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Contributo di solidarietà e indennità di formazione: il caso Lukaku

Come opera il contributo di solidarietà? Il possibile trasferimento di Lukaku dall'Inter al Chelsea riporta in auge un tema spesso sottovalutato

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Marco Pino

Marco Pino

Sport Economy Specialist

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Contributo di solidarietà e indennità di formazione: il caso Lukaku

Il calciomercato è entrato nel vivo. Dopo aver trascorso un mese di luglio che non ha regalato grandi colpi o sorprese, la trattativa Chelsea-Inter per Lukaku sembra essere entrata nel vivo ed è pronta ad animare l’inizio del mese di agosto. Un affare che potrebbe far partire un domino di attaccanti, con l’Inter che in primis avrebbe la necessità di rimpiazzare il belga.

In tempi di Covid, difficoltà economiche per la maggior parte dei club e ristrettezza economica sul mercato, tutti gli aspetti di una trattativa diventano fondamentali da conoscere e analizzare. Abbiamo parlato di plusvalenze, calcolo degli ammortamenti e del peso delle commissioni degli agenti in sede di negoziazione e trattativa, oltre ad analizzare alcune operazioni tipiche come il diritto di “recompra” (termine ripreso dalla norma spagnola e utilizzata nel linguaggio comune del giornalismo nostrano).

Cos’è il contributo di solidarietà

Secondo le norme della FIFA per lo status e il trasferimento dei calciatori, “se un calciatore professionista si trasferisce nel corso di un contratto, il 5% di qualsiasi compenso, ad eccezione dell’indennità di formazione, corrisposto alla società precedente deve essere detratto dal totale di tali compensi e distribuito dalla società di destinazione come contributo di solidarietà al/alle società che hanno provveduto alla formazione e all’istruzione del calciatore nel corso degli anni. Tale contributo di solidarietà tiene conto del numero di anni (calcolato in proporzione se inferiore a un anno) durante i quali il calciatore è stato tesserato per la/le società in questione nelle stagioni comprese tra il 12° e 23° anno di età”.

Il contributo di solidarietà nasce con la volontà di “premiare” le squadre capaci di investire sul settore giovanile e lavorare sulla formazione dei giovani talenti. Il 5% del prezzo pattuito dalle due società per il trasferimento viene distribuito dalla società cedente che deve provvedere al pagamento nei confronti delle squadre cui spetta il compenso. La percentuale deve essere stornata quindi dal totale del trasferimento. Per fare un esempio, nel caso si concretizzi la cessione di Lukaku al Chelsea per 130 milioni di euro, il 5% di questo importo (6,5 milioni di euro) verrà corrisposto dall’Inter alle società che hanno formato il belga tra il 12° e il 23° anno di età.

Caso Lukaku: guadagna anche il Chelsea?

Questo totale viene quindi ripartito tra le società che hanno concorso alla formazione del giocatore durante il periodo prestabilito e secondo aliquote predefinite (5% del totale contributo per le squadre che hanno formato il calciatore tra il 12° e il 15° anno e 10% per le squadre che hanno concorso alla formazione tra il 16° e il 23° anno). Tornando al caso Lukaku, è curioso pensare che 1,3 milioni dei 6,5 totali (se confermata la cifra di 130 milioni per il trasferimento) spetterebbero proprio al Chelsea, che ha già avuto sotto contratto il belga tra il 2011 e il 2013.

Facile pensare che questo sarà un tema che verrà trattato in sede di negoziazione. In fase di trattativa, nascono infatti potenziali aspetti critici e accade spesso che sia direttamente la società acquirente a farsi carico del contributo. Come accaduto, per esempio, tra il Real Madrid e la Juventus per il trasferimento di Cristiano Ronaldo, con i bianconeri che pagarono il portoghese 100 milioni più i 5 relativi al contributo di solidarietà che avrebbe invece dovuto corrispondere il Real Madrid. Come fu anche chiaramente esposto nel comunicato che annunciava l’arrivo di CR7.

Per concludere l’analisi su questo istituto, è giusto puntualizzare come in alcune circostanze non sia semplice individuare le società che hanno formato il calciatore. il contributo, in questo caso, sarà comunque versato e secondo le norme, “Qualora non fosse possibile stabilire un legame tra il calciatore professionista e alcune delle società che lo hanno formato entro 18 mesi dal trasferimento, il contributo di solidarietà deve essere corrisposto alla Federazione (alle Federazioni) del Paese (o dei Paesi) in cui il professionista ha ricevuto la sua formazione. Detto contributo sarà destinato a programmi di sviluppo del calcio giovanile nella Federazione (o nelle Federazioni) in questione”.

Indennità di formazione: cos’è?

Diversa è invece la norma relativa all’indennità di formazione. Come spiegato dal Regolamento FIFA, infatti, “alla/e società che provvedono alla formazione del calciatore viene corrisposta un’indennità di formazione:

1) quando il calciatore firma il suo primo contratto da professionista;

2) in occasione di ogni singolo trasferimento fino alla stagione in cui il calciatore compie il suo 23° anno di età. A seconda se il trasferimento avviene nel corso o alla fine del contratto, sorge l’obbligo di corrispondere l’indennità di formazione”.

Rispetto al contributo di solidarietà, che viene calcolato e versato per ogni singolo trasferimento a titolo oneroso secondo i calcoli e i termini già analizzati, l’indennità di formazione viene corrisposta in occasione del primo contratto da professionista e per i trasferimenti avvenuti fino al 23° anno di età, secondo delle tabelle indicate dalla FIFA. Questa regolamentazione del massimo organismo mondiale nel mondo del calcio favorisce quindi le società capaci di investire su settore giovanile, formazione tecnica dei ragazzi e scouting, permettendo di incassare dai trasferimenti futuri anche quando il calciatore non è più sotto contratto.

Come è stato per lo Sporting Lisbona che ha incassato circa 5 milioni dalle operazioni che hanno portato Cristiano Ronaldo prima dal Manchester United al Real e poi dai Blancos alla Juventus. O come è già successo all’Anderlecht negli anni scorsi con i trasferimenti che hanno coinvolto Lukaku. E adesso il club belga potrebbe nuovamente sorridere grazie al giocatore che lanciò giovanissimo nel palcoscenico del calcio europeo.

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