Una parete più non basta per contenere tutti i trofei che la Prosecco Doc Imoco Conegliano (nella versione europea ribattezzata Antonio Carraro) ha portato a casa negli ultimi anni. Soprattutto l’ultimo, il più bello e incredibile di sempre: cinque trofei su altrettante competizioni disputate, dalla Supercoppa vinta in autunno al Mondiale per Club in terra brasiliana, passando poi per la Coppa Italia, lo scudetto e in coda la Champions League. Un dominio totale, con una sola sbavatura, vale a dire la sconfitta per 3-0 in gara 2 delle semifinali scudetto, contro Novara. Fanno complessivamente 53 vittorie su 54 partite disputate. Numeri “bulgari”, ma di una concretezza stratosferica.
- La rinascita, il dominio, le avversarie annullate
- Una squadra formidabile. E il prossimo anno sarà la stessa
- Pochi cambi, tanta continuità, la giusta mentalità
La rinascita, il dominio, le avversarie annullate
La concretezza di chi 13 anni fa neppure sapeva di esistere, se non c’avessero messo mano una manciata di aziende locali, decise a non far morire la pallavolo in città (Conegliano come comune supera di poco i 30mila abitanti) dopo il fallimento della Spes. L’intuizione dei tre gruppi industriali più in vista nel progetto (i Garbellotto, produttori di bottini e tini; i Maschio, storiche distillerie e cantine della zona; i Polo, proprietari di Imoco, l’azienza che cura le etichette di molte aziende vinicole) fu quella giusta: acquisire il titolo sportivo dalla Parma Volley Girls e prendere parte subito al campionato di A1, dando vita a una versa e propria epopea di volley femminile.
La finale scudetto centrata e persa contro Piacenza nella prima stagione fu già un biglietto da visita: da allora tante cose sono cambiate, ed è più o meno dalla fine del decennio scorso che la squadra veneta ha preso letteralmente il volo, tanto che in Italia gli ultimi 18 trofei assegnati tra Supercoppa, Coppa Italia e scudetto hanno visto Conegliano scritta sull’albo d’oro.
In Europa qualche piccolo passaggio a vuoto c’era stato, ma nelle ultime due stagioni la “restaurazione” è stata tale anche in campo continentale. Due stagioni non qualunque: sono quelle in cui il Vero Volley Milano ha provato a scalfire le certezze acquisite nel tempo dall’Imoco riportando in Italia anche Paola Egonu, ma andando incontro a ben 13 ko. consecutivi in altrettante sfide disputate. Roba da psicanalisi.
Una squadra formidabile. E il prossimo anno sarà la stessa
L’ultima perla di una stagione a suo modo irripetibile è arrivata nella finale di Istanbul contro Scandicci, che poco ha potuto per opporre resistenza alle Pantere di Daniele Santarelli. Ennesima dimostrazione di forza e superiorità che travalica qualsiasi tentativo di opporre resistenza a una società che ha lavorato con oculatezza e intelligenza, capace di rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Haak, Gabi e Zhu hanno dimostrato di poter comporre una batteria di attaccanti formidabili, sapientemente imbeccate da Wolosz, mentre sottorete Fahr, Lubian e Chirichella hanno fatto sapere al mondo intero che le centrali migliori al mondo risiedono in Italia. E poi c’è Moki De Gennaro, la signora dei record (oltre 500 presenze in maglia gialloblù, una sfilza di palloni recuperati e la particolarità di essere anche la compagna nella vita di coach Santarelli), uno dei tanti motivi che spiegano perfettamente perché Conegliano sia tanto dominante in Italia, quanto nel mondo.
Un luogo magico che ha saputo trarre forza dalla propria terra, quella tradizionalmente a vocazione prosecco (sono ben 270 le aziende che fanno parte della galassia Imoco), anche se per giocare deve spostarsi a Villorba, a una trentina di chilometri da casa, perché il Palaverde rappresenta comunque un fiore all’occhiello della provincia e una casa confortevole e adeguata (4.700 posti, quasi sempre sold out).
Pochi cambi, tanta continuità, la giusta mentalità
La stagione conclusa con la final four di Champions ha ribadito al mondo intero che Conegliano non ha ancora terminato la propria opera vincente: in estate non ci saranno rivoluzioni di sorta, tanto che il sestetto titolare visto all’opera contro Scandicci sarà presumibilmente lo stesso che Santarelli manderà in campo a fine settembre, quando si tornerà a giocare in Supercoppa e poi in campionato.
Potrebbero andarsene al massimo Lanier, magari sostituita da Daalderop (in arrivo da Milano), e Lukasik, che aprirebbe le porte all’arrivo di Alsmeier da Novara. Ma la verità è che chiunque dovesse arrivare troverebbe un ambiente perfetto, perché programmato per vincere e convincere. Anzi, un ambiente frizzante, come le bollicine di un buon calice di prosecco.