Aspettando Sinner, c’è un’Italia che a Malaga ha già cominciato a prendere le misure al campo. Ispirata da quanto fatto dalle ragazze di Billie Jean King Cup, nuovamente in finale dopo la splendida vittoria sulla Polonia, la squadra di Filippo Volandri sa che tutti gli occhi del mondo saranno rivolti inevitabilmente sui detentori della Davis.
Che nel pomeriggio accoglieranno appunto Sinner, proveniente da Monte Carlo dove ha trascorso una giornata intera, di ritorno dall’esaltante settimana di Torino. Sono invece già sbarcati Bolelli e Vavassori, la coppia di doppio alla quale il capitano non ha voluto rinunciare. Con Berrettini e Musetti già belli carichi per una final eight che si preannuncia densa di significati.
- Berrettini: "Una vittoria per me essere qui"
- Musetti tra rap e sogni: "Siamo come una famiglia"
- Bolelli e Vavassori: "Un sogno che si avvera"
- Volandri vuol dire fiducia: "Dietro Sinner c'è tanta Italia"
Berrettini: “Una vittoria per me essere qui”
È toccato a loro due aprire i microfoni nella conferenza stampa che ha tenuto a battesimo la spedizione azzurra al maschile in quel di Malaga. Con l’aria serena e la voglia anche di scherzare, perché è meglio farlo prima piuttosto che quando si comincerà a giocare. “Le partite delle ragazze ci hanno caricato, l’atmosfera che si respira in questi giorni a Malaga è davvero elettrica”, spiega Matteo Berrettini.
“C’erano tanti tifosi polacchi a sostenere la loro squadra, per cui ci siamo dovuti sgolare anche noi per dare sostegno alle nostre atlete. È bellissimo poter condividere lo stesso campo in questa occasione, per cui speriamo che possa rivelarsi vincente per entrambi”.
Per Berrettini, assente lo scorso anno per infortunio, la campagna di Davis 2024 ha un significato e un valore tutto speciale. “Per me è già una vittoria essere qui. Abbiamo la fortuna di avere una squadra lunga come poche, per cui non era scontato far parte di questa spedizione. Cercherò di godermi ogni momento e spero di poter iniziare subito bene con una vittoria. Affrontare la Spagna in finale sarebbe un sogno: con Nadal mi legano tanti bei ricordi, da quando lo vidi a Roma in finale nel 2005 contro Coria, fino alla semifinale giocata contro all’US Open”.
Musetti tra rap e sogni: “Siamo come una famiglia”
Che l’aria che si respira sia delle migliori lo spiega anche Lorenzo Musetti. “Sono entrato in palestra con una cassa tipo rapper, ma Berrettini me l’ha fatta spegnere subito”, spiega il carrarino. “Il clima è ottimo, siamo un gruppo di amici che vogliono inseguire un altro sogno e non vediamo l’ora di scendere in campo. Ci divertiamo a stare assieme ed è ancora più bello pensare di poter vincere un’altra volta l’insalatiera.
Certo la concorrenza sarà nutrita e molto forte, ma noi sappiamo di poterci giocare carte importanti. Le scelte del capitano vanno rispettate, se deciderà di far giocare me andrà bene, se opterà per Matteo andrà bene lo stesso. Siamo una famiglia e miriamo tutti al medesimo obiettivo: vincere non è mai facile, ma proveremo a spingerci oltre i nostri limiti”.
Bolelli e Vavassori: “Un sogno che si avvera”
Il doppio composto da Bolelli e Vavassori avrà un compito chiave nel caso in cui la situazione non sarà stata risolta nei singolari. “Siamo una squadra super competitiva, una delle favorite, e questo è un dato di fatto”, spiega Bolelli. “L’importante è cercare di raccogliere il massimo appena è possibile”.
“Indossare la maglia azzurra è da sempre il mio sogno”, ha aggiunto Vavassori, “e il rapporto che s’è creato tra me e Simone ha reso possibile questo meraviglioso viaggio. Abbiamo lavorato tanto per essere qui, ora speriamo di poter ripagare la fiducia che c’è stata data”.
Volandri vuol dire fiducia: “Dietro Sinner c’è tanta Italia”
Le scelte di Volandri sono certamente uno degli argomenti che più di altri hanno tenuto banco nel primo incontro con la stampa. Ma il capitano ha fatto capire di non essere ancora così sicuro di quello che vorrà fare. “La mia raccolta di informazioni mi porta ad avere dati fino all’ultimo momento. Le scelte che dovrò fare saranno certamente influenzate da determinati parametri, ma ancora non so davvero cosa farò. Essere campioni in carica esercita una pressione sulle nostre spalle che un anno fa non sentivamo, anche se i ragazzi sono abituati a giocare con la consapevolezza di essere quelli che tutti vorranno battere”.
La carta migliore del resto ce l’ha l’Italia e fa rima con Jannik Sinner: “Mi sembra che sia pronto, perché il lavoro che ha fatto alle Finals è stato straordinario. E poi quando gioca la Davis sa sempre come trascinare i compagni. Penso che Torino gli sia servito per comprendere ancora meglio il potenziale di cui oggi dispone”.
L’obiettivo dell’Italia è puntare dritta al bis: “Quello è il nostro desiderio più grande. La Davis è sempre un torneo che sfugge al pronostico: qui le classifiche contano poco, conta la testa e la capacità di farsi trovare subito pronti. Ho la fortuna di aver ricevuto massima disponibilità da tanti ragazzi che pur senza essere stati convocati sarebbero pronti qualora ce ne fosse stato bisogno. E non è mai una cosa scontata”.