Cristiano Ronaldo ha anticipato i compagni, quando la sua situazione personale aveva indotto il più volte vincitore del Pallone d’Oro a decidere di partire alla volta della sua Madeira, per tornare dalla madre Dolores, colpita da un ictus e sottoposta a un intervento chirurgico a seguito del suo trasferimento in ospedale.
La situazione di Cristiano Ronaldo
CR7, con Georgina e i figli accompagnati dai propri dipendenti, si è mosso prima che fosse resa nota la positività di Daniele Rugani per poi, in accordo con la società, decidere di rimanere in Portogallo fino a quando non fossero chiariti gli impegni in base a un eventuale calendario e all’emergenza coronavirus.
Higuain e gli altri: ecco chi è partito
Dopo di lui, come aveva anticipato l’agenzia ANSA poi in parte corretta, anche Gonzalo Higuain oltre a Pjanic e Khedira hanno deciso di lasciare Torino dopo aver avvisato la società e in condizioni compatibili con i limiti vigenti (tampone e attesa di valutazione medica per poter partire). Non è una situazione che riguarda solo i calciatori bianconeri, né i professionisti che sono in Italia, vedi il caso Jovic.
Quello legato ai tempi di rientro è un tema correlato, ma non meno preoccupante. Giovedì sera il comunicato della Protezione Civile ha rilanciato un altro problema, legato appunto ai rientri di connazionali nel nostro Paese: “I connazionali che rientrano in Italia da altri Paesi verranno sottoposti ai controlli aeroportuali previsti e attivati, fin dall’inizio dell’emergenza, grazie al supporto e alla disponibilità del volontariato di protezione civile e del personale sanitario. La Polizia di Stato effettuerà i consueti controlli di frontiera agevolando la compilazione della prevista autocertificazione per il rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione. In ottemperanza alle misure vigenti per la mobilità delle persone all’interno del territorio nazionale, sarà consentito ad una sola persona raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o marittimo, per agevolare il rientro verso la residenza o il domicilio del connazionale. Lo spostamento in questione rientrerà tra le fattispecie di “stato di necessità” che dovrà essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in particolare, il tragitto percorso. Inoltre, come previsto dal Decreto 120/2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero della Salute, i connazionali che rientrano dall’estero, anche in assenza di sintomi riconducibili al Covid-19, dovranno obbligatoriamente comunicare il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale. Saranno inoltre sottoposti alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni”.
Viene da chiedersi, dunque, se anche i tesserati della Juventus, che hanno pure fatto un tampone e ricevuto l’autorizzazione medica stando alla versione fornita e diffusa da Corriere della Sera e Gazzetta, a che cosa andranno incontro, una volta pronti al rientro se ciò avverrà a breve. Una questione tecnica, distinta da valutazioni di opportunità se non etica legate alla scelta individuale.