nuovo Como è stata sin da subito Dennis Wise.

Ricordato dagli appassionati come un simbolo del Chelsea della fine degli anni ’90, dopo aver fatto parte della “Crazy Gang” del Wimbledon (squadra ricordata per i modi rudi dei suoi giocatori dentro e fuori dal campo), una volta appese le scarpette al chiodo ha intrapreso una carriera da dirigente sportivo.

Dopo una breve parentesi di un anno come direttore sportivo al Newcastle dal gennaio 2008 all’aprile 2009, la sua immagine si lega alla SENT ENTERTAINMENT LIMITED.

Nel 2019 i nuovi proprietari del Como lo ingaggiano come consulente del club lariano, nominandolo poi amministratore delegato nel febbraio 2021.

L’ingresso in società di Fabregas e Henry

Un altro personaggio legato al Chelsea nella sua carriera, anche se in maniera marginale rispetto a quanto fatto con Arsenal e Barcellona, è Cesc Fabregas.

Il suo nome, negli ultimi giorni, è saltato agli onori della cronaca per il nuovo incarico da allenatore proprio del Como.

Lo spagnolo arriva, un po’ a sorpresa, sulle rive del lago nell’estate 2022. Arrivato come calciatore, alla presentazione ecco la prima grande novità annunciata da Dennis Wise.

Tengo a precisare una cosa per far sì che sia tutto chiaro. Cesc avrà un interesse maggiore in questa società, farà parte della società per più tempo, non avrà solo il contratto da giocatore per i prossimi due anni. Quando ho parlato con lui era molto entusiasta di questa possibilità di poter far parte della società più a lungo in futuro. Credo che sarà un ottimo acquisto”.

Un’opportunità che lo stesso Fabregas ha sottolineato in quell’occasione ai microfoni di Sky: “Diventerò socio con l’obiettivo di arrivare sempre più in alto. Futuro? Mi piacerebbe diventare allenatore, la possibilità di conoscere il calcio italiano rappresenta una cosa in più, ma ci tengo a ribadire che non è questo il motivo del mio arrivo al Como”.

Un futuro che oggi è presente. L’ex Barça, infatti, dopo aver iniziato la stagione da allenatore della Primavera, è stato annunciato come nuovo allenatore della prima squadra al posto di Moreno Longo proprio negli scorsi giorni.

Un’avventura per lui nuova che appassionati, e soprattutto tifosi lariani, sono curiosi di vedere evolversi.

Non solo Wise, non solo Fabregas, ma anche Thierry Henry.

Quello che attualmente è CT dell’Under 21 della Francia, nella stessa estate dell’annuncio di Fabregas, è stato presentato come nuovo azionista del club.

E le sue dichiarazioni ufficiali rilasciate tramite i canali societari hanno sin da subito mostrato come ci sia massima condivisione rispetto alla vision e alla mission delineata dalla proprietà.

Era da tempo che aspettavo di essere coinvolto in un progetto come quello del Como. Un club ambizioso, ma soprattutto un club che vive i miei stessi valori: non solo una squadra di calcio ma una realtà che aiuti la comunità locale. Un club sportivo vive grazie alla comunità locale, altrimenti non è nulla. Tuttavia, molte volte gli obiettivi commerciali prendono il sopravvento e interrompono questo legame speciale, facendo perdere il cuore alla società. Quando ho parlato con questo team, mi sono state illustrate le attività già in atto e l’ambizione di garantire che il club prosperi così come la comunità, ho capito che questa era l’opportunità perfetta per me”.

Dennis Wise, Cesc Fabregas, Thierry Henry: tre figure di spicco e fortemente riconosciute sul palcoscenico internazionale che fanno ben percepire le ambizioni della proprietà e del club lariano nel prossimo futuro.

Gli investimenti degli Hartono nel Como

Come già spiegato in precedenza, il patrimonio degli Hartono non è diretta conseguenza di investimenti folli.

Spese che sarebbero fuori portata per un club di B ma che potrebbero essere facilmente alla portata di un gruppo così ricco.

La strategia programmatica è, piuttosto, di non fare il classico passo più lungo della gamba ma cercare di costruire un valore che possa mantenersi nel tempo e accompagnare la crescita sportiva del club.

Proprio in questa direzione va l’investimento nel centro sportivo di Mozzate, il vero colpo da Serie A messo a segno dalla proprietà.

L’acquisto del centro sportivo

Come è possibile evincere dai bilanci del Como, la società, nel corso dell’esercizio 2021, ha acquistato tramite asta il centro sportivo sito in Mozzate (provincia di Como), di proprietà della Fallimento Mozzate Patrimonio srl.

Il complesso immobiliare comprende un centro sportivo attrezzato per lo svolgimento di attività calcistica (costituito da due campi da calcio regolamentari, un campetto da calcio per allenamento e due piste di atletica) oltre a due tribune coperte, una casa per il custode, un fabbricato con bar, due spogliatoi, un ambulatorio per la medicina sportiva, una palestra e un manufatto biglietteria-infermeria.

Il complesso immobiliare risultava in vendita nel contesto della procedura fallimentare di “Fallimento Mozzate Patrimonio srl” e la società ha partecipato all’asta offrendo 1 milione di euro in data 22 giugno 2021, con 115mila euro versati a titolo di acconto e 940mila euro, comprensivi di relative imposte, versati a novembre 2021.

Da Mola a Como TV

Per quanto riguarda l’aspetto commerciale, lo sviluppo italiano di “Mola”, piattaforma streaming indonesiana di proprietà degli Hartono, ha assunto un ruolo fondamentale dentro e fuori dal campo.

Mola, infatti, è diventato il main sponsor della squadra già dalla stagione 2021/2022 e si tratta di un servizio di streaming visibile in Italia e in altri Paesi occidentali.

Inoltre, grazie all’expertise maturata dal gruppo indonesiano e agli investimenti della famiglia di riferimento del Como, il 26 febbraio 2020 è stata inaugurata “Como TV, piattaforma digitale visibile che, oltre a trasmettere le partite della prima squadra, gli allenamenti e le conferenze stampa, manda in onda eventi internazionali come le partite di qualificazione al Mondiale in Qatar delle squadre sudamericane e altri eventi sportivi.

La rete di relazioni messe a disposizione dalla proprietà ha giocato un ruolo importante nell’espansione del marchio del Como a livello internazionale attraverso accordi di sponsorizzazione e partnership con brand di diversi settori e provenienze, permettendo al marchio di ottenere

Queste iniziative hanno contribuito a posizionare il club come un marchio di prestigio nel calcio italiano.

Il Como ha adottato un modello di business ambizioso con una visione ben definita basata su investimenti infrastrutturali. Dal centro di allenamento, di cui abbiamo già parlato, al progetto dello stadio.

In attesa del progetto del nuovo Sinigaglia

Il Sinigaglia sorge in riva al lago, in pieno centro città tra i giardini del Tempio Voltiano e l’hangar dell’Aero Club Como. Un palcoscenico affascinante ma una struttura ormai obsoleta considerato che si tratta di un impianto costruito nel 1927, fortemente voluto ai tempi da Benito Mussolini.

Come annunciato ad inizio stagione da Mirwan Suwarso, manager che lavora per la famiglia Hartono, la società sta vagliando diverse opportunità per il nuovo stadio e, a detta del management, entro un paio di mesi potrebbe esserci importanti novità.

L’obiettivo è quello di concludere nel giro di 2 anni i lavori di progettazione per rendere l’impianto sostenibile, moderno e adatto a soddisfare la visione della proprietà del Como.

Cercando ci combinare investimenti strategici e oculati, sviluppo delle infrastrutture con focus sulla crescita del marchio, il Como vuole conquistarsi il proprio spazio all’interno del panorama calcistico italiano.

Con una proprietà solida e ricca, ma non per questo non lungimirante.

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