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"Così ho vinto la Kings League con i TRM". L'intervista ad Alessandro Vegge

La gavetta nelle giovanili del Chievo Verona, poi l'approdo in serie D alla Torres. Il trionfo dei TRM, quest'anno, è stato soprattutto merito suo

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Marco Carlotti

Marco Carlotti

Sport Specialist

(Quasi) giornalista pubblicista, marchigiano d’origine ma bolognese - e rossoblù - d’adozione. Osserva il calcio nella sua veste tecnica e tattica, ma ne racconta il lato corporate e di comunicazione strategica

"Così ho vinto la Kings League con i TRM". L'intervista ad Alessandro Vegge

Para, segna e manda in porta i compagni. Alessandro Vagge ci ha raccontato la sua storia e il percorso in Kings League con la squadra di TheRealMarzaa.

Bresciano, classe 1996, di ruolo portiere. Nel palmarès un campionato vinto con i TRM in Kings League, dopo una finale contro l’FC Zeta giocata a senso unico. Esperienza e conoscenza del gioco del calcio non gli mancano, con un passato disputato tra giovanili di squadre di serie A e svezzamento in categorie minori ma comunque formative. Poi, la chiamata di TheRealMarzaa e l’arrivo in Kings League.

Una stagione incredibile passata tra i pali, che gli è anche valsa la nomination a miglior portiere di tutta la competizione, in cui ha alternato parate “da saracinesca” a dettagli tecnici inusuali per uno che la porta solitamente la difende. A cosa ci stiamo riferendo? A un discreto numero di assist effettuati verso i propri compagni, oltre a una propensione al tiro in porta indiscutibilmente efficace. Davanti ai microfoni di Virgilio Sport, Alessandro Vagge si è raccontato in esclusiva. Ecco tutto quello che ci siamo detti:

Fonte: Quality Sport Images/Kings League

Alessandro, partiamo dal titolo: che significato ha per te questa vittoria con i TRM? E quali sono state, secondo te, le chiavi tattiche della vostra vittoria?

“La chiave della vittoria è stata sicuramente essere un gruppo forte e unito come se fossimo una famiglia. Per me ha significato coronare nel migliore dei modi un annata personale iniziata piuttosto male”.

Ci racconti il tuo percorso? Dalle giovanili del Chievo Verona al Feralpi Salò e Torres… come sei arrivato in Kings League? E hai sempre avuto questa predisposizione naturale all’assist e al tiro in porta?

“Comincia tutto da un amichevole tra Chievo e Spal dove ero in prova da un po’e stavo per firmare con loro (gli spallini, ndr), ma dopo l’ottima partita disputata vengono chieste informazioni più specifiche alla società estense e alla fine vengo preso dal Chievo. Poi è arrivata la Feralpisalò, che è stata una bellissima esperienza utile anche ad approcciarmi e conoscere la serie D, in cui ho militato per tanti anni. Da lì mi sono spostato in Sardegna con la Torres, ad oggi forse la società più blasonata in cui ho giocato. Concludendo la riposta, questa predisposizione al gol e all’assist l’ho sempre avuta fortunatamente. E tutt’oggi mi sta tornando molto utile”.

Dal campo tradizionale a questo format: quali differenze hai sentito più significativamente nel tuo ruolo? E in ottica tecnica e mentale, che tipo di preparazione richiede la Kings League a un portiere?

“”La vera differenza è il ritmo di gioco. In Kings League ci sono pochissime pause, ma continue azioni da gol. Quindi, le trame di gioco richiedono una preparazione generale su tutti i fondamenti dato che in campo devi sia difendere la porta sia essere in grado di interpretare il ruolo di giocatore di movimento”.

I TRM sono un gruppo pazzesco. Che tipo di spogliatoio siete? E chi è il più “fuori di testa”?

“La parola che userei per definire il nostro gruppo è famiglia, che sintetizza efficacemente il legame che si è creato tra tutti i componenti dei TRM. Il più pazzo è decisamente Rossoni, come penso si sia potuto vedere anche sui social (ride, ndr)”.

Come si costruisce un gruppo vincente in un contesto come questo, dove show e sport convivono?

“È molto difficile. In questo, infatti, sono stati molto bravi il mister e ‘Ciccio‘ (Caputo, ndr) a ‘tenere tutti in riga’ “.

La Kings League vive anche fuori dal campo: quanto conta per voi il rapporto con la community online e i social? Come lo vivi tu personalmente?

“La nostra community è una delle più grandi e seguite di tutta la Kings League. Non è mai mancato supporto emotivo da parte dei nostri tifosi, sia nelle vittorie sia in situazioni di sconfitta. A Torino è stato fantastico poterli avere con noi in finale, e averli vicino ci ha dato un grosso aiuto a livello mentale ed emotivo. Personalmente, all’inizio è stato abbastanza strano ricevere tutte queste attenzioni mediatiche, ma con il tempo è diventato sempre più naturale. Inoltre, è una parte integrante di tutto lo storytelling della competizione e quindi bisogna inevitabilmente farci i conti”.

Se dovessi descrivere la Kings League in tre parole a una persona che non la conosce, quali sceglieresti e perché?

Spettacolo, gol e divertimento. Secondo me questi sono gli unici termini per poterla descrivere”.

C’è un consiglio che daresti a un giovane portiere che sogna di giocare in una realtà alternativa come questa?

“Il mio consiglio è quello di non pensare che sia facile entrare nel circuito della Kings League, che in previsione ci sarà sempre più concorrenza. I numeri e la risonanza di questa prima stagione è stata un incredibile trampolino di lancio per un intero movimento. Da qui, le cose non possono altro che migliorare”.

E adesso? Cosa ti aspetti dal futuro, dentro o fuori dalla Kings League?

“Per il momento spero solo di restare ai TRM, dal momento che sarebbe molto difficile lasciare questo gruppo e tutti i miei compagni”.

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