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Coppa Davis, Volandri indeciso per l’esordio azzurro, Berrettini carico: “Sinner stimola, ecco cosa gli ruberei”

Alla vigilia dello start della Coppa Davis, l'Italia campione in carica si presenta, tra aspettative, futuro e programmazione: le parole dei protagonisti azzurri e l'inevitabile onda lunga di Jannik

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Con la conferenza stampa della vigilia sale ulteriormente l’attesa per l’esordio dell’Italia in Coppa Davis. Dopo il successo delle passata stagione, il media day è stata ghiotta occasione per tastare il polso e le sensazioni con cui la squadra azzurra selezionata da Filippo Volandri approccia ol grande appuntamento al via con le sfide a Brasile, Belgio e Olanda nella prima fase di scena alla Unipol Arena di Bologna. Di spunti interessanti, i protagonisti azzurri ne hanno forniti.

Volandri tra Davis e futuro

Vivere una competizione con al petto appuntata la medaglia del campione in carica non è mai semplice. Ne è consapevole Filippo Volandri, che nel media day della Coppa Davis, ha commentato: “In questa competizione il ranking non conta. Dobbiamo giocare pensando a noi stessi e approcciare ogni match con lo stesso spirito. Le scelte? Ci sono almeno nove ragazzi che meriterebbero di essere qui“.

“Vincere la passata edizione ci deve dare nuovi obiettivi, sono contento di un percorso iniziato tre anni fa e che oggi ci permette di essere una squadra e aprire un ciclo con tanti giocatori sempre pronti per dare il proprio contributo. Il Brasile – primo avversario degli azzurri l’11 settembre – è giovane e ha un grande futuro. Non so ancora chi giocherà, vedremo che cosa diranno gli allenamenti”, ha concluso il ct, che sul successo di Sinner agli US Open, ha chiosato: “Siamo orgogliosissimi di quello che sta facendo Jannik”.

L’emozione di Cobolli e… la gelosia di Bolelli

Sulla medesima lunghezza d’onda le dichiarazioni di Flavio Cobolli, esordiente assoluto in nazionale: “Siamo una bella famiglia e una bella squadra, sono stato accolto bene. Ho sempre detto che la Davis è molto diversa per me. Daremo tutto per questa maglia, non vedo l’ora di esordire”. A proposito di US Open, Andrea Vavassori, fresco vincitore in coppia con Sara Errani, ha spiegato: “È stato un successo emozionante. Sara è speciale e sta facendo una stagione incredibile. Bolelli geloso? No, assolutamente, siamo molto uniti e ci sosteniamo a vicenda durante i tornei”.

Berrettini, la promessa per l’azzurro e il rapporto con Sinner

Occhi poi puntati su Matteo Berrettini, che torna in nazionale dopo aver vissuto la passata edizione da tifoso speciale: “È un piacere tornare da potenziale giocatore, anche se in parte mi ci sono sempre sentito. Con Filippo e con la squadra ci siamo fatti una promessa. Ci siamo sempre detti che tutti fanno parte della squadra, anche chi non gioca. Anche solo esserci, l’anno scorso mi è servito come stimolo. Ho lavorato tanto per tornare competitivo, essere qui per me è speciale… un grande onore“.

“Martello” ha regalato spunti anche nella sua intervista a Sky Sport, in cui ha avuto modo di parlare anche di Jannik Sinner: “È il leader del movimento italiano e, secondo me, oggi non fa nemmeno più notizia. Noi cerchiamo di stargli dietro. È stimolante vederlo così in alto. Non so quante migliaia di punti di vantaggio abbia, ma a ogni torneo che partecipa non può non essere il favorito. Che cosa ruberei a Jannik? Tante cose. Una su tutte però è la sua dedizione al lavoro. Se lo senti parlare, parla sempre al futuro ed è una mentalità che hanno i grandissimi. Sto cercando di fare lo stesso per provare sempre la gioia di migliorarsi e crescere”.

Il match della svolta e il nuovo Matteo

“La nostra partita a Wimbledon? Non so se sia una delle più belle di sempre, di certo è stata una partita speciale per un milione di motivi per me, poi, il risultato ha parlato chiaro. Però, è stata fondamentale per me e per sentirmi ancora a quei livelli. Mi ha dato una grande spinta, ho vinto due tornei dopo quella gara e ora sono qui anche grazie a quella partita”, ha proseguito Berrettini, che rivela: “Vedere Jannik così in alto, sorprende, ma nemmeno troppo, perché la sua strada era chiara. Anche quando dicevano che non ci sarebbe riuscito, io ero sicuro che sarebbe arrivato a questi livelli“.

Tornando alla Davis, il numero 43 al mondo ha sottolineato: “Favoriti della competizione? Non lo so, è una competizione lunga. Possono cambiare tanti giocatori. Magari anche con Jannik e Lorenzo (Sonego, ndr). Però, dobbiamo partire. L’anno scorso abbiamo iniziato con una sconfitta e poi siamo riusciti a vincere. Occorre andare con calma, lavorare e ragionare match per match”.

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