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Dal Triplete alla B, la nuova sfida di Ivan Ramiro Cordoba

L'ex difensore dell'Inter riparte dal Venezia, come socio e consigliere: l'ultima tappa di un percorso professionale e umano altamente significativo.

11-02-2021 12:00

In campo era un guerriero, nella vita probabilmente ancora di più. Ivan Ramiro Cordoba è stato un roccioso difensore, bandiera dell’Inter ed eroe del Triplete. Oggi è un apprezzato dirigente calcistico, ma soprattutto un punto di riferimento per tanti, in Colombia come in Italia. E ha intrapreso una nuova avventura.

Socio e Consigliere Delegato per l’Area Sportiva

Il Venezia, infatti, ha scelto Cordoba sia per le sue competenze tecniche che per la sua capacità manageriale. Ma è stato anche Cordoba a scegliere il Venezia, dal momento che è diventato socio del club. “Venezia FC comunica l’ingresso nel management arancioneroverde di Ivan Ramiro Cordoba in qualità di socio del club e Consigliere Delegato per l’Area Sportiva”, si legge nel comunicato della società arancioneroverde, che milita in serie B. “Attraverso la sua esperienza e competenza, Cordoba porterà il suo contributo in diverse aree della società rafforzando il DNA del club a tutti i livelli, dal lato sportivo a quello delle relazioni con club, leghe ed associazioni nell’ecosistema calcistico globale, incrementando inoltre la visibilità del Venezia FC a livello internazionale”.

Cordoba, una storia speciale

Nato a Rionegro l’11 agosto 1976, Cordoba è cresciuto nella Colombia segnata dalle tristi storie dei narcos e da quelle, più entusiasmanti, legate ai trionfi del Nacional Medellin e al calcio champagne della nazionale di Maturana. Difensore dal fisico tascabile ma dall’eccezionale temperamento, è cresciuto nel Deportivo Rionegro e nel 1996 è passato proprio al Nacional, per poi militare per due stagioni nel San Lorenzo, in Argentina. Nel gennaio 2000 il trasferimento all’Inter, di cui è diventato colonna e tra le cui fila ha militato fino al 2012. Dopo gli esordi difficili – espulso nel 2001 proprio contro il Venezia per una gomitata in realtà mai rifilata a Bettarini – ha iniziato a vincere nel 2005 (Coppa Italia), conquistando cinque scudetti, quattro supercoppe, altre tre Coppe Italia e soprattutto la Champions e il Mondiale per club nel 2010. In nazionale era stato tra i protagonisti della prima, storica affermazione nella Copa America del 2001, giocata proprio in Colombia e in cui ha realizzato il gol decisivo nella finale contro il Messico. “Datemi la maglia di Andres Escobar, voglio indossare la numero 2″, disse alla sua federazione. E all’ex capitano, suo primo idolo, barbaramente ucciso nel 1994 dopo un’autorete al Mondiale, dedicò quel trionfo.

Cordoba: famiglia, solidarietà e…il libro

Sposato con Maria Isabel, padre di quattro figli – il secondo si chiama José in onore di Mourinho – e italiano dal 2011, avendo trascorso più di dieci anni in Italia con regolare contratto di lavoro, Cordoba è sempre stato attivissimo nel sociale. Profondamente religioso, nel 2015 è stato in udienza dal Papa, da cui si è fatto firmare la maglia indossata ai tempi del San Lorenzo, squadra del cuore proprio di Papa Francesco. Qualche anno prima aveva fondato un’associazione, “Colombia te quiere ver”, a sostegno dei bimbi ciechi e poveri del suo paese, per la quale ha ricevuto nel 2011 il premio L’Altropallone. Soprannominato Speedy Gonzales per la sua velocità, ha chiuso col calcio giocato il 6 maggio 2012 in occasione di un derby vinto dall’Inter sul Milan, tra la commozione di San Siro. Dell’Inter è stato anche dirigente per due stagioni, prima di aprire un’Accademia per i giovani e di intraprendere la carriera di procuratore. Nel 2016 ha dato alle stampe la sua autobiografia, “Combattere da uomo”, dedicata alla sua avventura in nerazzurro.

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