L’obiettivo dell’Inter? Vincere lo Scudetto e conquistare la seconda stella.
“Sì, certo. Vogliamo ripeterci”.
Joaquin Correa non si nasconde e lancia dall’assalto al titolo. L’attaccante argentino, arrivato in estate dalla Lazio, ha una voglia matta di conquistare il suo primo campionato in Italia. Il ‘Tucu’ sembra all’Inter da una vita e ha svelato il segreto ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’ in una lunga intervista:
“Merito del gruppo. Quando in estate si diceva che potevo venire, tanti ragazzi mi hanno scritto per convincermi. È stata una spinta in più per dire di sì. Chi? (Ride, ndr) Lautaro già quando eravamo insieme in Coppa America mi diceva che dovevo raggiungerlo, poi hanno iniziato Calha e Vidal…”.
Nella scelta di Correa di vestire la maglia dell’Inter ha pesato anche l’arrivo sulla panchina nerazzurro di Simone Inzaghi, suo allenatore già ai tempi della Lazio:
“La sua è stata una spinta importantissima. Avevo altre soluzioni, ma ho fortemente voluto lavorare di nuovo con lui. È un grande allenatore, uno che ti fa stare bene. Alla Lazio ha ottenuto ottimi risultati e ha costruito un gruppo molto unito nel quale tutti sapevano ciò che potevano dare. È un tecnico ambizioso, perfetto per l’Inter. Si fida tanto dei giocatori e gestisce le partite alla perfezione. Quello che prepara e ci dice in settimana si verifica in campo”.
Il ‘Tucu’ ripercorre le tappe della sua carriera:
“L’arrivo all’Inter è un altro gradino verso l’alto? Penso di sì. L’Estudiantes, la Sampdoria, il Siviglia, la Lazio e ora l’Inter: in passato potevo saltare qualche tappa e andare subito in un top club, ma ho sempre preferito giocare. Per crescere e migliorare. Credo che l’Inter sia arrivata al momento giusto nella mia carriera“.
“Mister doppietta”, come è già stato ribattezzato all’Inter, spiega la sua idea di calcio e come giudica le proprie prestazioni:
“Allora speriamo che i tifosi si abituino alle mie doppiette. Io vorrei segnare sempre e mi spiace contro lo Spezia di esserci andato solo vicino due volte (ha colpito una traversa, ndr), ma per me in campo la cosa fondamentale è aiutare la squadra a vincere, essere utile. Con assist, movimenti senza palla, dribbling… L’assist per Lautaro col Napoli? Mi ha esaltato. Tanti guardano solo alle reti realizzate, ma io vedo il calcio in una maniera diversa e mi piacciono anche altre cose: capire il momento della gara, giocare con la testa, non risparmiare una corsa per un compagno. Quel passaggio per Lautaro è stato come un goal fatto. Almeno per me”.
Domani Correa tornerà a Roma per affrontare per la prima volta con la maglia nerazzurro i giallorossi di José Mourinho:
“È una squadra forte che ha calciatori importanti. Batterla non sarà semplice, ma resto convinto che con le nostre armi possiamo mettere in difficoltà i giallorossi. Bisognerà essere concentrati e giocare da Inter. Mourinho? L’ho sfidato negli ottavi di Champions quando io ero al Siviglia e lui allo United: pareggiammo all’andata (0-0, ndr) e vincemmo al ritorno a Manchester (2-1, ndr), passando noi il turno. Spero domani finisca come quella notte all’Old Trafford… Mourinho è un grande tecnico e lo dimostrano i risultati della sua carriera. Tutti gli interisti hanno un ricordo eccezionale della sua esperienza qui, ma il suo valore lo ha dimostrato anche prima e dopo. Sarà una bella sfida e vogliamo batterlo”.