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De Laurentiis esce allo scoperto su caso Spalletti e rivela cosa gli disse il tecnico

Il presidente del Napoli torna sulla vicenda della clausola da pagare per consentire all'allenatore toscano di andare in Nazionale al posto di Mancini

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Venerdì verranno annunciati i primi convocati della nuova nazionale di Luciano Spalletti, in vista delle gare di qualificazione agli Europei che si giocheranno già a settembre, mentre il giorno dopo l’allenatore di Certaldo verrà ufficialmente presentato alla stampa come nuovo ct, al posto del dimissionario Roberto Mancini. Il tutto in barba alla famosa clausola non pagata che esige il Napoli per liberare il tecnico dello scudetto. In un’intervista a Il Foglio il presidente azzurro De Laurentiis torna sulla questione.

De Laurentiis rivela cosa gli chiese Spalletti

Sulla clausola il patron partenopeo liquida tutto così: “Ne stanno discutendo gli avvocati e io non m’intrometto”. E alla domanda se il no al rinnovo di Spalletti col Napoli fosse figlio di accordi pregressi con la Figc rivela: “Spalletti mi disse: ‘ Sono molto stanco, ho bisogno di un periodo sabbatico per coltivare la terra’. Perciò lo lasciai andare. Però quel che gli passava per la testa lo sa solo lui”.

De Laurentiis a 15 anni fu messo in collegio

Nell’intervista si parla anche di altro. A 15 anni i suoi lo misero in collegio perché comprò un motorino di nascosto: “Per noi le due ruote erano un inno alla libertà, l’uscita dalle mura domestiche. A 15 anni dovevamo ritirarci a mezzanotte e se tiravamo tardi le mamme ci aspettavano con la ciabatta in mano. Eppure la mia generazione ebbe coscienza di vivere un periodo straordinario. Oggi i ragazzi sono apparentemente più adulti perché iperconnessi al mondo virtuale, ma più timidi, e più ignoranti. E’ difficile appassionarli a un romanzo o a un film. Giorni fa ho provato coi miei nipoti e i loro amici proiettando Apocalypto di Mel Gibson, che avrò visto quindici volte, ma neppure un’opera così forte li ha coinvolti più di tanto”.

De Laurentiis fa dichiarazione d’amore a Napoli

A Napoli, scudetto a parte, non è mai stato amatissimo. Anzi. Lo chiamano “il romano”. Ma lui, originario di Torre Annunziata, rivendica la sua napoletanità e si dice in disaccordo con La Capria che scrisse che “ti ferisce a morte o t’addormenta”: “Napoli non mi addormenta né ferisce. Mi bacia. E io la adoro. L’immagine più bella è quando mi allontano sul mare, la vedo progressivamente più distante e ho l’impressione che mi abbracci”.

De Laurentiis parla del passaggio dal cinema al calcio

Infine sul passaggio dal cinema al calcio dice: “non è stato difficile né traumatico ma interessante, e quando le cose sono interessanti diventano anche facili. Ho avuto la fortuna di fare la gavetta in una famiglia che mi ha permesso di conoscere tutte le componenti dell’industria dell’audiovisivo, di diventare imprenditore e acquisire coraggio, perciò quando ho preso il Napoli ero convinto che avrei imparato velocemente i nuovi meccanismi”.

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