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Da scaricatore a San Siro: Bruno sfida l'Inter in Champions

Lavorava in una società di pulizie, poi a 21 anni viene scelto da un club della B austriaca: "Mi pagavano 500 euro al mese".

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Da scaricatore a San Siro: Bruno sfida l'Inter in Champions Fonte: Getty

Dopo due vittorie in due incontri di Champions League contro Shakhtar e Real Madrid, lo Sheriff Tiraspol è la squadra da battere. Sembrerà strano, ma il club della Transinistria guida il gruppo che comprende anche l’ Inter ed ora è deciso ad assicurarsi un posto tra gli ottavi del torneo. Il tutto nonostante una squadra di semi-sconosciuti, che hanno dovuto affrontare gavetta e diversi lavori ‘normali’. Come Bruno .

Classe 1994, Bruno è in prestito allo Sheriff dall’ Aris Salonicco , squadra greca in cui il brasiliano è approdato a inizio anno. Vista l’indisponibilità di Yaxshiboyev dovrebbe essere lui a giocare titolare a San Siro contro l’Inter nella gara del terzo turno di Champions League.

Quella di Bruno è la storia di tanti suoi compagni di squadra. A 21 anni giocava tra i dilettanti in Brasile , come raccontato alla Gazzetta:

Ero scaricatore e in una società di pulizie, mi allenavo da solo alle 7 di mattina , convinto che avrei avuto una chance. Giocavo per strada, è stata dura. Ma a mia madre dicevo che un giorno sarei venuto in Europa”.

A ventuno anni arriva l’occasione di trasferirsi in Austria , dove si mette in mostra subito:

“Nel 2015 il mio amico Caio, ora mio agente, m’invitò a un torneo. Fra il pubblico c’era il boss dell’Austria Lustenau, Serie B. Mi propose di seguirlo. Andai senza un soldo. Mi pagavano 500 euro al mese e vivevo in famiglia. Con la squadra B feci 11 gol in 15 gare, il presidente mi fece firmare il contratto a 21 anni”.

Da lì diverse esperienze tra Austria e Grecia in cui ha dovuto fare i conti con pochi goal e diversi problemi fisici . In estate, dopo pochi mesi all’Aris, la chiamata dello Sheriff:

“Lì giocavo poco, loro erano ai preliminari Champions, mi sono detto ‘andiamo allo Sheriff’. Ho rinunciato a un anno di soldi con l’Aris per venire qui”.

Cresciuto nel mito di Ronaldinho, Henry, Messi e di Ronaldo il Fenomeno, ricorda Maicon e Adriano, ma ammira l’altra parte di Milano:

“In A mi piace il Milan. Il sogno più grande: il Mondiale. Ma è molto lontano per me, troppi rivali”.

Mai dire mai: del resto ora gioca in Champions League.

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