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Croazia-Italia, Spalletti contro tutti: veleno post-gara per domande scomode

Il ct nervoso dopo il pari in extremis che qualifica gli azzurri agli ottavi, tensione in sala stampa e davanti alle tv: lo scontro con Condò

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

L’adrenalina a mille gli è esplosa dopo. A caldo Luciano Spalletti alle telecamere Rai era ancora troppo felice e stravolto per alzare la voce ma il ct nelle successive interviste ha polemizzato con stampa e addetti ai lavori: un teatrino inedito finora nella sua veste di allenatore della Nazionale ma non nuovo nella sua carriera nei club. Il tecnico di Certaldo prima ha ribattuto duramente alle critiche di Capello e Condò a Sky e poi ha fatto un vero e proprio show in sala stampa nella conferenza ufficiale.

Italia-Croazia, la risposta piccata di Spalletti a Condò

Il nervosismo del ct è venuto fuori già dalle interviste a Sky. Spalletti sbotta su un osservazione del giornalista Paolo Condò, in studio al fianco di Fabio Capello, riguardo l’atteggiamento tenuto dall’Italia per gran parte del match con la Croazia, giudicato troppo prudente. Il ct non ci sta e sposta l’attenzione su quanto fatto, o meglio non fatto, dai giocatori in campo: “Prudenza? Ma quale prudenza? Siamo sotto il livello dello standard, nel primo tempo abbiamo perso palloni che non si possono perdere. Che c’entra la prudenza? Oggi siamo stati soprattutto timidi, poi sento che si deve giocare a 3 o a 4, ma noi si gioca in entrambi i modi, non c’entra il modulo. I nostri calciatori le hanno le qualità ma in alcuni momenti si fanno errori troppi banali e noi abbiamo possibilità superiori rispetto a quello che abbiamo fatto vedere questa sera. Serve maggiore coraggio”.

Italia-Croazia, lo show di Spalletti in conferenza stampa

Le parole più pesanti però arrivano in sala stampa. Il ct si infuria in conferenza sui presunti patti con i giocatori. “La formazione rivoluzionata come ‘patto’ con i giocatori?”, viene chiesto a Spalletti che sbotta: “Mi parla di patto… Ma lei quanti anni ha? 51? Io ho 65 anni, le mancano ancora 14 anni di pip… per arrivare alla mia esperienza… Lei lo dice perché è quello che le hanno detto. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema? E’ un patto per gli altri? Questa è una cosa che le hanno detto, però non si prenda delle licenze che non sono sue, sono debolezze di chi racconta le cose. C’è un ambiente interno e un altro esterno e se nell’ambiente interno c’è chi racconta le cose non vuole bene alla Nazionale. Qual è la qualità della scoperta in questo caso qui? E’ una cosa normalissima”.

Spalletti è irrefrenabile: “Io ho fatto la tesi a Coverciano sul 3-5-2, poi gliela faccio vedere. Patto perché? Alla fine eravamo sei calciatori offensivi e l’abbiamo tenuta in equilibrio. Quelli che sono entrati sono stati dei giganti, l’hanno tenuta in equilibrio e fatto delle cose perfette mantenendo l’assetto di squadra. Noi abbiamo già giocato così ma la qualificazione è meritata per quello che s’è visto in campo, per ciò che s’è visto nel primo e nel secondo tempo il passaggio è meritato”.

Euro 2024, Spalletti e il “girone della morte” superato

Le accuse ai giornalisti continuano: “Voi avete detto a me che era il girone della morte, non l’ho detto io. La Spagna è fortissima, la Croazia è fortissima, è gente abituata a questo tipo di partite qui. Per me quando si scende sotto il livello minimo è perché si sente il morso della pressione, però intanto fino a questo punto qui sono sempre cresciuti dal mio punto di vista. Poi io più che un patto torno a parlare dei calciatori e c’è da cambiare da una partita all’altra”.

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Non manca il sarcasmo quando gli chiedono se c’è la qualità per sbagliare meno passaggi: “Io ho allenato qualche volta… Mi è successo per caso, ma nei miei 26-27 anni l’ho allenata qualche squadra e lo so vedere se c’è o meno qualità. Casomai il problema è la pulizia, ci sono dei momenti ogni volta che rilancia Donnarumma in cui bisogna riuscire a pulirla. Noi invece in questa fase qui non se ne porta a casa una. Per cui, sotto questo aspetto, bisogna migliorare”.

Più arrivano domande e più Spalletti s’inalbera: “Al sorteggio eravamo tutti lì a dire che non siamo stati fortunati. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare. Ma che domanda è se avevo paura di andar fuori? Ma che ho paura? Altrimenti venivo come voi a vederle le partite e facevo un altro lavoro… Ho la possibilità di acquistare un biglietto, anzi me lo danno gratis. Ho perso tantissime partite in vita mia e non si ha paura di perdere, è una cosa normale. Ma perché anticiparci ciò che poi può avvenire? Stasera poteva vincere anche la Croazia perché è una squadra forte. Dopo poi si fanno le analisi, è corretto, ma non dobbiamo prenderci per il c.. se si perde una partita. Io non sono un tipo invidioso, non sono invidioso di un giornalista che scrive un bell’articolo, ci metterei un mese a scriverlo. Ce ne ho già da me di veleno addosso, quando non me lo danno me lo inietto da solo” io voglio solo fare bene il mio lavoro e non voglio ancora più pressione di quella che già ho addosso e vi assicuro che ne ho già tantissima”.

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